HCOB PMI®Composito dell’Eurozona: L’economia dell’eurozona si contrae ad agosto a ritmo più rapido con l’attività terziaria che segna un declino

 HCOB PMI®Composito dell’Eurozona: L’economia dell’eurozona si contrae ad agosto a ritmo più rapido con l’attività terziaria che segna un declino

Ad agosto, la produzione dell’economia dell’eurozona ha indicato il più rapido declino in quasi tre anni, come mostrano i dati dell’ultima indagine HCOB PMI® redatti da S&P Global. La generale flessione dell’attività è stata la più veloce da novembre 2020 e su ampia scala sia nel settore manifatturiero che terziario, con quest’ultimo in contrazione per la prima volta quest’anno. Anche i nuovi ordini hanno indicato il più netto crollo da fine 2020, spingendo le aziende a completare le commesse inevase al tasso più rapido in tre anni. Questo ha causato uno dei valori più deboli del 2023 delle aspettative per i prossimi dodici mesi e una crescita occupazionale quasi allo stallo, con tassi di occupazione del settore privato che hanno indicato l’aumento più lento in 31 mesi di sequenza di crescita.

Gli ultimi dati sui prezzi suscitano anch’essi preoccupazioni, con l’inflazione mensile dei prezzi di acquisto in accelerazione per la prima volta da settembre 2022. L’incremento dei prezzi medi di vendita di beni e servizi è stato il più lento in due anni e mezzo, ma è rimasto più forte della tendenza di lungo termine.

Una volta destagionalizzato, l’Indice HCOB PMI® della Produzione Composita dell’Eurozona, calcolato in base alla media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, è sceso ad agosto a 46.7 da 48.6 di luglio. Quest’ultimo valore segnala il terzo mese consecutivo di contrazione della produzione e il calo più rapido da novembre 2020. Peraltro, escludendo il periodo di pandemia, l’attività è crollata ai minimi da marzo 2013, quando si è avuta la crisi del debito sovrano.

Per la prima volta nel 2023, la produzione del terziario e del manifatturiero ha indicato un declino. Il settore dei servizi ha concluso un periodo ininterrotto di crescita di sette mesi segnando la più netta contrazione da febbraio 2021. Allo stesso tempo, il settore dedicato alla produzione di beni ha indicato il quinto mese consecutivo di contrazione e di nuovo a un tasso veloce, anche se rallentato da luglio. Analizzando le singole nazioni, la Germania e la Francia hanno segnato il declino di produzione più elevato, mentre Italia e Spagna hanno registrato contrazioni più modeste. L’Irlanda è andata in controtendenza indicando un nuovo aumento dell’attività.

Ad agosto, le previsioni a breve termine sono peggiorate visto che i nuovi ordini si sono ridotti per il terzo mese consecutivo e al tasso più rapido da novembre 2020. Sia le aziende manifatturiere che terziarie hanno indicato declini maggiori, con il settore produttore di beni che ha mostrato di nuovo dati peggiori. Gli ordini esteri (inclusi quelli intra-eurozona) di beni e servizi sono diminuiti per il diciottesimo mese consecutivo e a uno dei tassi più rapidi di sempre. Rispetto a luglio, l’orizzonte sui prossimi 12 mesi è lievemente migliorato, poiché l’Indice sull’Attività Futura è aumentato per la prima volta in sei mesi, ma è rimasto ampiamente in linea con la tendenza attenuata cui assistiamo dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia avvenuta a febbraio 2022.

Lo scenario di indebolimento della domanda si è riflesso sui dati relativi alla capacità operativa, indicando ad agosto un tasso più rapido di calo del lavoro inevaso. A esclusione del periodo pandemico, il calo delle commesse in giacenza registrato quest’ultimo mese è stato il più elevato dalla seconda metà del 2012. È da giugno 2022 che il livello di ordini manifatturieri continua a diminuire, mentre negli ultimi 12 mesi quelli terziari hanno indicato un declino ben 6 volte. Il calo complessivo della Germania è stato il più forte da giugno 2009, a esclusione del periodo pandemico.

