Imprese, svelata la classifica delle 20 aziende italiane più attente al tema dell’inclusione secondo il parere di 56mila collaboratori

 Imprese, svelata la classifica delle 20 aziende italiane più attente al tema dell’inclusione secondo il parere di 56mila collaboratori

Leadership efficace, condivisione di valori significativi e solidi rapporti di fiducia instaurati dal management con tutti i dipendenti. Sono queste alcune delle caratteristiche principali in grado di migliorare la cultura aziendale in termini di diversity, equity & inclusion (DE&I), massimizzando così il potenziale umano con effetti diretti su sviluppo, innovazione e crescita finanziaria di un’organizzazione. È quanto emerge dalla 2ᵃ edizione della classifica, stilata da Great Place to Work Italia, dei “Best Workplaces for Diversity, Equity & Inclusion” ovvero le 20 migliori aziende italiane in grado di offrire ai collaboratori un’esperienza lavorativa capace di sviluppare al meglio il potenziale di ognuno, scelte dalle opinioni espresse da oltre 56mila persone di 131 imprese del Bel Paese con almeno 50 dipendenti. La ricerca completa è consultabile al seguente link: greatplacetowork-classifica-best-workplaces-for-diversity-equity-inclusion-2023. Alla base del ranking c’è il DE&I Index, un indicatore che misura quanto l’ambiente di lavoro e la cultura aziendale vengano percepiti come corretti e inclusivi da parte dei dipendenti, riguardo aspetti specifici della employee experience quali equità di trattamento, accessibilità e coinvolgimento da parte dei manager, assenza di discriminazioni basate su caratteristiche personali quali età e genere, ambiente inclusivo e accogliente, sicurezza psicologica garantita dall’azienda e possibilità di bilanciare vita personale e lavoro. Qui i Best Workplaces DE&I, con un valore pari all’88%, fanno registrare un dato superiore del +22% rispetto alle altre aziende oggetto d’indagine ma non entrate in classifica (66%). Una differenza che emerge anche rispetto ad altri parametri quali il Trust Index (92% vs 74%, +18%), indice che esprime ciò che pensano i collaboratori dell’azienda e la dichiarazione di soddisfazione generale (95% vs 76%, +19%), direttamente collegata ad aspetti come il senso d’appartenenza e l’orgoglio dei dipendenti per il luogo di lavoro.

Ma quali sono le realtà aziendali più inclusive in Italia? Al primo posto troviamo Bending Spoons, impresa lombarda del settore IT con sede a Milano che precede nel ranking American Express, organizzazione attiva nel settore dei servizi finanziari e assicurativi, mentre completa il podio Storeis, realtà veneta con sede a Padova che offre servizi professionali di consulenza in ambito e-commerce e omnichannel retail.  A livello di settori quelli più rappresentati in classifica sono l’Information Technology (25%), i servizi professionali (20%) e quelli finanziari e assicurativi (15%). Analizzando invece la sede degli headquarter delle imprese più inclusive troviamo l’Italia ad occupare la metà del ranking con il 50%, seguita da Stati Uniti (35%) e Francia, Germania e Svizzera con il 5% ciascuno. Come dimensioni, tra le Best Workplaces for DE&I, troviamo 6 grandi aziende con più di 500 collaboratori, altre 6 di media grandezza con un numero di dipendenti compreso tra 150 e 499 e infine 8 organizzazioni che hanno tra i 50 e i 149 dipendenti. “Una cultura inclusiva sui luoghi di lavoro permette che i valori, le norme e le pratiche tipiche di un’organizzazione siano messe in discussione, tenendo in considerazione i bisogni di tutti e non solo quelli del gruppo principale – dichiara Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia Nelle aziende italiane più attente alla diversità e all’inclusione le persone sperimentano maggiori opportunità d’innovazione in termini di possibilità di dire la propria ed essere coinvolti nei cambiamenti e nello sviluppo di nuove idee e modalità di lavoro. Una maggiore diversità nella popolazione aziendale sembra favorire dunque innovazione e creatività, come testimonia la differenza di ben 17 punti percentuali tra le Best Workplaces for DE&I e le altre aziende non in classifica per quanto riguarda le opportunità d’innovazione”. 

