In Europa, 8 Imprese su 10 puntano sull’Export per far crescere il business, diventare più resilienti e innovarsi

 In Europa, 8 Imprese su 10 puntano sull’Export per far crescere il business, diventare più resilienti e innovarsi

Le imprese europee si muovono verso la globalizzazione per sbloccare il loro potenziale di crescita, con l’80% di loro attualmente impegnate nell’export e il 70% che si aspetta un ulteriore rafforzamento sui mercati esteri, con l’obiettivo di consolidare il proprio posizionamento. Allo stesso tempo, le PMI continuano a scontrarsi con ostacoli strutturali nei processi di export, legati a logistica, mancanza di familiarità con i mercati esteri, burocrazia in aumento, concorrenza sui prezzi e all’inadeguatezza della capacità produttiva.

Questi sono alcuni dei risultati emersi dall’Export Opportunity Report di Alibaba Group, che ha esaminato oltre 9.000 aziende europee distribuite su nove diversi mercati.

Il rapporto mette in luce una fervente attività di esportazione in tutta l’Europa: per il 79% delle aziende coinvolte, le proprie esportazioni hanno rafforzato le attività mentre l’opportunità di vendere all’estero è considerata un asset fondamentale per il successo futuro. In media, gli imprenditori intervistati hanno dichiarato che, considerando l’ultimo anno, il 52% del fatturato annuale delle loro aziende proviene dalle esportazioni.

Un driver di crescita non ancora sfruttato pienamente dalle PMI

In aggiunta ai benefici diretti del commercio internazionale, l’indagine rivela anche che l’export porta alle imprese diversi vantaggi aggiuntivi: l’80% degli intervistati afferma, infatti, che l’attività di esportazione ha stimolato direttamente l’innovazione della propria azienda e migliorato le capacità produttive, spingendo ad aumentare l’organico e ad ampliare la gamma di prodotti.

Nonostante queste potenzialità in termini di crescita aziendale e innovazione, il report dimostra che le PMI sono in ritardo rispetto alle grandi imprese quando si tratta di coglierli: attualmente il 23% delle PMI non esporta affatto, bloccando così il proprio potenziale di crescita verso i mercati esteri.

Una tutela dalle incertezze dell’economia domestica

In un periodo di incertezza economica e di aumento dei costi produttivi come quello che le aziende stanno affrontando, le esportazioni costituiscono una sorta di tutela per le imprese aiutandole così diversificare i mercati di sbocco e ad accedere a nuove opportunità. In particolare, gli intervistati sostengono che le esportazioni forniscono una protezione contro le potenziali criticità del proprio

mercato interno, e quasi quattro su cinque (79%) affermano che l’esportazione ha alleviato le pressioni interne.

“Questo report sottolinea quanto sia importante per le imprese avere una strategia basata sull’export e una che punta sul digitale come strumenti essenziali per perseguire una crescita sostenibile e a lungo termine”, afferma Michael Evans, Presidente di Alibaba Group, che supporta migliaia di imprese europee nell’esportazione globale attraverso tecnologia, consulenza e infrastrutture logistiche.
Le evidenze del report rivelano che le imprese che esportano sono più resilienti, innovative, in grado di attrarre e trattenere i migliori talenti e, cosa fondamentale, in grado di crescere anche in un clima economico complesso“.

Supply chain, logistica e burocrazia rischiano di frenare l’export

Nonostante i chiari vantaggi che derivano dall’esportazione, le imprese, in particolare le PMI, continuano a incontrare ostacoli nel commercio internazionale. Le sfide legate alla catena di approvvigionamento e alla logistica sono citate come i maggiori ostacoli (20%), seguite dalla mancanza di consapevolezza culturale e familiarità con i mercati esteri (19%), dall’aumento delle pratiche burocratiche (18%), dalla concorrenza sui prezzi (18%) e dall’inadeguatezza della capacità produttiva (18%). Anche la difficoltà nel trovare partner fidati per l’export emerge come un ostacolo per il commercio internazionale.

Anche le difficoltà di riuscire a trovare un partner affidabile si collocano ai primi posti nella lista degli ostacoli al commercio internazionale. Le imprese del Regno Unito e della Francia vedono nelle difficoltà relative alla catena di approvvigionamento e alla logistica i maggiori ostacoli all’esportazione (22%), mentre le aziende tedesche hanno classificato la mancanza di consapevolezza culturale/familiarità con il mercato estero come la problematica principale (22%). Per le imprese svedesi, invece, l’aumento delle pratiche burocratiche è stato il principale ostacolo all’esportazione (22%).

Oltre un quarto degli intervistati (28%) esporta in altri Paesi dell’UE, il 21% in Nord America e il 19% in Cina. In Europa, Belgio e la Danimarca hanno la percentuale più alta di imprese che esportano (90%), seguite da Germania (73%) e i Paesi Bassi (70%).

Digitalizzazione e l’e-commerce trainano le esportazioni

La digitalizzazione e l’e-commerce sono sempre più centrali nelle strategie delle imprese e sono considerati fondamentali per far crescere il business in modo resiliente, specialmente nello scenario post pandemico. Complessivamente, circa il 61% delle aziende sta già lavorando con i mercati online per incrementare le esportazioni. Circa un quarto (25%) delle aziende intervistate ha iniziato a lavorare con i marketplace online durante la pandemia, con in testa Belgio (38%) e Regno Unito (30%). Complessivamente, l’80% delle aziende concorda sul fatto che l’esportazione ha influito sulla propria trasformazione digitale e il 76% sostiene che la l’uso degli strumenti digitali ha accelerato il loro business dopo la pandemia.

Quasi un terzo (30%) delle aziende attive sui marketplace online afferma che questo ha permesso loro di espandersi in nuovi mercati geografici, grazie a una migliore pianificazione delle scorte (29%), una semplificazione dell’accesso alle nuove tecnologie e strumenti di comunicazione (29%) e una maggiore conoscenza dei concorrenti e del mercato (29%).

Il 76% delle aziende che hanno intrapreso un processo di digitalizzazione afferma che questo ha contribuito a rendere l’attività più efficiente e a ridurre i costi. Inoltre, secondo le aziende, gli investimenti nei processi digitali hanno migliorato la qualità dei prodotti e/o del servizio clienti (77%). Tra gli strumenti più utilizzati i social media (16%), lo smart marketing (14%), la pubblicità

digitale (13%), l’analisi dei dati (14%) e l’autorizzazione digitale (12%).

Nel complesso, il rapporto rivela che le imprese europee sono pronte a cogliere le opportunità e i vantaggi dell’export, nonostante esistano ancora molti ostacoli strutturali, soprattutto per le PMI. In questo senso, la digitalizzazione e l’e-commerce rappresentano strumenti preziosi per superare queste sfide e consentire alle aziende di vendere i propri prodotti all’estero, sviluppando le proprie potenzialità di crescita, di business e di innovazione, tutelandosi dalle imprevedibilità dei mercati nazionali.

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