Dopo le vacanze estive, molti si ritrovano a fare i conti con un senso di fatica, demotivazione, nostalgia e difficoltà di concentrazione: è la cosiddetta post-vacation blues, una forma di micro-crisi adattiva sempre più comune. Settembre, infatti, non segna solo la fine delle ferie, ma l’inizio di un nuovo ciclo personale e professionale: secondo i dati Istat, circa il 35% degli italiani soffre di stress da rientro, in particolar modo la fascia tra i 25 e i 45 anni e coloro che svolgono attività lavorative ad alto contenuto intellettuale.
Secondo Alessandro Da Col e Alessandro Pancia, Leadership Trainer ed Executive Coach, fondatori di Accademia Crescita Personale – Meritidiesserefelice, “il rientro dalle vacanze rappresenta un momento critico ma anche un’opportunità strategica per leader e professionisti. Affrontare questa fase transitoria e di malumore con un approccio proattivo, fondato sui principi della self-leadership, permette di convertire l’inerzia post ferie in un acceleratore di performance per il trimestre successivo. L‘autunno non deve essere una fine, ma un nuovo, entusiasmante inizio”.
Post vacation blues e gli effetti sulle aziende
“Sebbene non sia una sindrome clinica, nel mondo B2B i suoi effetti sono misurabili: si manifesta con un calo della produttività, un abbassamento della qualità del lavoro, difficoltà di concentrazione e una ridotta capacità di problem-solving” spiegano i due esperti. Uno studio ha rilevato che ben l’87% dei “knowledge worker” teme questo momento, preoccupato soprattutto dalla mole di lavoro da recuperare e dalla pressione dei ritmi incalzanti. Il sondaggio di Visier ha evidenziato che il 44% degli intervistati ha considerato il licenziamento dopo le ferie.
“Per un’azienda, ignorare questi segnali significa rischiare un calo dell’engagement, un aumento del turnover e un deterioramento del clima interno”.
Backlog e le pressioni emotive da disinnescare
“Il rientro genera uno stress multifattoriale. A livello operativo, è percepita come molto forte la pressione del “backlog” (la montagna di email e compiti accumulati) che innesca una modalità di lavoro puramente reattiva, a discapito della visione strategica”. Per un leader, questo si traduce in una doppia sfida: gestire il proprio riadattamento e, contemporaneamente, quello del proprio team.
Gli errori da evitare per ripartire con il piede giusto
l principale errore commesso da professionisti e manager è ripartire subito “a pieno regime”, riempiendo l’agenda senza un periodo di transizione. Questo comportamento, definito Bias d’Azione, aumenta lo stress anziché ridurlo. Altro errore comune è trascurare la riconnessione con il team, dando per scontato che tutti siano pronti a ripartire con la stessa energia (Effetto del Falso Consenso).
Strategie di self leadership per guidare al meglio il team
Invece di subire passivamente il carico di lavoro, un leader efficace dedica le prime ore a un’attività di pianificazione strategica. Suddivide i compiti in base a urgenza e importanza, iniziando dalle attività a minor carico cognitivo per poi affrontare gradualmente quelle più complesse.
Per i team, è fondamentale organizzare sessioni di ri-orientamento che definiscano con chiarezza le priorità del trimestre, fornendo una roadmap chiara che rassicuri e motivi.
Mantenere vive alcune delle buone abitudini delle vacanze, come le pause per una breve passeggiata o momenti di socialità informale con i colleghi, contribuisce a rendere la transizione più fluida.
Le buone pratiche per ripartire con la giusta carica
- Mindfulness: 5-10 minuti al giorno migliorano la concentrazione e ridurre lo stress.
- Progettazione del futuro: dedicare un’ora a visualizzare e scrivere gli obiettivi professionali e personali per i prossimi tre mesi permette di spostare il focus dalla “perdita” della vacanza al “guadagno” di nuove sfide stimolanti.
- Attività fisica moderata: camminate o brevi sessioni di esercizio stimolano energia ed endorfine.
- Socialità in ufficio: momenti informali di confronto aiutano la coesione del team.