IHS Markit PMI: la crescita del manifatturiero italiano a giugno rimane vicina a livelli da record

 IHS Markit PMI: la crescita del manifatturiero italiano a giugno rimane vicina a livelli da record

Secondo gli ultimi dati PMI®, a giugno il settore manifatturiero italiano ha continuato nel suo rapido percorso di crescita. La produzione ancora una volta è aumentata notevolmente, ad un tasso in leggero rallentamento rispetto il record raggiunto a maggio, mentre le vendite hanno continuato la corsa al rialzo. Di conseguenza, si intensifica la pressione sulla capacità dei produttori di beni che hanno continuato ad assumere personale aggiuntivo ad un tasso quasi record.

Allo stesso tempo, ancora una volta peggiora il tempo medio di consegna dei fornitori, e a giugno è stato riportato un allungamento delle consegne record. La carenza di materiale e altri problemi presso i fornitori hanno di nuovo aggravato l’inflazione, i prezzi medi di acquisto infatti sono aumentati ad un tasso senza precedenti.

L’Indice destagionalizzato PMI (Purchasing Managers Index®) IHS Markit del settore manifatturiero italiano – che con una sola cifra fornisce un quadro degli sviluppi delle condizioni generali del settore manifatturiero – a giugno ha raggiunto 62.2, sostanzialmente invariato dal valore di maggio di 62.3, e ha segnalato il secondo miglioramento più veloce dello stato di salute del settore in 24 anni di storia dell’indagine.

Il fattore principale del forte aumento di giugno è stata l’ennesima espansione dei nuovi ordini e della produzione, con crescite rimaste veloci, malgrado un rallentamento dai rispettivi tassi di crescita record (assoluto e in 40 mesi). Secondo i dati raccolti, il migliore ottimismo dei loro clienti, le più forti condizioni della domanda e l’allentamento delle misure restrittive sono stati i motivi principali dell’ultima espansione.

Anche i nuovi ordini esteri a giugno hanno continuato a crescere, per via delle minori restrizioni anti Covid-19 nei mercati chiave che hanno stimolato le vendite. Il tasso di aumento delle esportazioni è stato elevato anche se il più lento da febbraio.

Le maggiori crescite hanno però aggiunto pressioni sulla capacità dei produttori dei beni, il livello del lavoro inevaso, infatti, è aumentato al tasso più veloce della storia dell’indagine, risultando in generale elevato. Di conseguenza, durante l’indagine di giugno le aziende hanno continuato ad assumere personale aggiuntivo ad un tasso in rallentamento ma pur sempre elevato.

I dati di giugno hanno inoltre mostrato un intensificarsi delle pressioni sulla catena di distribuzione. I tempi medi di consegna per i beni si sono allungati al livello record, e le aziende campione hanno attribuito i ritardi alla carenza di materiale e a problemi di natura logistica.

La carenza di materiale di giugno ha continuato a far innalzare i costi e secondo le aziende aderenti all’indagine, il tasso di inflazione dei prezzi di acquisto è stato il maggiore della storia dell’indagine. Anche i prezzi di vendita sono aumentati, con il tasso di aumento solo in leggero rallentamento dal record di maggio. Il campione intervistato ha notato che il maggiore carico dei costi, qualora possibile, è stato trasferito ai loro clienti.

Allo stesso tempo, i produttori di beni manifatturieri hanno registrato a giugno il più veloce tasso di crescita degli acquisti mai registrato finora. A causare l’ultimo aumento sono state le maggiori esigenze della produzione e la creazione di scorte cuscinetto.

Le giacenze delle materie prime e dei semilavorati sono tuttavia diminuite ulteriormente ad un tasso elevato a causa del loro utilizzo per la produzione. Le giacenze dei prodotti finiti sono diminuite a tasso record assoluto, e allo stesso tempo, le aziende hanno notato che gli ordini sono stati evasi il prima possibile.

Per concludere, le aziende manifatturiere sono rimaste ottimiste in riguardo all’attività dell’anno prossimo, riportando un miglioramento mensile che ha raggiunto a giugno un livello storicamente elevato.

Commento

Lewis Cooper, Economist di IHS Markit, analizzando gli ultimi dati dell’indagine ha dichiarato: “L’esplosione di crescita del manifatturiero a giugno non ha pressoché mostrato segnali di rallentamento, con il PMI rimasto vicino al valore record dell’indagine per via del nuovo e rapido aumento della produzione e dei nuovi ordini. L’impennata della domanda ha aggiunto comunque pressioni sulla capacità produttiva, in parte a causa dei più severi ritardi nelle consegne mai registrati finora e ai molti commenti riguardanti la carenza di materiale. Queste interruzioni sulla catena di fornitura hanno continuato a pesare ancor di più sull’inflazione, le aziende infatti hanno avuto difficoltà a recuperare le materie prime e hanno fatto fronte a costi maggiori per i trasporti e per la logistica in generale. L’inflazione dei costi di acquisto è stata la più veloce osservata dall’indagine in 24 anni di raccolta dati, mentre i prezzi di vendita sono aumentati notevolmente ancora una volta. Le aziende campione hanno inoltre assunto personale aggiuntivo, con un tasso di creazione occupazionale solo in leggero rallentamento, a prova che parecchie aziende prevedono che in futuro la domanda rimarrà forte”.

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