ITS e Apprendistato: presentazione della ricerca condotta da Fondazione ADAPT e Intesa Sanpaolo

 ITS e Apprendistato: presentazione della ricerca condotta da Fondazione ADAPT e Intesa Sanpaolo

Sono stati presentati ieri i risultati della ricerca L’apprendistato di alta formazione per il conseguimento del diploma ITS: dati, esperienze, prospettive, promossa da Intesa Sanpaolo con la collaborazione di Fondazione ADAPT. Dai dati emerge che percorsi ITS svolti in apprendistato garantiscono agli studenti maggiore stabilità occupazionale mentre forniscono alle imprese risposte concrete ai loro fabbisogni formativi.

Il quadro nazionale

In Italia i NEET (che non studiano e non lavorano) sono il 17,8% dei giovani tra i 18 e 29 anni. Il forte calo demografico che si protrae da oltre vent’anni vede i lavoratori tra i 50 e i 64 anni quasi raddoppiati (+91%) e oggi un lavoratore su tre ha più di 50 anni. A questo si aggiunge la fase di doppia transizione, green e digital, che si sta attraversando e che richiede un robusto investimento sulle competenze dei lavoratori, così da potenziare la «capacità di assorbimento» delle imprese dei territori. Il risultato è che il 46% delle figure ricercate dalle imprese è di difficile reperimento.

Le Fondazioni ITS

In questo contesto, gli ITS rappresentano un segmento formativo d’eccellenza, con tassi di placement dei diplomati che si attestano attorno all’80% a 12 mesi dal conseguimento del titolo, e soprattutto il 91% di loro svolge un lavoro coerente con quanto studiato. Elemento chiave del loro successo è la stretta connessione con il mondo del lavoro, che può essere ulteriormente rafforzata grazie al ricorso all’apprendistato di alta formazione.

La ricerca condotta da Intesa Sanpaolo e Fondazione ADAPT ha fatto emergere che le Fondazioni ITS che erogano corsi in apprendistato hanno un tasso di placement dei diplomati ancora più elevato, pari a circa l’86%.

Diffusione dellapprendistato

L’apprendistato è uno strumento ancora poco diffuso, ma a cui aziende e Fondazioni ITS guardano con crescente interesse: si passa dai 14 contratti attivati nel 2017 ai 184 dell’anno scorso. Grazie all’analisi qualitativa che ha coinvolto 77 Fondazioni ITS, la ricerca ha permesso di mettere in evidenza i punti di forza e le criticità di questo strumento e individuare strategie per favorirne il ricorso.

Il 27% degli intervistati ha individuato come punto di forza il miglior dialogo tra Fondazione e Imprese e il 26% il miglior placement dei diplomati; in generale è stato evidenziato come questo strumento contribuisca a propagare linnovazione. Sul fronte delle criticità, dalle interviste emerge che le principali difficoltà sono legate alla poca chiarezza della normativa vigente, oltre che alla complessità organizzativa e gestionale.

Durante l’evento, tramite videomessaggio, è intervenuta anche l’Onorevole Paola Frassinetti, Sottosegretaria al ministero dell’Istruzione e del Merito, sottolineando che “Gli ITS permettono ai giovani di avere quelle competenze tecniche che servono alle imprese e allo stesso tempo la formazione giusta, da essi offerta, può dare la possibilità ai giovani stessi di aprire nuove imprese“.

La ricerca mette quindi a disposizione di tutti gli interessati – giovani, ITS, e imprese – un documento agile in grado di fornire le ragioni (parte 1), condividere le esperienze e i modelli organizzativi (parte 2) e gli strumenti e metodi (parte 3) per “fare apprendistato” all’interno dei percorsi ITS. “ITS e apprendistato sono strumenti concreti con cui dare risposta ai giovani in cerca di percorsi professionalizzanti e di un rapido ingresso nel mondo del lavoro e ai fabbisogni di competenze delle imprese. Formazione, innovazione, ricerca e lavoro devono stare assieme, oggi più che mai, e questi strumenti possono aiutare a costruire e rinsaldare questo legame” chiude Seghezzi.

Immagine di Drazen Zigic su Freepik 

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