In calo il credito alle aziende

 In calo il credito alle aziende

La domanda di credito da parte delle aziende italiane è diminuita come conseguenza del repentino rialzo dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, del calo del fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e per  il maggior ricorso all’autofinanziamento (ovvero i flussi finanziari prodotti internamente dall’azienda). Una situazione che pesa sugli investimenti, che sono poco stimolati: la produzione di beni strumentali è infatti  in calo del 3,5% rispetto a un anno fa. Inoltre i dati qualitativi indicano che negli ultimi mesi le condizioni per investire si sono deteriorate, tant’è che  le previsioni delle imprese sulla spesa per investimenti nelle prossime settimane pur improntate a un cauto ottimismo, restano basse.

Cala la domanda sui finanziamenti a lungo termine. Tiene il breve termine.

In poche parole le aziende attendono tempi migliori per investire e se hanno disponibilità liquide attingono a quelle. Sta diminuendo perciò la domanda di fondi per il lungo termine, meno quella per il breve, cioè per scorte/capitale circolante e  pagamento fornitori, come le richieste di anticipi fatture Italia, cioè di  finanziamenti per ottenere in anticipo i futuri incassi di fatture emesse e non ancora scadute; lo smobilizzo crediti di portafoglio ovvero il finanziamento per ottenere anticipi e trasformare in liquidità immediata gli incassi con scadenza futura e l’anticipo transato POS, cioè una linea di credito per ottenere fino al 70/80% degli  incassi POS.

Crescono digitalizzazione ed export

Nel corso del 2023, il 30% delle PMI ha comunque potenziato gli investimenti nel campo digitale rispetto all’anno precedente. Il 45% delle realtà più piccole è oramai avanti nel processo di digitalizzazione, mentre il 25% stenta addirittura a riconoscere alla digitalizzazione un ruolo rilevante nello sviluppo del settore economico di appartenenza, segno questo di una scarsa contezza  delle opportunità offerte dalla digital transformation. Una scarsa consapevolezza comporta  investimenti limitati  non solo in tecnologie ma anche in formazione. Cresce, seppur di poco, l’export e le aziende per rendere il business più efficiente ottimizzando la gestione della liquidità, ricorrono sia a finanziamenti all’esportazione, ovvero  finanziamenti a breve termine  per ottenere liquidità immediata, smobilizzando in anticipo i crediti verso controparti estere a fronte di forniture di merci, sia a finanziamenti import per  fornire liquidità a chi importa merci affinché possa far fronte ai costi di acquisto.

Altro stop per la produzione industriale

Infine, cala la produzione industriale, ma frena anche il terziario. Segno meno anche per il commercio. I prezzi sono aumentati in particolare nei settori abitazione, acqua, energia, alimentari e bevande, servizi e ristorazione. La dinamica dei prezzi si sta stabilizzando, ma naturalmente arriviamo a questo punto con il fiato corto.

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