IHS Markit PMI: a giugno il settore manifatturiero dell’eurozona si dirige verso la stabilizzazione

 IHS Markit PMI: a giugno il settore manifatturiero dell’eurozona si dirige verso la stabilizzazione

In linea con gli ulteriori allentamenti delle misure restrittive globali da Covid-19 sull’attività economica, continua a diminuire a giugno la severa contrazione dell’economia manifatturiera dell’eurozona. L’indice IHS Markit PMI® Settore Manifatturiero Eurozona è cresciuto notevolmente al valore più alto in quattro mesi di 47.4, in salita da 39.4 di maggio e migliorando rispetto alla precedente stima flash.

Registrando un aumento di otto punti da maggio, il PMI si è ripreso ulteriormente dal recente picco negativo di aprile. L’indice ha tuttavia riportato un valore al di sotto di 50.0 per il diciassettesimo mese consecutivo rimanendo quindi coerente con le difficili condizioni operative del settore.

Analizzando i singoli sottosettori, l’indagine di giugno ha evidenziato però qualche divergenza nelle tendenze. Entrambi i sottosettori dei beni intermedi e di investimento hanno continuato a contrarsi, mentre quello dei beni di consumo ha riportato un ritorno alla crescita.

Tutte le nazioni hanno registrato a giugno un miglioramento nei loro relativi PMI, con la maggior parte che ha riportato i valori migliori da febbraio.

Degne di nota sono le performance di due nazioni, Francia e Irlanda, che hanno registrato livelli dei loro PMI superiori a 50.0, con la Francia che in particolare ha riportato il valore migliore in 21 mesi. Grecia e Spagna si avvicinano sempre più a livelli di stabilizzazione, seguiti a ruota da Italia e Austria. Germania e Paesi Bassi continuano ad arrancare in coda alla classifica della regione.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di giugno

Francia            52.3 (flash: 52.1) massimo su 21 mesi

Irlanda                        51.0               massimo su 4 mesi

Grecia                         49.4               massimo su 4 mesi

Spagna                       49.0               massimo su 4 mesi

Italia                            47.5               massimo su 4 mesi

Austria                        46.5               massimo su 4 mesi

Paesi Bassi       45.2        massimo su 3 mesi

Germania        45.2 (flash: 44.6)   massimo su 3 mesi

La produzione manifatturiera diminuisce solo leggermente a giugno ad un livello di gran lunga inferiore dei forti cali osservati durante i mesi precedenti. La produzione però continua ad essere influenzata dalla corrente debolezza dei nuovi ordini. L’indagine di giugno, anche se al tasso più debole in quattro mesi, ha infatti ancora una volta mostrato una forte riduzione dei nuovi ordini totali. Anche le esportazioni sono risultate al ribasso, diminuendo per il ventunesimo mese consecutivo e ad un tasso considerevole.

Gli ultimi dati hanno mostrato come le aziende hanno continuato ad operare a giugno ben al di sotto della propria capacità produttiva, con il livello del lavoro inevaso in contrazione per il ventiduesimo mese consecutivo e ancora una volta ad un tasso elevato anche se in rallentamento da maggio.

Conseguentemente alla riduzione delle ore lavorative e alla carenza di carico di lavoro, sono stati segnalati tagli del personale. L’occupazione è diminuita a giugno per il quattordicesimo mese consecutivo e ancora una volta ad un tasso elevato. Tutte le nazioni hanno registrato un crollo dei livelli del personale guidate dalla Germania, dall’Italia e dai Paesi Bassi.

Anche l’attività di acquisto ha continuato a riportare contrazioni durante l’indagine di giugno, con le aziende manifatturiere che hanno deciso di ridurre i loro acquisti per il diciannovesimo mese consecutivo. Le aziende hanno segnalato, qualora possibile, di preferire l’utilizzo delle giacenze esistenti nell’intento di liberare il capitale circolante. Di conseguenza, a giugno sono diminuite le giacenze delle materie prime, dei semilavorati e dei prodotti finiti.

Nonostante la ridotta domanda di materie prime, continuano ad allungarsi i tempi medi di consegna dei fornitori. Anche se in aumento al tasso più basso degli ultimi 4 mesi, i tempi medi sono risultati ancora una volta notevolmente più lunghi per via delle difficoltà che i fornitori stanno avendo nei trasporti e per la carenza di materiale presso i loro magazzini.

Gli ultimi dati sui prezzi hanno mostrato come a luglio rimangono evidenti le pressioni deflazionistiche sull’economia manifatturiera. I prezzi di acquisto sono risultati più bassi per il tredicesimo mese consecutivo e le imprese manifatturiere hanno trasferito tali riduzioni ai loro clienti. Di conseguenza i prezzi medi di vendita sono diminuiti notevolmente ed allungano l’attuale sequenza di contrazione a un anno.

Per concludere, ritornano in territorio positivo le prospettive sulla produzione dell’anno prossimo e raggiungono il livello più alto in quattro mesi. L’ottimismo è stato collegato dalle imprese manifatturiere alla speranza che ulteriori allentamenti delle restrizioni incentiveranno le vendite e la crescita della domanda nell’anno prossimo.

Commento

Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, ha dichiarato: “Il PMI finale di giugno aggiunge altri segnali che le aziende manifatturiere dell’eurozona stanno osservando una forte iniziale ripresa per via dell’allentamento delle misure restrittive da Covid-19. L’incremento dell’indagine di giugno è indicativo di un crollo della produzione ad un tasso annuale di appena il 2%. Tale lieve contrazione rappresenta un forte cambio di direzione su base mensile dei dati ufficiali rispetto al crollo di quasi il 30% riportato durante il picco delle restrizioni di aprile. Forte ripresa anche per le previsioni per i prossimi dodici mesi per via della speranza che la crescita economica continuerà la sua ascesa. Anche con questi aumenti però i livelli della produzione e della fiducia rimangono al di sotto dei picchi del periodo pre-pandemico, e la persistente debolezza della domanda combinata all’attuale distanziamento sociale probabilmente freneranno la ripresa. L’attenzione adesso si rivolge alla possibile sostenibilità degli aumenti degli ultimi due mesi o se svanirà ancora una volta dopo questa ripresa iniziale”.

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