Lavoro più vicino a casa? Ci pensa JobSwapper

I circa tre milioni di pendolari che ogni giorno affollano i vagoni congestionati di Trenitalia lo sanno bene. E altrettanto bene lo sanno coloro i quali, ogni mattina, per lavoro, affollano le tangenziali delle città italiane. Raggiungere il proprio luogo di lavoro è un’attività stressante e dispendiosa. Fiumi di denaro e ingenti quantità di tempo vengono sprecati ogni giorno per spostarsi dal proprio luogo di residenza a quello dove si lavora, rendendo la qualità della vita dei pendolari non certo ottimale. Per non parlare dei costi ambientali: non c’è bisogno, infatti, di spiegare la correlazione tra il traffico quotidiano generato dal pendolarismo e l’inquinamento.
Costretti, ogni giorno, a trascorrere molto tempo in auto per recarsi dai propri clienti, tre amici, ex-colleghi consulenti informatici, si sono posti la domanda: “Possibile che non ci sia un lavoro simile più vicino a casa?”.
I tre amici sono partiti da quella domanda, e dalla consapevolezza che il loro era un problema diffuso non solo tra i lavoratori (privati o liberi professionisti), ma si ripercuoteva anche sulle aziende. Gli spostamenti, infatti, gravano sui costi aziendali (in termini di rimborsi spese, auto aziendali, benefit, trasferte ecc.) e incidono sul gradimento che il dipendente ha nei confronti del proprio datore di lavoro (minore produttività, turnover, disaffezione verso la propria azienda).
Il risultato delle riflessioni dei tre consulenti informatici è stato JobSwapper, una piattaforma Web che, sfruttando le potenzialità della geolocalizzazione, permette alle aziende e ai privati una ricerca “attiva” di opportunità lavorative.
Alessandro Zanet, uno dei tre amici diventati poi soci in JobSwapper, ci spiega questo progetto rivoluzionario che non ha eguali, né in Italia né altrove.
Ingegner Zanet, che cos’è JobSwapper?
«JobSwapper è un portale cartografico che permette la ricerca di opportunità di scambio e cambio di luogo di lavoro al fine di svolgere la propria attività lavorativa vicino alla propria residenza. La ricerca e l’offerta avviene direttamente su mappa, come pure il contatto e la visualizzazione delle informazioni di dettaglio dei risultati».
Com’è nato e come si è evoluto il progetto?
«Siamo partiti da esigenze reali e purtroppo molto diffuse sia a livello personale che aziendale, sperimentate giornalmente da consulenti informatici che come noi abitano e lavorano in luoghi spesso distanti tra loro e ci siamo chiesti: perché non creare uno strumento che ci aiuti a ridurre queste distanze cercando opportunità di scambio di luogo di lavoro? Abbiamo quindi fatto indagini di mercato, inviato questionari, valutato gli impatti sociali e “green”. Dopo un’approfondita analisi delle problematiche legate al mondo del lavoro e del pendolarismo, abbiamo affrontato l’analisi tecnica e funzionale del portale. Sono iniziati quindi gli sviluppi e, dopo i necessari test, il portale è stato reso disponibile on line il 4 maggio dell’anno scorso. Da allora, vengono costantemente apportate modifiche e migliorie, grazie ai suggerimenti che giungono dalle aziende e dagli utenti registrati».
Come funziona, in sintesi, JobSwapper?
«Sviluppato utilizzando le mappe di Google e un motore proprietario di ricerca (in Java Enterprise su Windows Azure Cloud Services), JobSwapper permette di descrivere le proprie competenze tramite parole chiave e cercare/visualizzare direttamente su mappa i risultati delle ricerche. A breve sarà disponibile anche la versione “mobile” di JobSwapper che, oltre agli strumenti già presenti, offrirà un’esperienza geolocalizzata ancora superiore, sfruttando le peculiari opzioni date all’utente dal poter agire “nel luogo in cui si trova”».
Quali sono i vantaggi che apporta?
«Diminuendo le distanze percorse nel tragitto casa-lavoro, si possono ottenere numerosi benefici: miglioramento della qualità della vita (più tempo a disposizione, maggiore gratificazione, maggiore produttività), riduzione del traffico (e conseguente inquinamento, incidenti, stress), riduzione dei costi (personali e aziendali), utilizzo di mezzi di trasporto alternativi ed ecologici».
Che riscontri avete avuto finora?
«A otto mesi dal lancio, in JobSwapper sono presenti oltre 1.100 utenti e una trentina di aziende, distribuiti su tutto il territorio italiano. Quasi metà degli utenti appartengono al settore ICT (ovvero quel settore dove ci siamo fatti conoscere direttamente), ma, grazie al passa parola, si sono già iscritti lavoratori appartenenti ai più disparati ambiti: architettura, ingegneria, avvocatura, segretariato, industria, grande distribuzione… L’obiettivo è far risparmiare tempi e costi a tutta la popolazione pendolare in ambito consulenziale tecnico (dove sussiste una maggiore flessibilità a livello contrattuale), per coinvolgere in seconda battuta anche altri ambiti di consulenza professionale».
Quali saranno i vostri prossimi passi?
«Entro i primi mesi di quest’anno vorremmo sensibilizzare l’utilizzo di JobSwapper anche e soprattutto in ambito “sociale”, come cooperative e organizzazioni non profit, per permettere un facile e veloce interscasmbio di risorse sul territorio. Pensiamo anche di costituire un Comitato (non a scopo di lucro) per lanciare campagne di finanziamento/donazioni e di integrare JobSwapper con programmi, iniziative, eventi e aziende in ambito smart cities, smart work, telelavoro e co-working aziendale (aggregazioni periferiche di uffici condivisi)».

Direttore responsabile de Il Giornale delle PMI
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