HCOB PMI® Settore Manifatturiero Italiano: il PMI cala al livello minimo in cinque mesi
I dati di novembre hanno evidenziato che le aziende manifatturiere italiane sono rimaste sotto pressione a causa del deterioramento delle condizioni della domanda, con una notevole contrazione registrata sia per la produzione che i nuovi ordini. Di conseguenza, l’attività di acquisto e le giacenze presso i magazzini sono in calo, con le aziende che hanno inoltre osservato un declino del loro carico di lavoro riducendo il loro livello del personale al livello massimo da luglio 2020.
L’Indice HCOB PMI® (Purchasing Managers’ IndexTM) sul Settore Manifatturiero Italiano, un indicatore composito a una cifra della prestazione del settore manifatturiero derivato da indicatori relativi a nuovi ordini, produzione, occupazione, tempi di consegna dei fornitori e scorte di acquisto, ha registrato a novembre 44.4, in discesa da 44.9 di ottobre, segnalando un forte peggioramento dello stato di salute del settore manifatturiero italiano. L’ultimo calo è stato il maggiore da giugno e ha esteso l’attuale sequenza di contrazione a otto mesi.
L’indice PMI principale è stato compromesso dal declino più veloce della produzione, della giacenza degli acquisti e del livello occupazionale. I dati di novembre hanno osservato un forte crollo della produzione, il più veloce in tre mesi, che è stato attribuito dalle aziende che partecipano all’indagine alla continua debolezza della domanda del settore, che ha inoltre causato un calo dei nuovi ordini.
Di conseguenza il volume dei nuovi ordini ricevuti ha continuato a seguire la tendenza di declino iniziata ad aprile. Malgrado il calo sia rallentato rispetto a ottobre, la contrazione è rimasta comunque elevata. In aggiunta, anche la domanda dei beni manifatturieri italiani dall’estero di novembre è diminuita e per l’ottavo mese consecutivo. Il tasso di declino mensile è rallentato pur rimanendo in generale elevato.
L’indagine di novembre ha mostrato una capacità produttiva in eccesso con le aziende che hanno ridotto il proprio livello occupazionale, e concentrato le loro risorse nello smaltire gli ordini in fase di lavorazione. I produttori manifatturieri italiani hanno registrato il secondo mese consecutivo di tagli del personale e questo ha toccato il livello più veloce da luglio 2020. Secondo i dati raccolti, il calo del personale è stato in parte causato dal mancato rimpiazzamento del personale andato in pensione. Malgrado elevato, l’ultimo calo è stato il più debole in otto mesi e in aggiunta al ridotto numero di ordini, le aziende hanno inoltre suggerito che il declino è stato dovuto al miglioramento della catena di distribuzione.
La maggiore disponibilità presso i fornitori ha provocato a novembre un miglioramento delle loro prestazioni. I tempi medi di consegna sono stati tuttavia i più brevi dell’attuale sequenza di miglioramento di nove mesi.
A novembre i volumi degli acquisti e delle giacenze sono diminuiti a tassi più veloci. L’attività di acquisto è diminuita notevolmente, al tasso più forte in cinque mesi, mentre i manifatturieri hanno registrato il declino più veloce delle giacenze degli acquisti da maggio.
Le imprese manifatturiere hanno osservato a novembre un allungamento della tendenza deflazionistica. I prezzi di acquisto sono calati notevolmente e a un tasso più veloce rispetto a ottobre, che estende l’attuale sequenza di calo a dieci mesi. Le aziende hanno spesso riportato che la debolezza della domanda ha causato il crollo di prezzo delle materie prime. A novembre, i clienti hanno inoltre beneficiato degli sconti applicati, anche se con dei tagli dei prezzi di vendita che sono stati i minori da aprile.
Malgrado le attuali preoccupazioni delle aziende sulle condizioni della domanda, migliora l’ottimismo mensile in merito alle previsioni sulla produzione futura, in parte a causa del lancio pianificato di nuovi prodotti e della speranza di ripresa della domanda. Detto questo, l’ottimismo è rimasto debole se paragonato agli standard storici con alcune aziende che sono rimaste preoccupate per le tensioni geopolitiche e le future condizioni della domanda.
Commento
Commentando i dati PMI, Dr. Tariq Kamal Chaudhry Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “C’è il rischio che il settore italiano rimanga bloccato in recessione. L’HCOB PMI del settore Manifatturiero ha riportato a novembre il valore molto deludente di 44.4. Il restringimento del settore è molto esteso e non ci sono chiari segnali di come questa recessione potrebbe terminare. Secondo le nostre previsioni a brevissimo termine HCOB, stiamo attualmente anticipando per l’ultimo trimestre del 2023 una leggera contrazione dello 0.1% della produzione manifatturiera. Il settore manifatturiero sta ultimamente davvero subendo dei colpi. Rispetto al mese scorso, questa debolezza si è particolarmente intensificata per la produzione, la giacenza degli acquisti e i livelli occupazioni e il fatto che le aziende stanno al momento riducendo i loro livelli del personale, vista la forte carenza di personale qualificato, è fonte di preoccupazione. Pare che l’industria manifatturiera italiana sia destinata ad attraversare ulteriori difficoltà. Malgrado stiano affrontando le difficoltà, le aziende possono avere adesso un po’ di tregua grazie al crollo dei prezzi di acquisto e ai tempi di consegna più rapidi. Detto questo, i miglioramenti forniti dalla contrazione dei prezzi di vendita e del lavoro inevaso, offrono solo un’assistenza limitata a questo settore in forte difficoltà. Il settore manifatturiero sta adesso lottando con una carenza di ottimismo. Il forte calo degli ordini acquisiti, sia nazionali che esteri, non fornisce segnali incoraggianti. Nonostante il sottoindice delle previsioni future si orienta verso il miglioramento, è rimasto al di sotto della sua media a lungo termine, rispecchiando uno scenario futuro piuttosto negativo. Le aziende intervistate che hanno espresso pessimismo, lo hanno attribuito alle tensioni geopolitiche e al timore che la domanda futura continuerà a diminuire.”
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