La “dittatura delle abitudini” e come usarle a nostro favore

 La “dittatura delle abitudini” e come usarle a nostro favore

Quando ti svegli la mattina cosa fai? Ti alzi subito, o chiudi gli occhi ancora qualche minuto? Accendi la macchina del caffè, vai in bagno e fai colazione? Oppure scrivi a letto la tua to do list della giornata? Fai prima la doccia, poi svegli la tua famiglia e fate colazione insieme? Prepari gli abiti di lavoro la sera prima o ti sbizzarrisci nella ricerca della camicia giusta e delle scarpe la mattina stessa?

Difficilmente cambiamo ogni giorno le routine, cioè cosa facciamo per prima cosa, poi le altre.

Tutti noi inneschiamo una sorta di pilota automatico.

Molti dei nostri comportamenti quotidiani, dalle scelte alimentari alla gestione del tempo, sono regolati dalle abitudini, senza che ne siamo esserne pienamente consapevoli. Le nostre abitudini hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana, influenzano le decisioni, le azioni e, in ultima analisi, il corso della vita.

Il nostro cervello adora la routine, così non si affatica a prendere decisioni. Riserva i suoi preziosi neuroni a risolvere questioni rilevanti.

Nel suo “Il potere delle abitudini” Charles Duhigg definisce l’abitudine come un comportamento ripetitivo che, una volta formato, diventa automatico e si manifesta senza bisogno di riflessione conscia.

Fornisce struttura, prevedibilità, e contribuisce a una sensazione di stabilità alla nostra psiche.

Le abitudini si formano attraverso un ciclo ripetitivo di:

  • innesco (trigger),
  • routine (il comportamento abituale)
  • ricompensa (il beneficio percepito).

Ci sono buone abitudini, che vogliamo riconfermare. Come quella di ritagliarci mezz’ora ogni mattina prima che si risvegli la famiglia per pensare, leggere, muovere il corpo.

Poi ci sono abitudini dannose, che vogliamo cambiare. Come smettere di fumare, ad esempio, o di mangiare cibo spazzatura, di rinviare le decisioni difficili e le azioni rischiose ma rilevanti.

Volere è potere? La forza di volontà è sopravvalutata.

La forza di volontà è una risorsa limitata. Come un muscolo, può affaticarsi e indebolirsi dopo un uso prolungato.

Contare esclusivamente sulla forza di volontà per cambiare un’abitudine può essere inefficace, soprattutto quando siamo stanchi o stressati.

Cambiare un’abitudine richiede la creazione di nuovi meccanismi automatici che possano sostituire quelli esistenti. Compreso, rimuovere le tentazioni. Se vuoi seguire una dieta detox, cosa ci fa il gelato in freezer?

Nella Gestione Aziendale, le buone abitudini da radicare:

  • Iniziare la settimana con una riunione di coordinamento dei tuoi diretti collaboratori : per allineare il team sulle priorità e le attività rilevanti.. Ogni lunedi alle 9.30.
  • Rafforzare la routine di controllo qualità: Stabilire controlli regolari quotidiani, alle 11,30 ogni giorno, per assicurarti che i prodotti rispettino gli standard richiesti.

Le Abitudini dannose, da cambiare:

  • Rinviare le decisioni importanti può portare a inefficienze e problemi operativi. Ad esempio, ritardare l’approvazione di un nuovo fornitore può causare interruzioni o rallentamenti nella produzione.
  • Evitare i feedback: Non affrontare criticità di prestazione del personale perché ci pesa il conflitto che può crearsi può deteriorare la produttività e la qualità nel tempo. Come sempre, come diciamo le cose fa tutta la differenza.

Cambia le Abitudini in 7 Step:

  1. Identifica cosa vuoi cambiare e perché: La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento. Ad esempio, un imprenditore può voler migliorare la puntualità nelle consegne o renderle più veloci, per diventare più efficiente dei concorrenti.
  2. Analizza il ciclo dell’abitudine: Fondamentale comprendere l’innesco della routine, in alcuni casi il collo di bottiglia che produce un rallentamento, e la ricompensa associata all’abitudine da modificare, a volte la pigrizia di non evadere velocemente un ordine.
  3. Ora, modifica l’innesco: Cambiare ciò che innesca l’abitudine può interrompere il ciclo. Automatizzare un passaggio che oggi avviene ancora su carta. Oppure, se vuoi evitare di rinviare le decisioni difficili, potresti programmare momenti specifici della giornata dedicati esclusivamente a questo scopo. Tutti i giorni dalle15.00 alle 15.30 ti crei lo spazio “decisioni o azioni difficili” in agenda. Così non trovi il pretesto per rimandare ancora.
  4. Sostituisci la routine: Sostituire la routine indesiderata con una nuova, positiva. Se un manager desidera migliorare la comunicazione interna fra i vari settori aziendali, potrebbe introdurre una routine settimanale di discussione con le persone che intende coinvolgere, ad esempio, tutti i venerdi dalle 11.00 alle 12.00.
  5. Mantieni la ricompensa: La nuova routine deve offrire una ricompensa simile o migliore a quella della vecchia abitudine. Ad esempio, riconoscere pubblicamente a un collaboratore  l’impegno per un lavoro ben fatto può incentivare altri comportamenti analoghi.
  6. Utilizza rinforzi positivi: Premiare se stessi e altri può incentivare la riconferma della nuova abitudine. Le ricompense possono essere bonus o semplici apprezzamenti pubblici.
  7. Crea un ambiente favorevole: Modificare il contesto per renderlo più favorevole alla nuova abitudine è una buona mossa Ad esempio, per migliorare la sicurezza sul lavoro, si può investire in nuove attrezzature di protezione e in formazione dei dipendenti.

Cambiare un’abitudine richiede più della semplice forza di volontà.

Richiede tempo, costanza per non arrendersi di fronte alle inevitabili scivolate e continuare a impegnarsi. Monitorare i progressi e riflettere su cosa funziona e cosa no. Essere pronti ad adattare il cambiamento in base alle esperienze e ai feedback.

Il confronto con altri imprenditori, colleghi, consulenti aziendali può fornire supporto emotivo e pratico. Avere qualcuno con cui condividere il percorso ti fa raggiungere più facilmente il traguardo.

La frase su cui riflettere:

“L’immagine che abbiamo di noi stessi e le nostre abitudini tendono ad andare insieme. Cambia uno dei due fattori e vedrai automaticamente cambiare anche l’altro, Maxwell Maltz, chirurgo estetico, autore di Psicocibernetica.

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