La plastica regina del packaging del Food italiano

 La plastica regina del packaging del Food italiano

Il materiale preferito dal mercato nazionale per gli imballaggi, in particolare per il Food, continua a essere la plastica, tanto che la produzione nostrana è insufficiente e sale il dato dell’import, soprattutto per le bottiglie oltre i 2 litri, che segna +5,1% fra gennaio/febbraio del 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Negativo invece il trend dell’export, in particolare per le bottiglie sotto i due litri, che sono le più usate in assoluto dal settore Food and Beverage: -14,6% stimato nello stesso arco di tempo del dato precedente.

Uno scenario in cui il Food fa la parte del leone, considerando che l’incidenza del settore Food a volume sull’utilizzo complessivo di imballaggi in plastica in Italia è del 51,2%, seguito  da bevande, chimico e cosmetici (Dati 2019 Agrifood monitor su base Istat).

La plastica frena l’export del packaging nazionale? Il settore dà nel suo complesso segnali di dinamismo:  +8,3% fra 2007 e 2020, con una flessione fisiologica causa pandemia nel 2020 che si è chiuso con un calo del 3,1% per i volumi di produzione. In questo contesto la plastica si stacca con un dato decisamente negativo, quel -14,6% riferito al 2021. Anche l’export del Food cresce nell’ultimo anno, come è stato già evidenziato da recenti analisi di Osservatorio Food, segnando +1,2% tendenziale. Su un settore solidamente affermato nel gradimento dei paesi stranieri, tanto da assicurare la tenuta dell’export nonostante la pandemia, c’è da chiedersi se la scelta della plastica nel suo utilizzo tradizionale non rischi quindi di frenare il settore. Ma il packaging nazionale sembra in fermento per iniziare una nuova era sulla scia del Green Deal europeo.

È l’analisi di Osservatorio Food – centro di raccolta e analisi dati di Food, società editoriale multicanale specializzata nell’agroalimentare italiano, da 30 anni punto di riferimento per il food&beverage nazionale – che ha raccolto le voci del settore in profonda trasformazione, in tutte le sue diverse applicazioni.

Gli operatori dei vari segmenti del comparto delle bioplastiche, ad esempio, si vanno espandendo nel mercato italiano un po’ a macchia di leopardo, di riflesso alle difficoltà e alle incertezze  che riguardano l’andamento dei prezzi e dei consumi. “In generale – commenta Elisabetta Bottazzoli, direttore di Assobioplastichei settori degli shopper e dei sacchetti per la raccolta della frazione organica mostrano un andamento più o meno stabile, ma ci aspettiamo un ulteriore consolidamento grazie alla nuova normativa di recepimento del pacchetto europeo sull’economia circolare, che rende obbligatoria la raccolta differenziata dell’umido entro la fine dell’anno in corso”. Una tendenza, quella di anticipare le disposizioni normative sui temi relativo all’impatto ambientale, come l’economia circolare o la decarbonizzazione, che è caratteristica in particolare del retail, sottolinea l’associazione, a conferma del fatto che il sistema italiano rappresenta un modello avanzato di gestione integrata del ciclo di vita dei manufatti biodegradabili e computabili.

A ulteriore dimostrazione della dinamicità del settore verso una svolta Green, nel maggio 2020 Anna Paola Cavanna, presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio, ha firmato l’atto costitutivo della Fondazione Carta Etica del Packaging, assumendone la carica di presidente. Uno dei progetti in corso riguarda l’attivazione di un algoritmograzie al quale – spiega Anna Paola Cavanna – le aziende saranno in grado di misurare il posizionamento dei loro prodotti in termini di sostenibilità ambientale

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