Il grande potenziale delle PMI sul sistema Welfare

 Il grande potenziale delle PMI sul sistema Welfare

I nostri piccoli e medi imprenditori (oltre il 95% del tessuto produttivo italiano è costituito da PMI) hanno una grande opportunità di acquisire più centralità e avere un ruolo di maggiore rilevanza in termini di impatto sociale se si muovessero in numero più consistente e coordinato per offrire soluzioni di welfare ai loro dipendenti e collaboratori.

Si definisce welfare aziendale l’insieme di prestazioni, opere e servizi, corrisposti al dipendente in natura o sotto forma di rimborso spese, aventi finalità di rilevanza sociale.

Il welfare aziendale è normato dall’art. 51 del TUIR ed è uno strumento che va ad integrare le politiche retributive e di incentivazione del personale e permette di mettere a disposizione dei dipendenti servizi al posto di aumenti di stipendio, con conseguente risparmio, in termini fiscali, sia per il dipendente che per l’impresa.

Non è la prima volta che questo giornale sottolinea il divario fra Grandi Aziende e PMI nelle politiche di gestione del Capitale Umano.

Ormai tutte le grandi aziende offrono ai propri dipendenti e collaboratori soluzioni di welfare aziendale.

Le PMI sono ancora molto distanti e troppo poco consapevoli dei vantaggi e benefici che un solido impianto welfare produce su attrattività, retention dei giovani, performance e conservazione delle competenze strategiche e di Know How.

Gli imprenditori, anche quando adottano soluzioni per la protezione e la salute di loro stessi e del loro nucleo familiare, spesso non sono a conoscenza delle differenze economiche che comporta l’adesione ad una Cassa di Assistenza rispetto ad una Polizza Assicurativa.

Le polizze assicurative sanitarie, infatti non possono essere inserite nei piani di welfare aziendale perché la loro natura è in contrasto con il requisito di utilità sociale richiesto dal legislatore per i servizi che possono essere inseriti nei piani di welfare.

Invece se si aderisce a un fondo o casse di assistenza sanitaria (tra cui rientrano le mutue sanitarie private, basate, appunto, sul principio di mutualità) “I contributi di assistenza sanitaria integrativa (art. 51, comma 2, letterra a del TUIR) – non concorrono a formare reddito”: possono essere inseriti in un piano welfare.

Nel caso della assistenza sanitaria, oltre al versamento della quota associativa che si è scelto di destinare alla cassa, la normativa prevede l’ulteriore vantaggio costituito dal ridotto contributo di solidarietà all’INPS che è limitato al 10% dell’importo destinato alla cassa sanitaria, come integrazione del patrimonio netto dell’ente.

Una delle opzioni su cui gli imprenditori potrebbero attivarsi, fruendo di tutti i vantaggi sopra esposti, è costituita dall’attivazione di una copertura Long Term Care contro il rischio di non autosufficienza o gravi patologie (art. 51, comma 2, f-quater – TUIR).

Le linee di protezione LTC Long Term Care, sono poco diffuse in Italia e sono particolarmente sostenibili in termini di costi. Hanno il vantaggio di non concorrere a formare reddito imponibile e se si diffondessero in modo più capillare fra i lavoratori delle PMI potrebbero rappresentare un importante argine per contenere il deterioramento delle prestazioni del Welfare Pubblico causati dalla combinazione di invecchiamento della popolazione e dallo sbilanciamento fra popolazione attiva e anziani.

È ormai tangibile il dilagante fenomeno dei costi proibitivi dell’assistenza domiciliare che le famiglie devono affrontare per prendersi cura delle persone anziane che secondo un recente report del CENSIS vede in Italia un numero crescente di ultrasessantacinquenni (14 milioni) di cui
3 milioni con gravi limitazioni nelle attività quotidiane (lavarsi, vestirsi, nutrirsi, andare in bagno, muoversi e spostarsi) e 9,7 milioni con limitazioni che condizionano la vita quotidiana.

Nell’attesa che siano approvati in sede legislativa alcuni provvedimenti per affrontare il fenomeno, fra cui il “Family Act” e il disegno di legge delega sulle “politiche in favore delle persone anziane”, il ruolo decisivo che le PMI possono giocare come “attivatori”, è evidente: la maggior parte dei dipendenti in Italia è un lavoratore di PMI.

Le soluzioni di ASSISTENZA LONG TERM CARE che garantiscono una rendita mensile vitalizia al dipendente in caso di accertata non autosufficienza e un capitale aggiuntivo una tantum con deducibilità fiscale del contributo (Legge di Stabilità 2017) è sicuramente una azione di grande impatto sul capitale Umano di impresa e ha un costo decisamente ridotto rispetto all’attivazione di una Assistenza Sanitaria più completa… ma è comunque un buon inizio soprattutto se si considerano gli effetti sul sistema Welfare Nazionale.

👉 Scopri quanto una protezione #LONGTERMCARE può essere #sostenibile.

Contatta sviluppoassociativo@assidim.it

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