I 5 trend di una Cina in ripresa

 I 5 trend di una Cina in ripresa

La Cina si sta riprendendo. Nel secondo trimestre il Gross Domestic Product – l’equivalente del nostro PIL – è cresciuto annualmente del 3,2%, significativo se pensiamo che nel primo trimestre il dato era di -6,8% mentre il nostro PIL è diminuito del 12,8% rispetto al trimestre precedente. La spinta al rinnovamento, il forte pragmatismo e la capacità di adattamento unite al suo rapporto con la tecnologia permettono alla Cina di reagire alla crisi in maniera diversa e posizionarsi come anticipatore di ciò che avverrà in altre aree del mondo.

Con una media di 3.10 ore online al giorno, di cui 2.12 sui social media, l’utente cinese aumenta di 40 minuti la permanenza online rispetto a giugno dello scorso anno. Questa semplice azione si traduce in una crescita economica dettata dal fatto che maggiore digitalizzazione, significa maggior utilizzo di servizi digitali per condurre le proprie attività come: gestire i clienti, ordinare generi alimentari, fare commissioni, divertirsi e rimanere aggiornati” afferma Stefano Generali, Managing Director di intarget China. “Stanno nascendo nuovi ecosistemi e nuove tendenze, che saranno le nuove protagoniste dei prossimi mesi. La Cina sta costruendo sempre più partnership tra aziende e giganti dell’eCommerce cinese con effetti visibili nella catena di fornitura, nel marketing e nell’analisi dei dati. Lo spirito imprenditoriale cinese sta riemergendo, con nuove strategie di business, incluso un aumento del numero di start up, M&A e soluzioni di lavoro autonomo in tutta la Cina3. Crediamo fortemente nell’importanza di studiare e analizzare questi sviluppi dell’economia e della società cinese per consentire ai brand che si rivolgono a noi di cogliere le opportunità che il Paese offre. Un Paese che avvicinandosi ai prodotti occidentali sinonimo di qualità, design e sicurezza, può offrire diverse possibilità al Made in Italy”.

I principali cambiamenti che i brand occidentali, interessati a inserirsi nel panorama cinese, dovrebbero tenere in considerazione sono riconducibili a 5 tendenze:

Cliente al centro nel modello O2O

Le boutique saranno O2O – Online to offline – un luogo di connessione e socialità che coinvolgerà soprattutto i consumatori più giovani – esperti di digitale e amanti delle tendenze – e dove i CEO delle aziende e gli influencer offriranno dirette live di vendita, trasmettendo il valore del brand e rafforzando la fiducia e la fedeltà dei clienti.

Questo perché i Brand stanno puntando a un’interazione con i clienti più intima, costruendo relazioni più umane e personali attraverso chat private tra clienti, commessi e ambassador con l’obiettivo di fidelizzare i consumatori attraverso contenuti di valore e con una visione a lungo termine.

Attraverso questo dialogo privato, grazie ai customer care digitali, si raccoglieranno preziosi feedback per arrivare ai modelli O2O, dove nei negozi si punterà principalmente sull’esperienza e sul servizio e dove sarà costante il collegamento in tempo reale con la propria offerta digitale.

I consumatori digitali, gli influencer più potenti

Si amplia la fascia d’età degli acquirenti online, infatti gli ultrasessantenni che acquistano online stanno crescendo. Se alla fine del 2018 la Cina aveva quasi 250 milioni di persone di età pari o superiore a 60 anni, ovvero il 17,9% della popolazione totale, entro la fine del 2025, secondo il National Bureau of Statistics of China, ci saranno circa 300 milioni di anziani cinesi, pari a un quinto della popolazione totale. Il ritmo di crescita, per questa categoria di consumatori, è elevato: ogni anno, 8-10 milioni di cinesi compiono 60 anni.

Al di là dell’età emerge che tutti prestano maggiore attenzione alla propria salute, all’esercizio fisico e alla protezione personale, sono meno emotivi nelle scelte di acquisto e più concentrati sui prodotti consigliati dalla cerchia di amici e familiari, portando i marchi ad avere meno potere nel definire nuove tendenze. Ora sono i consumatori i veri KOL – Key Opinion Leader – e possono rapidamente condizionare il successo di un brand attraverso i social media.