Visti i crescenti tassi di contrazione dagli ordini nuovi e inevasi di agosto, i dati hanno registrato una crescita occupazionale quasi allo stallo. I posti di lavoro sono aumentati per il trentunesimo mese consecutivo, ma al tasso più lento della sequenza. Le aziende manifatturiere hanno tagliato gli organici per il terzo mese consecutivo, anche se lievemente. Tra le maggiori economie dell’eurozona, l’Italia ha indicato un calo dei posti di lavoro mentre la Germania ha registrato una crescita quasi pari allo zero.

Ad agosto, i prezzi medi di acquisto affrontati dalle aziende dell’eurozona sono aumentati al tasso più rapido in tre mesi, concludendo la sequenza record di dieci mesi di rallentamento dell’inflazione dei costi. Se l’Indice Composito sui Prezzi di Acquisto è rimasto inferiore alla tendenza di lungo termine, nel terziario la pressione sui costi ha mantenuto valori relativamente elevati. I costi sostenuti dal manifatturiero hanno indicato un’altra forte riduzione, ma la più debole in tre mesi. L’inflazione dei prezzi di vendita sia del settore manifatturiero che terziario è complessivamente rallentata ai minimi in due anni e mezzo, ma è rimasta storicamente elevata.

HCOB PMI® del Terziario dell’Eurozona

Ad agosto l’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona è sceso al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0 posizionandosi su 47.9 rispetto a 50.9 di luglio e indicando la prima contrazione dell’attività da dicembre 2022. Il tasso di declino è stato peraltro il più rapido da febbraio 2021. Tutte le quattro maggiori economie hanno indicato una contrazione, capitanate da Francia e Germania. Italia e Spagna hanno registrato flessioni solo marginali mentre l’Irlanda ha segnato un solido, ma più lento, incremento della produzione.

Il volume dei nuovi affari è diminuito per il secondo mese consecutivo e al tasso più rapido da febbraio 2021. È l’ottava volta da metà del 2022 che la domanda di servizi si contrae. Così come avvenuto nella produzione composita, Francia e Germania hanno contribuito maggiormente all’indebolimento di agosto. Le esportazioni (incluso il commercio terziario intra-eurozona) hanno registrato il terzo calo mensile consecutivo e a un tasso più rapido. Guardando al futuro, le aspettative di attività sono rimaste positive, anche se il livello di ottimismo è rimasto invariato rispetto ai minimi di luglio scorso.

Con l’esaurimento dei nuovi contratti nel settore terziario, il livello degli ordini inevasi di agosto ha continuato a ridursi. Il tasso di contrazione è stato il più forte in due anni e mezzo. Questo ha alimentato una maggiore cautela nelle assunzioni visto che l’occupazione del settore dei servizi ha registrato la più lenta crescita da febbraio 2021, primo mese dell’attuale fase di incremento. Per il secondo mese consecutivo, i servizi in Italia hanno ridotto gli organici.

I costi sostenuti ad agosto dalle aziende fornitrici di servizi sono aumentati al ritmo più rapido in tre mesi, mantenendosi superiori alla media di lungo termine. Detto ciò, la pressione dei costi è rimasta notevolmente al di sotto dei picchi record del 2022. L’inflazione dei prezzi di vendita applicati dal settore terziario è rallentata ai minimi in 23 mesi, restando però molto alta, soprattutto in Germania.

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Nella prima parte dell’anno l’eurozona non è scivolata in recessione, ma questa seconda metà presenterà maggiori sfide. E questo è altamente probabile, visto che l’andamento del settore terziario che fungeva da stabilizzatore comincia a pesare sull’economia mentre il manifatturiero non ha ancora ricominciato a tirarsi su. I numeri deludenti hanno contribuito a correggere al ribasso le nostre previsioni in tempo reale del PIL che, per il terzo trimestre, si attestano ora su -0.1%. Inaspettatamente, l’aumento dei costi si è intensificato mettendo in dubbio le aspettative di un’inflazione in rapido calo. Il principale indiziato sembra essere il rialzo dei salari, non necessariamente coincidente al ciclo economico, vista la sua usuale natura a lungo termine. Le aziende non si sono mostrate molto propense ad aumentare gli organici. Per come sono andate le cose in questi ultimi tempi, questo è un segnale che accinge a prepararsi presto a riduzioni del personale. Eppure, il calo delle commesse inevase e dei nuovi ordini non appare severo al punto da provocare tagli brutali”.

Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/stabilimenti-534219/

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