A novembre, il settore terziario italiano ha indicato un’altra forte prestazione, registrando il più elevato tasso di rialzo dell’attività economica in più di due anni e mezzo. Le aziende monitorate hanno segnalato un maggiore flusso di nuovi ordini, grazie all’aumento della domanda nazionale. Nonostante il calo degli affari esteri, la crescita dei nuovi ordini è stata la più forte in poco più di un anno e mezzo.
Le aziende del terziario hanno accresciuto i loro organici, anche se marginalmente, ad un tasso in linea con la media di lungo periodo. La pressione dei costi si è nel frattempo intensificata, con riferimenti da parte delle aziende alle maggiori spese salariali.
Posizionandosi a novembre su 55.0, l’Indice HCOB PMI® dell’Attività Terziaria in Italia è salito rispetto a 54.0 di ottobre, segnando il valore più alto in oltre due anni e mezzo. Gli ultimi dati sono apparsi in linea con un forte rialzo dei livelli di produzione.
I dati qualitativi dell’indagine hanno collegato l’aumento dell’attività delle aziende all’acquisizione di nuovi progetti da parte di nuovi clienti. Parte delle imprese monitorate ha semplicemente menzionato un miglioramento generale della richiesta di servizi.
A novembre, il flusso di nuovi ordini è di fatto aumentato, prolungando quindi l’attuale andamento di crescita che continua ininterrotto dallo scorso febbraio. Le aziende hanno spesso attribuito il miglioramento delle vendite al successo delle acquisizioni di nuovi clienti. Lievemente maggiore di ottobre, il tasso di incremento è stato il più elevato in poco più di un anno e mezzo.
Poiché il livello di ordini esteri ricevuti a novembre è tornato a contrarsi dopo un solo mese di crescita, il miglioramento del flusso di nuovi ordini totali è stato principalmente su base nazionale. Le aziende campione lo hanno motivato con le difficili condizioni della domanda internazionale e con il calo del settore automobilistico.
In merito alle proiezioni sui prossimi 12 mesi, le aziende monitorate prevedono un aumento dei livelli di attività e si aspettano una crescita maggiore grazie ai loro investimenti e all’acquisizione di nuovi clienti. Il settore si è mostrato generalmente ottimista in merito al miglioramento delle condizioni del mercato. Il livello di fiducia è stato il più alto in quattro mesi, anche se attenuato rispetto alla media storica.
Come supporto alle previsioni di crescita, l’indagine di novembre ha registrato il decimo incremento netto mensile consecutivo dei posti di lavoro. Il tasso di crescita occupazionale è in linea con la media di lungo termine, anche se solo marginale.
Se si sono registrati segnali di capacità in eccesso, visto il calo del lavoro inevaso, il tasso di flessione è rallentato segnando valori solo lievi.
In questo penultimo mese dell’anno, le aziende terziarie monitorate hanno di nuovo indicato un aumento delle spese operative, con riferimenti ai maggiori costi dell’energia, dei lavori di manutenzione e amministrative, e delle spese affrontate per le materie prime. Alcune hanno anche menzionato l’aumento dei salari. L’aumento inflazionistico registrato è stato peraltro superiore alla media di serie, indicando valori generalmente elevati.
Nel tentativo di recuperare l’aumento dei costi, le aziende hanno scelto di aumentare i prezzi di vendita, almeno in parte. Anche se moderato, il tasso di inflazione delle tariffe applicate al cliente è stato il più elevato in quattro mesi e in controtendenza con il precedente e lungo periodo di sconti.
Commento
Nils Müller, Junior Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “A novembre il settore terziario italiano ha ingranato la marcia, con l’Indice HCOB sull’Attività Economica salito a 55.0 da 54.0 di ottobre, segnalando il più elevato rialzo in più di due anni e mezzo. Tale slancio ha ricevuto la spinta dei nuovi ordini, aumentati al tasso più rapido da metà 2024, alimentati dalla positiva acquisizione di nuovi clienti. Gli ordini esteri sono di nuovo scivolati in contrazione, ed alcune aziende hanno evidenziato le persistenti difficoltà globali e la debolezza del settore automobilistico. La creazione di nuovi posti di lavoro è continuata per il decimo mese consecutivo, ma è rimasta marginale pur restando in linea con l’andamento di lungo termine. Le aziende hanno segnalato un certo livello di capacità in eccesso, con il lavoro inevaso leggermente in diminuzione. In merito ai prezzi, le pressioni inflazionistiche di novembre si sono intensificate: quella relativa ai costi è aumentata al tasso maggiore da giugno a causa dell’aumento dei salari e delle spese energetiche. Allo stesso tempo, le aziende del terziario hanno aumentato le loro tariffe applicate ai clienti per recuperare parzialmente i costi. Le prospettive per l’anno a venire sono migliorate salendo al valore maggiore in quattro mesi, grazie alle previsioni di investimenti e all’acquisizione di nuovi clienti. L’ottimismo è però rimasto inferiore ai numeri storici vista l’incertezza sulla domanda estera e l’implementazione dell’IA. La forte prestazione del terziario ha sollevato la crescita dell’intero settore privato. L’HCOB PMI Composito italiano è salito a 53.8 da 53.1 di ottobre, raggiungendo il suo più alto valore da aprile 2023. La produzione manifatturiera ha contribuito solo modestamente alla crescita, elevando il terziario a reale motore dell’espansione. Con la domanda più forte e il miglioramento della fiducia, l’economia italiana si avvicina a fine anno con basi solide, anche se l’inflazione e la debole domanda estera restano i principali fattori di rischio. In questo contesto, prevediamo che il PIL italiano cresca su base annua dello 0.5% nel 2025 e dello 0.8% nel 2026.”
