La ripresa nell’Eurozona è insufficiente a invertire la tendenza sul mercato del lavoro

La domanda interna costituirà il principale fattore trainante mentre per le esportazioni nette è atteso un incremento marginale. Nell’orizzonte di previsione, gli investimenti fissi lordi continueranno a migliorare, stimolati dall’aumento della produzione e dalla necessità di ricostituire la capacità produttiva.
Le prospettive per i consumi privati, invece, rimarranno meno favorevoli a causa delle condizioni ancora negative del mercato del lavoro e della bassa crescita del reddito disponibile in termini reali.
Sotto l’ipotesi che il prezzo del petrolio si stabilizzi a 114$ al barile e che il tasso di cambio dollaro-euro fluttui attorno a 1,36, l’inflazione totale dovrebbe crescere solo marginalmente nei prossimi due trimestri.
I principali rischi associati a questo scenario sono al ribasso e includono un incremento del risparmio delle famiglie effettuato a scopo di deleveraging, un indebolimento della domanda estera da parte delle economie emergenti, in particolare Asia e America Latina, e un inasprimento delle tensioni geopolitiche internazionali nell’Europa dell’Est e dei conflitti militari in Iraq e Siria.
Devi accedere per postare un commento.