Secondo un sondaggio condotto a maggio 2020 su 1.500 consumatori cinesi nelle quattro città di prima fascia (Pechino, Shanghai, Shenzhen e Guangzhou, dove la maggior parte degli intervistati proviene da famiglie di tre persone con livelli di reddito medio-alti) emerge che l’81% degli intervistati dichiara di prendere in considerazione le opinioni di amici, conoscenti e influencer prima di effettuare un acquisto. Per quelle categorie di prodotto più complesse, come i prodotti per l’infanzia, medicinali e integratori, i consumatori preferiscono leggere le opinioni di influencer esperti di settore, mentre per categorie di largo consumo, come i prodotti alimentari ed elettrodomestici, ci si fida maggiormente degli amici e dei conoscenti.

Tecnologia cinese in crescita

Per il consumatore cinese, sicurezza sanitaria e comodità continueranno a essere prioritari, questi faranno sempre più affidamento sulla telemedicina e sulla consultazione medica da remoto, tramite videochiamate dal proprio smartphone, senza preoccuparsi troppo della privacy. Grazie all’Internet of things del 5G, la preferenza dei consumatori per i prodotti ad alta tecnologia, avrà un forte potenziale di crescita. L’attrazione verso i marchi occidentali, che non si ispireranno a soluzioni e strategie innovative cinesi, lascerà il posto all’orgoglio per i propri marchi nazionali che abbracciano investono in nuove soluzioni tecnologiche.

Le catene di approvvigionamento tradizionali verranno eliminate e si continuerà a sviluppare i settori delle consegne senza contatto, dei veicoli senza conducente, dei droni e delle cassette delle lettere smart, con il rischio, per le tradizionali aziende non tecnologiche, di non sopravvivere al nuovo ambiente digitale a meno che non effettuino l’upgrade a infrastrutture di vendita più diffuse o al fenomeno delle live streaming.

Boom del commercio elettronico

Nel 2020 le live streaming in Cina hanno mostrato una vitalità senza precedenti soprattutto negli ultimi mesi di forzato remote working dove le aziende lo hanno adottato per creare relazioni dirette con i consumatori, anche in tempi di distanziamento sociale.” Afferma Stefano Generali, Managing Director di intarget Shanghai. La crescita sbalorditiva del commercio elettronico sta guidando la trasformazione digitale delle aziende e si stima che nel 2020 il settore delle live streaming di eCommerce in Cina raggiungerà un valore di $170 miliardi, secondo la stima fatta a luglio 2020 da iResearch”.

In crescita anche il crossborder eCommerce, il commercio transfrontaliero, da un lato perché i consumatori cinesi – sempre più sofisticati e attenti nelle loro scelte di acquisto – sono attratti dai marchi occidentali in cui ricercano qualità, design, sicurezza e i valori dei brand, dall’altro per la flessione del turismo in uscita che sta limitando la possibilità di provarli direttamente nel paese di origine. Secondo iiMedia Research i consumatori cinesi che hanno utilizzato lo shopping digitale transfrontaliero nel 2016 erano 41 milioni passando a 154 milioni nel 2019 per un valore di 88,6 miliardi di dollari di importazioni straniere (+ 21% rispetto al 2018), puntando a raggiungere i 232 milioni di utenti nel 2020.

Il digitale sta ottimizzando ogni processo aziendale

Al fine di migliorare l’efficienza nel mondo del lavoro, della collaborazione e della produzione in ufficio, oltre 250 milioni di utenti si sono iscritti alle piattaforme di cloud office, spingendo il settore a raddoppiare le sue dimensioni rispetto al 2019. Più della metà di questa crescita proviene dai giovani delle città periferiche la cui domanda di digitalizzazione dei flussi di lavoro, aumenterà costantemente.

La Cina sta andando verso il monitoraggio digitale completo dei dipendenti e della gestione delle prestazioni, includendo nelle app qualsiasi tipo di strumento: dai tool ai repository di risorse, dagli eventi ai corsi di formazione suggeriti. Si ridurranno le riunioni offline e gli incontri con i partner limitando quindi i viaggi di lavoro che, di conseguenza, porteranno i lavoratori a un maggiore utilizzo di applicazioni per la gestione da remoto di progetti e per la comunicazione tra i team.

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