Indice Sef – Confesercenti SWG: Migliora la solidità economica delle famiglie, al top dal 2013. Ma nel mezzogiorno il 16% non arriva alla fine del mese, è il doppio del nord

Indice di Solidità Economica delle Famiglie: variazione dicembre 2013-ottobre 2015
Questa la fotografia scattata dall’ultima rilevazione trimestrale di ottobre dell’indice di solidità economica delle famiglie italiane – SEF – che segnala il livello di solidità che i nuclei familiari ritengono di avere. L’indice è composto di cinque indicatori relativi ai nuclei familiari: redditi, situazione finanziaria, consumi, percezione diacronica, qualità della vita sul territorio di appartenenza.
«C’è un miglioramento percepibile – analizza Confesercenti – ma la lunga crisi economica ha approfondito le distanze tra le macro aree del Paese. Le famiglie delle regioni meridionali, in particolare, fanno fatica ad uscire dalle difficoltà, recependo dopo e più debolmente delle altre i segnali di ripresa. Da questo punto di vista è apprezzabile il piano straordinario di interventi previsto per il Mezzogiorno nella Legge di Stabilità: ma in passato ce ne sono stati altri, rivelatisi alla fine quasi tutti inefficaci. Dobbiamo cambiare passo: ora serve un approccio strutturale, che favorisca le attività – come quelle commerciali, turistiche e culturali – che non possono delocalizzare».
Redditi – A livello nazionale prosegue il trend di leggero miglioramento generale del sentiment delle famiglie sulla propria capacità reddituale, percezione probabilmente collegata ai segnali positivi di ripresa dell’economia e dell’occupazione. Non tutto è risolto: ancora circa la metà delle famiglie (anche se la percentuale scende al 48% dal 50% di luglio) segnala che il proprio reddito le consente di pagare appena le spese, senza potersi permettere ulteriori lussi, mentre sale dal 36% al 38% la quota di coloro che sente di avere un reddito che permette di vivere senza affanni. Ma è soprattutto al Nord e al Centro che si avverte la ripartenza: il 47% (il 44% a luglio) delle famiglie ‘serene’ sono settentrionali, mentre il 35% ( il 31% a luglio) risiede nella parte centrale. Al Sud, invece, la crisi è ancora forte: le famiglie serene sono solo il 29%, mentre quelle che segnalano di avere un reddito che non permette di arrivare alla fine del mese è il 16%, lo stesso valore di luglio fa, contro il 13% registrato al centro e l’8% del Nord.
Situazione finanziaria – In leggera discesa, a livello nazionale, anche la quota di famiglie che si dichiara insoddisfatta della propria situazione finanziaria (voce che include, oltre al reddito, eventuali debiti e patrimoni): ad ottobre sono ancora la maggioranza ma scendono dal 54% al 53%. Anche in questo caso, sono fortissime le differenze tra le macro-aree del Paese: al Nord le famiglie che si percepiscono soddisfatte sono il 58%, al Centro il 45% mentre al Sud solo il 36%, mentre il 64% dei nuclei familiari insoddisfatti risiede nel Mezzogiorno, il 55% si trova al Centro ed il 42% risiede al Nord.
Consumi – Prosegue il leggero recupero della percezione positiva delle famiglie italiane riguardo ai consumi: quasi 3 famiglie su 10 (il 29%, era il 27% a luglio) pensa che nei prossimi sei mesi si assisterà ad un aumento. Scende ancora, invece, la percentuale di coloro che intravede un calo dei consumi: è il 25% contro il 28% di luglio. Ma l’Italia è divisa anche sul fronte delle spese per acquisti: mentre il 32% di coloro che intravedono un calo nei prossimi mesi risiede al Sud, solo la meta, il 16% si trova al Nord.
Percezione diacronica – Segnali di miglioramento nel complesso in aumento, dunque, ma le famiglie italiane avvertono ancora una ripresa con il freno a mano tirato: il 54% afferma, infatti, di vivere come un anno fa senza intercettare particolari cambiamenti (era il 52% a luglio). Scende però, la quota di famiglie che dichiara di vivere peggio rispetto ad un anno fa: è il 38% contro il 45% di luglio. Mentre sale dal 3% all’8% la percentuale di famiglie che ‘sente’ di vivere meglio rispetto al 2014: di queste, solo il 4% risiede al Sud mentre l’11% si trova al Nord.
Qualità della vita sul territorio – È in lieve miglioramento, rispetto a luglio, l’indicatore della percezione della qualità della vita del territorio per le famiglie italiane: la qualità di vita del territorio è accettabile per il 40% (era il 38%) mentre assegna un voto soddisfacente il 39% contro il 40% di luglio. È inaccettabile, invece, per il 21% delle famiglie italiane (era il 22% a luglio). Passando all’analisi delle macro-regioni, è evidente come a trainare il dato complessivo sia stato il nord, le cui famiglie danno un voto medio di 7 alla qualità della vita del territorio in cui vive, contro il 5.5 assegnato al Centro ed il 4.4 del sud.
Tabella di sintesi, confronto di alcuni indicatori per macro-aerea (ottobre 2015)
Area | Punteggio indice SEF | Quota di famiglie con reddito insufficiente (%) | Quota di famiglie con situazione finanziaria insoddisfacente (%) | Quota di famiglie che prevedono aumento consumi | Famiglie che vedono un miglioramento rispetto a un anno fa | Voto assegnato al territorio |
Nord | 65 | 8 | 42 | 36 | 11 | 7 |
Centro | 58 | 13 | 55 | 26 | 6 | 5,5 |
Sud | 52 | 16 | 64 | 25 | 4 | 4,4 |
ITALIA | 58 | 12 | 53 | 29 | 8 | 5,7 |
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