Gli aspetti sui quali i Best Workplaces for Diversity, Equity & Inclusionmostrano le differenze principali rispetto alle altre aziende analizzate non entrate in classifica, riguardano l’equità nella retribuzione e l’opportunità di ottenere riconoscimenti speciali (+31%), la particolarità dei benefit riconosciuti ai dipendenti (+28%), la meritocrazia nelle promozioni (+26%) e l’incoraggiamento a trovare un equilibrio fra lavoro e vita privata (+25%). Gli aspetti che hanno un maggiore impatto sulla possibilità delle persone di potersi esprimere liberamente ed essere sé stesse sul posto di lavoro sono: un ambiente di lavoro sano dal punto di vista psicologico, essere trattati come parte integrante dell’azienda, a prescindere dal ruolo, un interesse sincero da parte dei responsabili anche dal punto di vista personale e non solo professionale, l’imparzialità di trattamento indipendentemente dall’età.

In Italia il gap di genere si declina in molte e differenti dimensioni, prima fra tutte quella del work-life balance e del lavoro di cura: gli impegni familiari gravano per oltre il 62% sulle donne lavoratrici. Non solo perché la maternità viene percepita dai più come un ostacolo sia allo svolgimento del lavoro sia alle possibilità di crescita professionale con quasi una donna su 5 che, come svelato dal Rapporto Plus 2022, smette di lavorare dopo la nascita di un figlio. Un altro importante parametro riguarda la presenza femminile nel management aziendale: secondo i dati dell’Osservatorio 4.Manager su 17mila imprese italiane, solo il 28% dei manager sono donne e solo il 19% ha una qualifica dirigenziale. Non si tratta solo del tema dell’eguaglianza negata, ma anche del mancato coinvolgimento di risorse produttive, con conseguenti e rilevanti perdite economiche. Tutti gli studi di settore testimoniano infatti come l’inclusione e le pari opportunità delle donne aumentino il benessere e la produttività aziendale, nella misura in cui il management attinge a tutte le migliori risorse di cui può disporre, senza lasciarne indietro nessuna.

Per questo motivo Great Place to Work Italia e la società partner Fiabilis Consulting Group Italia Srl, punti di riferimento nel panorama della consulenza alle imprese, hanno siglato una partnership strategica per supportare le aziende nella costruzione di un piano strategico di miglioramento per la gestione della parità di genere che le possa poi accompagnare al conseguimento della Certificazione UNI/PdR 125:2022, valorizzando così al meglio l’esperienza lavorativa delle donne all’interno delle organizzazioni. La Certificazione della Parità di Genere, introdotta dalla legge n. 162/2021 e che costituisce una diretta attuazione del PNRR, ha l’obiettivo d’incentivare e sostenere le imprese nell’implementazione di policy di promozione delle pari opportunità, volte a ridurre il divario di genere nelle aree di maggiore criticità. Attualmente, secondo i dati del portale governativo certificazione.pariopportunita.gov.it, sono 412 le aziende italiane che hanno ottenuto la certificazione della parità di genere da uno dei 34 enti certificatori. “Il punto di forza del metodo di lavoro di Great Place to Work e Fiabilis è quello di fornire alle imprese, al contempo, strumenti accurati di raccolta e analisi dati, validati da oltre 40 anni d’esperienza sul campo, e attività di consulenza mirata – spiega Beniamino Bedusa, Presidente di Great Place to Work ItaliaIn altre parole, accompagniamo le aziende in un percorso di reale crescita e trasformazione organizzativa, in un’ottica di miglioramento e di apprendimento continuo da quelle che sono le best company rispetto a tematiche quali la parità di genere e le dinamiche di Diversity, Equity & Inclusion, puntando così a far ottenere loro il riconoscimento di eccellenti luoghi di lavoro”.

Secondo Fernanda Peterson, CEO di Fiabilis Consulting Group Italia Srl “questo percorso è perfettamente compatibile e coerente con le linee guida definite dalla normativa di settore, per consentire alle imprese di misurare i propri sistemi di gestione secondo parametri identici a quelli utilizzati da altre organizzazioni della stessa industry e cluster dimensionale. Lavorando in sinergia con i consulenti di Great Place to Work, riusciamo così a valorizzare doppiamente l’impegno necessario a fare evolvere le strategie di miglioramento verso maggiori livelli di equità di genere”.

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