Tre mesi di attività ci separano da fine anno. Gli analisti sostengono che il 2025 si chiuderà con una crescita del PIL italiano attorno allo 0,6%, con inflazione contenuta, ma con tassi d’interesse ancora alti, mercati esteri instabili, costi energetici che oscillano. Non un disastro, ma nemmeno terreno fertile.
Tre mesi sono un tempo breve, ma sufficiente a incidere sul bilancio. Può fare la differenza fra essere soddisfatto a fine anno dei risultati della tua attività oppure no. E a farti guardare al 2026 con positiva lucidità.
Sappiamo che non si può fare tutto. Bisogna scegliere bene.
Come si regolano le grandi società multinazionali? Si pongono una semplice domanda: cosa dobbiamo valutare oggi per decidere le priorità di azione di questi tre mesi?
Dove guardare ora:
- Cassa e liquidità
Fai proiezioni sugli incassi e sulle uscite fino a dicembre. Immagina anche uno scenario “pessimista”: cosa succede se un cliente ritarda o se i costi aumentano del 5%?
- Costi fissi e sprechi
Gli affitti, gli stipendi, gli ammortamenti sono costi inevitabili. Una revisione spietata dei costi fissi è un esercizio scomodo ma liberatorio: ogni euro fisso che riduci oggi, protegge il guadagno di domani.
- Prezzi e margini
Non vendere tutti i prodotti allo stesso modo. Concentrati su ciò che rende di più. Rinegozia fornitori, studia nuovi mix di offerta. E non avere paura di alzare i listini se il tuo mercato lo consente.
- I clienti
Stai curando bene le tue prospettive di export? Che aria tira negli ordini dei tuoi clienti abituali? Quale è il tuo lead time, cioè il tempo che passa dall’ordine del cliente alla consegna del prodotto finito? E i tuoi fornitori, fra l’ordine e la consegna del materiale quanto tempo ci mettono? Un errore di previsione qui si paga con magazzini pieni o con clienti insoddisfatti.
- Supply chain
Un solo fornitore strategico è una dipendenza. Costruisci alternative, anche parziali. Non servono “piani B” perfetti, basta che siano praticabili.
- Investimenti
Alcune scelte non sono più rinviabili, altre sì. Per decidere se gli investimenti in beni durevoli (Capex- Capital Expenditures) ) che creano valore nel tempo e innovazione sono già efficaci dal 2026 o lo facciamo perché lo avevamo deciso? Se la risposta non è chiara, aspetta.
- Persone e competenze
Team adeguato significa azioni efficaci. Servono nuove competenze, anche minime, per reggere la complessità. Un breve corso mirato per te o per i tuoi diretti collaboratori può valere più di mille riflessioni sulla strategia.
Cosa stanno facendo alcune PMI?
I “frutti bassi” cioè piccole azioni ad alto impatto da cogliere subito:
Ci sono alcuni “frutti bassi” cioè azioni rapide, a basso sforzo, che portano beneficio immediato.
Eccone alcune:
Ridurre sprechi energetici e contrattuali
Vuol dire tagliare costi invisibili ma ricorrenti:
- verificare le tariffe di energia e telefonia (spesso ci sono alternative più convenienti),
- spegnere macchinari e luci fuori orario,
- controllare contratti di leasing o manutenzione non più utili.
Risultato: risparmio certo e immediato, senza compromettere l’operatività.
Velocizzare incassi e ridurre scorte
- Incassi: anticipare i tempi di pagamento con clienti (anche offrendo piccoli sconti), usare sistemi digitali per solleciti automatici.
- Scorte: ridurre magazzino fermo, vendere prodotti obsoleti, ottimizzare riordini.
Risultato: più liquidità in cassa, meno capitale immobilizzato.
Puntare sui prodotti e clienti più profittevoli
Non tutti i prodotti e i clienti generano lo stesso margine. In questi mesi conviene:
- privilegiare chi paga in fretta e con margini alti,
- ridurre l’energia spesa per clienti marginali o prodotti in perdita.
Risultato: concentri risorse dove guadagni di più.
Automatizzare dove il ritorno è immediato
Piccole automazioni spesso costano poco e rendono tanto:
- procedure di fatturazione elettronica integrate,
- sistemi di reminder automatici,
- macchinari con funzioni di set-up veloce.
Risultato: meno tempo sprecato in attività ripetitive, più ore dedicate a ciò che conta.
Rafforzare il marketing digitale e l’export, anche con piccoli passi
Non serve un piano colossale:
- aggiornare sito e LinkedIn con casi reali e testimonianze,
- attivare campagne mirate a basso budget,
- cercare un distributore estero per testare un nuovo mercato.
Risultato: maggiore visibilità e nuove opportunità commerciali, anche senza grandi investimenti.
In sintesi:
Come decidere davvero le priorità
- Fai due scenari (moderato e pessimistico) e vedi che impatto hanno sui tuoi numeri.
- Elenca le azioni possibili, anche piccole, senza censure: dal rinegoziare fornitori al cambiare il mix prodotti.
- Valuta ROI (Ritorno dell’investimento) e sforzo: quali mosse hanno impatto immediato sul bilancio e sono realizzabili entro fine anno?
- Assegna chiare responsabilità, in termini di risultati attesi: chi fa cosa, entro quando, perché.
- Rivedi il piano ogni 2-3 settimane: se un’azione non produce, tagliala senza sentimentalismi.
I “frutti bassi” sono quelle azioni pratiche, rapide e a costo contenuto che puoi cogliere subito, senza strategie complesse o grandi investimenti.
Questi tre mesi non devono stravolgere l’azienda. Sono utili a mettere in sicurezza ciò che conta: cassa, margini, clienti, persone. In questo trimestre, l’unica vera priorità è fare quello che è essenziale e giusto fare.
Chi sceglie bene oggi entrerà nel 2026 non con “più fatturato a tutti i costi”, ma con più solidità e lucidità.
La frase su cui riflettere
“L’efficienza è fare le cose bene; l’efficacia è fare le cose giuste” , Peter Drucker.

