Il Life Sciences lombardo ha retto al Covid e conferma la sua leadership: la filiera genera 74,5 miliardi di euro, il 30% del valore della produzione in Italia

 Il Life Sciences lombardo ha retto al Covid e conferma la sua leadership: la filiera genera 74,5 miliardi di euro, il 30% del valore della produzione in Italia

Nell’ambito del Milano Life Sciences Forum 2022 promosso da Assolombarda, sono stati illustrati, nella sede dell’Associazione, i risultati della ricerca “La rilevanza della Filiera Life Sciences in Lombardia e in Italia”. Un documento che, di fatto, ribadisce la rilevanza del comparto in questo particolare momento storico e certifica, dati alla mano, la centralità della Lombardia nel panorama nazionale e internazionale.

Alla presenza dei rappresentanti delle associazioni di categoria e delle Istituzioni, sono stati illustrati i principali trend ricavati dall’attività di indagine condotta dal Centro Studi di Assolombarda. Tendenze che confermano, nel confronto con le regioni europee, il posizionamento competitivo della Lombardia sul tema delle scienze della vita, oltre che la sua solida specializzazione nell’industria e nei servizi sanitari.

“Come Assolombarda, anche alla luce delle evidenze emerse durante la crisi pandemica, crediamo fortemente nel ruolo della filiera Life Sciences come motore per la salute ma anche per la crescita e lo sviluppo del territorio – ha aggiunto Sergio Dompé, vicepresidente di Assolombarda con delega alle Life Sciences -. Tuttavia, come dimostrano i dati del NADEF, le previsioni di spesa sanitaria sono in controtendenza rispetto ai reali bisogni del SSN e dei cittadini. Si prevede una riduzione della spesa in valore assoluto e della sua incidenza sul PIL (dal 7,1% nel 2022 al 6,1% nel 2025). Questa dinamica, ancora una volta, rischia di minare il percorso di crescita e sostenibilità del sistema della salute, la ricerca e l’innovazione. Il PNRR rappresenta oggi un’opportunità di sviluppo per l’ecosistema, ma non può essere l’unico strumento per rispondere a obiettivi strategici a cui imprese e istituzioni devono aspirare in un percorso congiunto: tra gli altri, ricordo l’upskilling dei professionisti sanitari, il rinnovo del parco tecnologico delle strutture sanitarie con logiche basate sul valore, la transizione ecologica e digital, lo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione. Si tratta di sfide non più procrastinabili che promuoverebbero, ulteriormente, l’eccellenza del nostro Made in Italy e delle strutture del Servizio Sociosanitario regionale. Per fare questo serve un piano strategico e di investimenti per le Scienze della Vita, che veda la spesa sanitaria come investimento per la salute del cittadino e del nostro Paese. Confermiamo, inoltre, la nostra volontà di continuare a collaborare con la Regione Lombardia, il Ministero della Salute e con tutte le organizzazioni che fanno parte della filiera”.

I DATI DELLA FILIERA LIFE SCIENCES

Il rapporto di Assolombarda evidenza che il Covid-19, insieme alle criticità connesse alla pandemia e legate alle catene globali di approvvigionamento e di produzione, non ha arrestato la crescita del settore Life Sciences, sia in Lombardia che a livello nazionale. In base alle elaborazioni fornite dal Centro Studi, in Italia, nel 2021, il valore della produzione che riguarda la filiera ha raggiunto i 250 miliardi di euro, in crescita del 6,9% rispetto al 2020 e del 10,1% rispetto al 2019. Il suo valore aggiunto, inoltre, supera i 105 miliardi (+3,4% vs 2020, +4,8% vs 2019). La Lombardia non fa differenza. Nella regione, infatti, il valore della produzione della filiera ha superato i 74,5 miliardi di euro (+5,4% rispetto al 2020; +5,5% rispetto al 2019); il valore aggiunto si attesta, invece, a quasi 27 miliardi (+3,5% rispetto al 2020; +5,8% rispetto al 2019).

LA CENTRALITÀ DELLA LOMBARDIA

La filiera, insomma, costituisce uno dei piastri dell’economia nazionale: del resto, considerando sia il contributo diretto dei settori Life Sciences che l’indotto attivato in altri comparti economici, nel 2021 il valore aggiunto della filiera in Italia corrisponde al 10,6% del PIL. L’incidenza del sistema, in Lombardia, è ancora superiore ed è pari al 13% del PIL regionale, con un valore aggiunto complessivo diretto e indotto di oltre 51,5 miliardi di euro. Ma non solo, la regione offre anche un contributo considerevole al valore economico complessivo della filiera nazionale: in un’area in cui risiede un sesto della popolazione italiana, operano il 20% degli addetti; si registra, inoltre, il 26% del valore aggiunto e il 30% del valore della produzione della filiera italiana.

IL RUOLO DELL’INDUSTRIA

Una evidenza, quest’ultima, che è strettamente connessa al ruolo dell’industria che, da sola, attiva il 44% del valore della produzione (32,6 miliardi di euro) e il 36% del valore aggiunto (9,7 miliardi di euro) dell’intera filiera Life Sciences. Con riferimento alle due grandezze economiche considerate, rappresenta, inoltre, la metà dell’intero settore a livello nazionale. Non stupisce, in tal senso, la crescita registrata anche in un anno di grave contrazione dell’economia come il 2020: l’industria Life Sciences lombarda, tra il 2019 e il 2021, ha registrato un incremento pari al 9,7% in termini di valore della produzione e al +10,2% di valore aggiunto 

LA LOMBARDIA ECCELLENZA IN EUROPA

La Lombardia delle Life Sciences rappresenta una eccellenza anche nel rapporto con l’Europa. La regione continua, infatti, a distinguersi nel comparto farmaceutico insieme a Cataluña, Baden-Württemberg e Île de France. La ragione è legata al valore aggiunto per abitante pari a 618 euro (dati 2020) superiore ai benchmark. Anche sui mercati internazionali il posizionamento risulta di rilievo: nel 2021, del resto, l’export farmaceutico lombardo ammonta a 7,7 miliardi di euro, con una crescita (+80% nell’ultimo decennio) più contenuta rispetto al top perfomer Baden-Württemberg (+0,7% nel 2021-2019 vs +23,1%) negli anni della pandemia.

IL RUOLO DELLE IMPRESE INDUSTRIALI E DEI SERVIZI SANITARI

Un altro tema importante rilevato dalla ricerca riguarda il ruolo delle imprese industriali. Considerando le 74 maggiori aziende lombarde con fatturato superiore ai 100 milioni di euro, il 60% circa svolge, infatti, una attività produttiva in regione. Alcune di esse si occupano di trial clinici e una quota sempre importante ma più limitata, pari al 40%, dispone, addirittura, di un centro di ricerca aziendale. Quanto ai servizi sanitari, il documento del Centro Studi certifica la loro rilevanza strategica. Una circostanza confermata dalla risposta fornita in occasione dell’emergenza Covid-19 che, tra il 2020 e il 2021, ha riguardato la Lombardia, una tra le aree del mondo più colpite. I servizi sanitari, in particolare, rappresentano il 55% del valore aggiunto e il 34% del valore della produzione dell’intera filiera lombarda. Il settore, in questo territorio, è stato caratterizzato da una “dinamica” positiva tra il 2019 e il 2021 (+7,9% il valore della produzione; +1,2% il valore aggiunto).

Partecipa alla discussione

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.