La percezione del rischio nelle PMI: Cigni neri e code grasse (1^ Parte)

 La percezione del rischio nelle PMI: Cigni neri e code grasse (1^ Parte)

Nel mondo complesso e instabile in cui viviamo ci siamo trovati ad affrontare eventi altamente improbabili con elevato impatto sulla società, sull’economia, sulla nostra vita. 

Sono i “Cigni neri” (black swans).

Così li chiama Nassim Nicholas Taleb nel suo libro “Il Cigno Nero: Come l’improbabile governa la nostra vita”.

Abbiamo dovuto prendere decisioni e agire velocemente, senza informazioni complete, in ambiti e dimensioni di rischio prima sconosciute.

Negli ultimi anni alcuni “cigni neri” ci hanno colpito, con effetti devastanti, da cui non ci siamo ancora ripresi:

1.      La crisi finanziaria del 2008 con l’improvvisa bancarotta di Lehman Brothers, una delle maggiori banche d’investimento al mondo, che ha contaminato i mercati finanziari globali e innescato una grave crisi economica, che neppure gli esperti del settore finanziario avevano previsto. 

Anche le nostre PMI ne sono state colpite. Così come in Europa e in Italia abbiamo subito l’onda lunga della crisi del debito sovrano dell’Unione Europea del 2010-2012.

2.      L’attacco terroristico alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, che ha prodotto uno shock sull’economia e sulla nostra stessa percezione di sicurezza.

3.      La pandemia di COVID-19, che ha causato una grave crisi sanitaria ed economica in tutto il mondo, di cui oggi non vediamo ancora la fine. L’impatto è stato rilevante per le PMI in tutto il mondo, in particolare per quelle che operano in settori come l’ospitalità, la ristorazione, il turismo e l’intrattenimento. Molte hanno subìto la chiusura forzata o un critico calo delle entrate, rischiando la loro stessa sopravvivenza.

4.      Il conflitto alle porte dell’Europa fra Russia e Ucraina, di forte impatto geopolitico ed economico, a partire dai modi e costi di approvvigionamento dell’energia e di alcune materie prime, di grande rilievo anche per l’attività delle nostre PMI.

5.      I disastri naturali, come il terremoto in Turchia e Siria dei giorni scorsi e alluvioni, incendi boschivi e uragani che causano danni mortali agli esseri umani e distruggono immobili, infrastrutture, attrezzature, imprese, lasciando chi sopravvive anche senza alcuna fonte di reddito. Disastri prodotti dall’uomo, come l’esplosione della nave petrolifera Deepwater Horizon nel 2010, che ha causato uno dei peggiori disastri ambientali della storia degli Stati Uniti, con conseguenze negative anche per l’industria petrolifera e per molte aziende collegate.

6.      Un “cigno nero di prodotto”, come Il ritiro di massa del cellulare Galaxy Note 7 di Samsung nel 2016, perché rischiava di esplodere. Con danni elevati alla reputazione di Samsung e al suo valore azionario.

Le probabilità di “cigni neri” possono variare in base al settore. Certamente il settore finanziario è più suscettibile a “cigni neri” a causa della natura complessa dei mercati finanziari e dei derivati. Al contrario del settore alimentare, che ha una “domanda di cibo” più stabile e prevedibile.

Stai attento alle “Code grasse”.

Se i “cigni neri” sono imprevedibili, possiamo, anzi dobbiamo prestare attenzione alle “code grasse” (fat tails). Le code grasse sono variabili anomale rispetto alle situazioni considerate dalle medie statistiche, che possono produrre eventi ad alto impatto negativo sulla attività e sulla vita stessa della nostra impresa.

Taleb ci consiglia di monitorare come punti nevralgici di attenzione in alcune specifiche zone calde di rischio. 

Le scopriremo insieme martedi prossimo. (Continua)

La frase di oggi

“Ora non è il momento di pensare a ciò che non hai. E’ il momento di pensare a ciò che puoi fare con quello che hai” Ernest Hemingway – Premio Nobel per la letteratura (1954).

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