Il padre del marketing contemporaneo è italiano

Gabriele Carboni firma in Uzbekistan

Quando un Paese lontano migliaia di chilometri riconosce il valore di una visione, quell’eco torna a casa amplificata. È ciò che è accaduto in Uzbekistan, dove il viaggio di Gabriele Carboni, fondatore di Weevo Società Benefit e da poco nominato Professore Onorario della Georgian American University (GAU), ha assunto un significato che va oltre l’accademia e oltre il marketing. Ha assunto il valore simbolico di un passaggio di testimone culturale: l’Italia consegna al mondo la prospettiva di un marketing capace di generare prosperità, e non soltanto profitto.

Un invito istituzionale, un riconoscimento storico

Carboni è stato invitato a Tashkent per una serie di appuntamenti ufficiali dedicati a intelligenza artificiale, etica e sostenibilità. La capitale uzbeka sta vivendo una fase di forte modernizzazione, e le università più autorevoli stanno cercando un orientamento teorico che sappia integrare innovazione, responsabilità e visione sociale. In questo scenario, la presenza di Carboni ha assunto una dimensione strategica.

Durante la visita, il Prof. Carboni ha firmato un accordo formale con il rettore della University of World Economy and Diplomacy (UWED), Safoev Sodyq, figura di primo piano della storia politica uzbeka: già Ministro degli Affari Esteri e Primo Vicepresidente del Senato.
La firma ha sancito l’ingresso del libro “Management Illuminato”, scritto da Carboni insieme a Philip Kotler, all’interno del curriculum di studi dell’università.

Un passaggio che colloca il loro modello delle 3P — People × Purpose × Planet = Prosperità nel cuore del percorso formativo che guiderà i futuri leader dell’Asia Centrale.

Perché il loro modello parla all’Uzbekistan

Il modello delle 3P interpreta il management come una responsabilità che cresce sulle relazioni e sulla cura del bene comune. In Paesi in via di sviluppo, dove il progresso economico convive con bisogni sociali profondi, questo approccio diventa una leva culturale.
Carboni, nei suoi interventi ufficiali, ha sostenuto l’importanza di rimettere la persona al centro della trasformazione digitale, soprattutto quando l’intelligenza artificiale rischia di creare narrazioni che escludono regioni, comunità o identità fragili.

L’IA, secondo l’autore di Esistere su Richiesta, deve diventare un’occasione per amplificare la presenza dell’essere umano nel mondo, non per attenuarla. Il futuro ibrido che si sta formando richiede una visione chiara: la tecnologia che sostiene l’interiorità, la creatività e la capacità di generare valore condiviso.

Il convegno che ha segnato una svolta

Durante il Think Road Forum 2025, uno dei principali eventi intellettuali del Paese, Carboni ha partecipato a una sessione dedicata a IA e sviluppo sostenibile insieme a rappresentanti delle istituzioni uzbeke, studiosi internazionali e responsabili delle politiche digitali della regione.
Il suo intervento ha offerto una prospettiva umanistica, sottolineando come la crescita economica abbia bisogno di una direzione che unisca tecnologia, etica e generatività. Non solo strategie: una cultura.

Carboni ha spiegato che la prosperità è un fenomeno che si alimenta grazie alla qualità delle relazioni, dei significati e delle intenzioni. Un Paese che coltiva questi elementi costruisce una base solida per uno sviluppo duraturo.

“Padre del marketing contemporaneo”

L’espressione che ha attirato l’attenzione — e che ha fatto il giro dell’università — è arrivata direttamente da UWED.
Per presentare Carboni alla comunità accademica, l’ateneo lo ha definito:

“The father of contemporary marketing.”

Un titolo dal peso simbolico evidente, che colloca Gabriele Carboni in continuità ideale con Philip Kotler, considerato il padre del marketing moderno.
La definizione riconosce a Carboni l’evoluzione del paradigma: dal marketing come tecnica al marketing come generazione di valore condiviso; dal marketing orientato al consumo al marketing orientato alla prosperità.

È un riconoscimento che nasce dalla sostanza del suo lavoro: metodologie innovative, visione filosofica, impegno civile e un dialogo costante tra tecnologia e umanità.

Un ponte tra Italia e Uzbekistan

La visita a Tashkent si è trasformata in qualcosa di più di una missione istituzionale. Carboni racconta di essersi sentito accolto non come un ospite, ma come parte di una comunità.
Un clima di fiducia che ha aperto nuove possibilità di collaborazione accademica, culturale e imprenditoriale.

Per un’Italia che costruisce valore attraverso la cultura, la ricerca e l’impresa responsabile, questo tipo di relazioni rappresenta un asset strategico.
E per l’Asia Centrale, realizzare percorsi di management illuminato significa immaginare un futuro che intreccia innovazione e identità.

La direzione è tracciata

Il riconoscimento di UWED non è solo un titolo. È il segnale che il marketing sta cambiando, sta diventando un linguaggio capace di guidare società complesse verso nuove forme di prosperità, e questo cambiamento parla italiano.

Gabriele Carboni si inserisce così in una tradizione culturale che rinnova il ruolo dell’Italia nei processi globali di innovazione: una tradizione che non si limita a esportare modelli, ma costruisce dialoghi, genera futuro e apre strade.

La storia del marketing, da oggi, porta un nuovo nome accanto a quello di Kotler. Ed è un nome italiano.

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