In che modo siamo intelligenti?

 In che modo siamo intelligenti?

“Possiamo ignorare le differenze e credere che tutte le menti siano uguali. Oppure possiamo sfruttare queste differenze”

H. Gardner

Nel mio articolo precedente ho riflettuto sull’importanza della self-leadership, il saper conoscere se stessi e l’avere consapevolezza delle proprie abilità e dei propri limiti. Una delle caratteristiche che ci contraddistingue in quanto essere umani e che spesso usiamo per valutare la nostra capacità di riuscita in un determinato ruolo, è la nostra intelligenza. Quello che per molto tempo si è dubitato è il fatto che ognuno di noi non solo possieda varie forme di intelligenza diverse ma che possa anche migliorare le proprie capacità intellettive e acquisirne di nuove.

Stiamo usando processi di selezione del talento troppo riduttivi?

Tradizionalmente quando parliamo di intelligenza ci riferiamo infatti a quanto una persona sia intelligente e fondiamo i nostri giudizi quasi esclusivamente – e spesso in modo riduttivo – su un singolo fattore, il nostro quoziente di intelligenza. In particolare, molti dei test utilizzati durante il processo di selezione di un leader sono principalmente mirati a misurare l’intelligenza logico-matematica di una persona o, in alcuni casi, le sue competenze linguistiche. Anche se da un lato questo approccio fornisce una valutazione basata su valori oggettivi e comparabili di alcune delle nostre capacità, dall’altro trascura il fatto che esistono varie forme di intelligenza e rischia di escludere dalla scelta canditati che,  anche se non rispondono ai requisiti tradizionali, potrebbero in realtà diventare ottimi leader perché possiedono una combinazione di capacità intellettive che li rende unici e capaci di vedere le cose da una prospettiva diversa da quella canonica, un aspetto che è particolarmente importante in tempi di incertezza e di cambiamento.

La teoria delle intelligenze multiple

Lo psicologo americano Howard Gardner fu il primo ad introdurre la teoria delle intelligenze multiple nel suo libro “Frames of mind” nel 1983. Per la prima ci si lasciava alle spalle la convinzione che l’intelligenza fosse riducibile ad un singolo concetto quantificabile e si esplorava la possibilità che in realtà potesse esistere in ognuno di noi un’intricata combinazione di abilità, talenti e capacità intellettive diverse e che la vera domanda da porsi fosse “come” o in che ambiti siamo intelligenti, non semplicemente quanto lo siamo. Oggi generalmente menzioniamo nove differenti tipi di intelligenza (Gardner inizialmente ne identificò sei): logico-matematica, linguistico-verbale, visivo-spaziale, musicale, intrapersonale, interpersonale, cinestetica, naturalistica ed esistenziale. Secondo alcuni esperti, altri tipi di intelligenza, come per esempio, quella morale o quella digitale dovrebbero essere aggiunti alla lista per rispecchiare i cambiamenti e le priorità della nostra società attuale.

Perché le intelligenze multiple sono importanti per il leader del futuro?

Alcuni dei concetti legati a questa teoria sono particolarmente utili per le imprese e i leader moderni. Ogni giorno ci dobbiamo confrontare con nuovi concetti e nuove tecnologie come, per esempio, l’intelligenza artificiale, Big Data o IoT che richiedono un cambiamento drastico del nostro modo di fare impresa e di essere leader. La consapevolezza di avere a disposizione una gamma di intelligenze interconnesse e complementari, la cui combinazione ci rende individui unici nel modo in cui creiamo delle idee innovative, ci relazioniamo al nostro team o guidiamo un’azienda, ci permette di allontanarci dalla concezione statica dell’intelligenza e di sviluppare delle menti flessibili, che possono continuare ad apprendere in ambiti diversi e che fanno tesoro di tutte le esperienze – lavorative e non – che accumuliamo durante la nostra carriera.

Ognuno di noi possiede queste intelligenze a livelli diversi ma ha la possibilità non solo di migliorarle ma anche di svilupparne di nuove e di imparare come combinarle al meglio in base al contesto specifico. Un leader con un’intelligenza creativa molto sviluppata, per esempio, propone una visione nuova, adotta approcci e strategie innovativi e pensa fuori dagli schemi.  Allo stesso modo, l’intelligenza interpersonale permette al leader di capire gli altri, saper affrontare situazioni complicate, prendere decisioni complesse e riuscire ad interagire anche con gli interlocutori più difficili. Ma la vera differenza è fatta dal saper combinare queste e altre intelligenze per sapersi adeguare al cambiamento, all’incertezza e all’instabilità che siamo costantemente chiamati ad affrontare nel nostro quotidiano.

Quali sono i vantaggi di applicare questa teoria quando facciamo impresa?

Negli ultimi decenni sia Gardner che molti esperti e accademici nell’ambito dell’educazione e del business hanno sviluppato ulteriormente alcune delle idee iniziali e ne hanno studiato le potenziali applicazioni pratiche.  Altri invece hanno criticato la teoria e la sua validità. A prescindere dal fatto di essere tra i sostenitori o i critici della teoria di Gardner, quello che è veramente importante è che può essere utile in molteplici situazioni, in particolare quando si tratta di:

  • individuare e attrare i leader più adeguati al contesto attuale, anche se non necessariamente rispondono ai canoni tradizionali di leadership;
  • identificare e utilizzare al meglio tutte le capacità e il potenziale di un individuo;
  • incoraggiare la diversità di pensiero e la creatività, entrambi fattori chiave per la sopravvivenza di un’azienda nel contesto attuale;
  • favorire lo sviluppo di leader poliedrici che abbiano una gamma di conoscenze e capacità che li renda non solo tecnicamente competenti ma anche dei visionari, innovatori e carismatici.

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Il prossimo articolo in questa serie dedicata ai vari aspetti della leadership del futuro e all’importanza di formare una nuova generazione di individui che sappiano guidare le PMI in questa fase di cambiamento esplorerà la figura del leader per capire se alla guida delle nostre aziende abbiamo bisogno di un generalista o di uno specialista.

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