L’economia dell’eurozona è riuscita a malapena a segnare una nuova espansione nel mese di maggio, sebbene con un tasso di crescita ulteriormente rallentato. L’attività economica ha subito il freno del prolungato infiacchimento della domanda di beni e servizi, limitando la crescita dell’occupazione e costringendo le aziende a ridurre ulteriormente il cumulo degli ordini inevasi. Se la fiducia ha segnato una maggiore crescita, resta comunque relativamente attenuata.
L’inflazione dell’eurozona si è nel frattempo indebolita, nonostante questo sia in gran parte dovuto al calo dei costi e dei prezzi di acquisto del settore manifatturiero.
Dopo il valore di 50.4 di aprile, l’Indice HCOB PMI® della Produzione Composita dell’Eurozona, destagionalizzato, che consiste in una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, è sceso a maggio a 50.2. Anche se quest’ultima lettura segna il quinto mese consecutivo di stazionamento superiore a 50.0 (segnando quindi un’espansione), mostra un rialzo complessivo solo marginale e il più debole da febbraio.
Il settore manifatturiero è stato il motore principale della crescita dell’eurozona, poiché l’attività terziaria di maggio è ha segnato una contrazione, la prima da novembre dello scorso anno.
Delle quattro maggiori economie dell’eurozona, quelle più meridionali ovvero Italia e Spagna hanno registrato una crescita della produzione del settore privato. L’attività economica italiana ha indicato l’aumento più rapido in più di un anno, mentre il rialzo della produzione spagnola è stato il più lento in 17 mesi. L’economia francese si è avvicinata alla stabilizzazione, registrando il declino più debole in nove mesi, mentre la Germania ha segnato la prima contrazione in cinque mesi.
A frenare la crescita dell’eurozona è stato il nuovo calo del flusso dei nuovi ordini, che estende la sequenza di declino delle vendite iniziata a giugno 2024. La contrazione è stata però solo complessivamente lieve. Dagli ordini esteri (incluso il commercio intra-eurozona) non è arrivato supporto: infatti l’ultima indagine ha segnato la trentanovesima riduzione dei nuovi ordini ricevuto da clienti internazionali.
Per compensare il minore volume di ordini ricevuti, le aziende dell’eurozona si sono dedicate al lavoro inevaso, riducendo ulteriormente il loro livello. Il tasso di contrazione è stato moderato e persino in leggera accelerazione. I livelli occupazionali del settore privato dell’eurozona sono aumentati, anche se solo marginalmente. Le assunzioni sono state portate avanti dalle aziende terziarie poiché gli organici industriali sono stati ridotti.
Guardando al futuro, i dati dell’indagine di maggio hanno segnalato il primo rialzo della fiducia da gennaio. Sia nel manifatturiero che nel terziario è stato rilevato un maggiore ottimismo, il cui livello è tuttavia rimasto debole rispetto agli standard storici.
A metà del secondo trimestre, l’inflazione dell’eurozona è diminuita. I costi hanno indicato il minor aumento in sei mesi, mentre i prezzi di vendita sono aumentati solo modestamente ed al tasso più lento da ottobre dello scorso anno. Dal punto di vista settoriale, le prestazioni si sono tuttavia mostrate nettamente diverse, con calo dei costi e dei prezzi di vendita nel manifatturiero in contrasto con tassi ancora storicamente elevati del settore terziario.
Classifica nazionale dell’Indice PMI della Produzione Composita: maggio
Italia 52.5 massimo in 13 mesi
Spagna 51.4 minimo in 17 mesi
Francia 49.3 (flash: 48.0) massimo in 9 mesi
Germania 48.5 (flash: 48.6) minimo in 5 mesi
Il PMI del terziario irlandese verrà pubblicato il 5 giugno
HCOB PMI® del Terziario dell’Eurozona
A maggio, l’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona è sceso al di sotto della soglia di 50.0 per la prima volta dallo scorso novembre, registrando un nuovo calo della produzione. Scendendo a 49.7 da 50.1 di aprile, l’indice ha registrato una marginale contrazione dell’attività terziaria a metà del secondo trimestre.
I nuovi ordini hanno continuato a ridursi, prolungando la sequenza attuale di calo a quattro mesi. Il deterioramento della domanda di servizi è stato il peggiore in sei mesi, sebbene modesto. Il calo più sostenuto degli ordini esteri ne è in parte la causa, considerando che le vendite estere hanno indicato il declino più rapido da novembre dell’anno scorso.
Il volume delle commesse inevase di maggio si è ridotto per il tredicesimo mese consecutivo. Questo è stato in qualche modo facilitato dall’aumento della forza lavoro, con gli organici terziari di nuovo in aumento. Il tasso di creazione occupazionale è stato tuttavia il più lento in tre mesi.
L’attenuata attività di reclutamento di personale si accompagna a un nuovo mese di moderata fiducia. Anche se le aspettative di produzione futura si sono rafforzate, sono rimaste deboli rispetto alla media storica.
Minimo è stato il movimento sul fronte dell’inflazione, con tassi di inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita rimasti molto simili a quelli di aprile e ancora superiori alle rispettive medie d’indagine.
Commento
Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Sono cinque i mesi consecutivi in cui l’economia dell’eurozona segna una crescita, ma la sua interpretazione richiede un certo livello di buona volontà visto che l’indice complessivo di 50.2 è solo marginalmente superiore alla soglia di espansione e anche il tasso di crescita è lievemente rallentato nel mese di maggio. Questa evoluzione è dovuta al leggero declino dell’attività terziaria, mentre la produzione manifatturiera ha mostrato la stessa crescita moderata del mese scorso. Per il resto dell’anno, nutriamo una certa fiducia che nuovi tagli ai tassi di interesse di riferimento fatti dalla BCE e stimoli fiscali, soprattutto in Germania, sarebbero sufficienti a contrastare gli effetti negativi delle maggiori tariffe e di un’incertezza crescente. La Banca Centrale Europea non sarà certamente soddisfatta dai dati PMI sui prezzi. Nel settore terziario, la cui tendenza inflazionistica è monitorata attentamente, il tasso di incremento dei prezzi di vendita è di nuovo diminuito. La situazione è tuttavia in qualche modo peggiorata visto l’aumento dei costi, già relativamente alti. Tutto questo probabilmente non impedirà un nuovo abbassamento dei tassi di interesse di riferimento da parte della BCE nella prossima riunione del 5 giugno, in parte a causa del calo del prezzo dei beni e a un tasso accelerato. L’Europa meridionale sta garantendo che l’’intero settore terziario non subisca un crollo. La solida crescita dei servizi in Italia e il tasso di espansione più debole ma pur sempre positivo in Spagna hanno aiutato a controbilanciare il lieve declino dell’attività in Francia e il crollo relativamente forte in Germania. Se i paesi sud-europei riescono a mantenere un certo slancio, mentre il terziario tedesco inizia a trarre beneficio dalla politica fiscale espansionistica, una ripresa di questo settore nel corso di quest’anno potrebbe essere ancora possibile. La fiducia che questo accada è lievemente aumentata, ma non è ancora particolarmente forte rispetto agli standard storici.”