Il Complex Problem Solving è la skill prioritaria in azienda

 Il Complex Problem Solving è la skill prioritaria in azienda

Per avere successo nel mondo del lavoro secondo il WEF – Word Economic Forum – il Complex Problem Solving è la skill prioritaria, assolutamente indispensabile per navigare e abitare la complessità e i sempre più rapidi cambiamenti.

L’ignoranza, semplicemente intesa come non conoscere, in tale ambito costa decisamente troppo a livello individuale, ma anche nei Team e complessivamente in azienda, sia in termini di performance/risultati, sia di malessere/insoddisfazione.

Il Complex Problem Solving è una competenza e come tutti i “saper fare”, può sempre essere appresa, grazie alle neuroscienze, con il concetto di neuroplasticità, la nostra possibilità di creare nuove connessioni, diverse autostrade neuronali e quindi abitudini più funzionali e gratificanti.

Ogni ruolo (imprenditoriale – manageriale – lavorativo) deve integrare in maniera sinergica questa competenza strategica, generativa di valore, che facilita anche il work-life balance, eliminando gli sprechi mentali, emozionali, economici che derivano dalla sua incompetenza.

Con la Theory U il problema si trasforma in una sfida

Come persone e organizzazioni viviamo e agiamo in un mondo VUCA (dalle iniziali delle parole VolatilityUncertaintyComplexityAmbiguityuno degli acronimi più utilizzati nel project management), un contesto instabile, incerto, complesso e ambiguo.

La Theory U del MIT di Boston è la più innovativa tecnologia sociale e la più moderna prassi di Leadership del Cambiamento Sistemico, una guida essenziale per la sostenibilità.

La Teoria U offre una visione chiara e una pratica concreta, caratterizzata da quattro livelli di ascolto, che richiede agilità mentale, emotiva e volitiva per fronteggiare al meglio le criticità.

Il problema si trasforma in una sfida che richiede dei passaggi indispensabili da comprendere, sentire e agire concretamente.

Nei miei corsi invito sempre, fin da subito, a praticare questo percorso anche nel proprio processo di apprendimento, nel percepire e agire modalità non automatiche (che non richiedono impegno, spesso inconsapevoli), per allenarci a relazionarsi con molteplici aperture e scegliere di ampliare la propria “Response- Ability – abilità di rispondere al meglio alle continue sfide.

Come senior trainer, facilitatrice di “innovation management”, esperta di Strategic Skills supporto quotidianamente professionisti, gruppi di lavoro, organizzazioni nel mettere in pratica strategie e strumenti di Complex Problem Solving, ancora troppo sconosciuti o non adeguatamente applicati.

La Teoria U è sia una CORNICE/MODELLO, sia un METODO con una serie di STRUMENTI e PRATICHE che permettono di spostarsi da uno stato del campo che sta agendo in modo reattivo e superficiale, ad uno stato più generativo e co-creativo.

Come prosperare nel disordine e crescere nelle avversità

Il Complex Problem Solving è anche un processo, che implica una serie di passaggi, tra cui la consapevolezza e il pensare fuori dagli schemi, un pensiero laterale e creativo, fondamentale come quello logico-razionale di strutturare le informazioni in modo rigoroso.

Siamo chiamati ad essere Antifragili, a utilizzare Mindset Dinamici, per prosperare nel disordine e crescere nelle avversità.

Se vuoi apprendere un chiaro approccio sistematico e sistemico alla risoluzione di problemi complessi, accedere a soluzioni innovative (identificando anche le esigenze delle principali parti interessate e riformulandole secondo necessità) e decidere la migliore soluzione “intelligente e sostenibile”, scopri di più sul corso “COMPLEX PROBLEM SOLVING” LAB.

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