La cultura del lusso in Cina

Sono passati ormai più di dieci anni dalla prima pubblicazione in Cina, nel settembre 2005, della rivista Vogue. Per il suo “compleanno”, la patinata testata di moda, si regala un’edizione “speciale” al cui interno ben 123 pagine sono completamente dedicate ai brand del lusso. Nonostante la presenza di grandi competitor, oggi Vogue Cina è una vera e propria bibbia per milioni di fashion addicted cinesi. Angelina Cheung, l’Anna Wintour d’Oriente, una delle donne più influenti nel mondo della moda, durante le celebrazioni alla Fashion Week milanese, ha parlato di propositi per il futuro e di come è cambiato il mercato cinese negli ultimi anni: consumatori più attenti a qualità e stile, che non ricercano solo il marchio, ma vogliono qualcosa in più dal brand, un valore aggiunto in termini di novità ed esperienza.
“Con Vogue è nata una nuova classe di consumatori cinesi pronta ad acquistare prodotti di lusso, in Europa ci sono voluti cinquant’anni per creare una Luxury Fashion Culture, qui in Cina solo dieci!”. Angelica Cheung
Il mercato cinese si evolve con ritmi sempre più rapidi, secondo MCKinsey&Company, entro il 2020 i volumi di affari del mercato cinese raggiungeranno l’apice, attestandosi tra 420 e 650 miliardi di dollari.
L’ex “Impero Celeste” si sta trasformando nella “Mirabilia” del lusso, soprattutto per i prodotti Made in Italy. Francesco Fiordelli, presidente di FF Italian Fashion Design Company e presidente onorario della China (Guangzhou) International Fashion Week, punta tutto sul questo mercato, dove anche prodotti di nicchia Made in Italy, come le sue collezioni, trovano il loro spazio.
Ma sviluppare un e-commerce non è semplice, il mercato cinese nasconde grandi difficoltà tecniche, infrastrutturali, insidie normative e sono molti i fattori di possono contribuire all’insuccesso dell’impresa. Secondo la Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina, i problemi maggiori riscontrati dalle PMI nel “lancio” di una nuova piattaforma per il commercio elettronico, sono legati al “Great Firewall”, un sofisticato sistema di filtraggio e censura di internet gestito dal Governo Cinese.
Tale “filtro” incrementa anche del 10% i tempi di visualizzazione delle pagine, rendendo la navigazione molto lenta e ostacolando la distribuzione dei contenuti, con il risultato di ridurre in modo sensibile le web performance degli e-commerce. Per le aziende italiane il settore del lusso rimane molto interessante e le prospettive di crescita in Cina sono ottime, ma è necessaria un’attenta pianificazione per un impiego soddisfacente delle piattaforme di commercio elettronico e bisogna anche valutare accuratamente i partner a cui affidarsi, onde evitare un alto tasso di “abbandono del carrello”, ovvero il check-out degli utenti dal sito ancor prima di concludere l’acquisto, un comportamento che molto spesso è indice di una user-experience negativa.
È indispensabile dunque, una Content Delivery Network progettata e dedicata specificatamente alla distribuzione di contenuti in Cina. Ma cos’è una CDN e come funziona? Qui tutte le risposte!
Fonti:
CDNetworks è l’unica azienda di CDN a livello internazionale a possedere le competenze e un’infrastruttura proprietaria nei mercati della Cina e della Russia, oltre a coprire il resto del mondo grazie a una fitta rete di nodi per il content delivery. Scopri di più: cdnetworks.com
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