Le banche tornano a fare utili, ma i rubinetti del credito si riapriranno solo nel 2015

Il credito a famiglie e imprese, al netto della componente delle sofferenze, si ridurrà ancora nel 2014 e tornerà a crescere a ritmi contenuti nel biennio successivo.
La rischiosità del credito rimarrà un elemento critico, determinando un flusso di rettifiche su crediti ancora elevato, pur se in progressiva riduzione: 53 miliardi di euro cumulati nel triennio di previsione.
Il contesto macroeconomico e i mercati finanziari
La conferma della ripresa negli Usa e l’uscita dalla recessione dell’Europa hanno dato un contributo al rafforzamento dell’attività economica globale dalla seconda metà del 2013. La crescita mondiale dovrebbe ulteriormente migliorare nel corso dell’anno e i prossimi due.
In moderata crescita anche l’economia italiana: da quest’anno tornerà ad aumentare il reddito disponibile, riportando in positivo anche la variazione dei consumi; le esportazioni saranno un fattore importante di sostegno all’attività economica. Il tasso di crescita annuale del Pil sarà superiore all’1% nel biennio 2015-’16.
Il progressivo miglioramento delle condizioni dell’economia nell’Uem si è tradotto in un forte recupero dei mercati finanziari dell’area, soprattutto nei Paesi periferici, contribuendo alla riduzione dei costi di finanziamento per le banche (Fig. 1).
La politica monetaria nell’Uem si manterrà espansiva ancora molto a lungo per contrastare la disinflazione. Dopo un taglio del tasso sui rifinanziamenti principali a 0.15%, non ci attendiamo un rialzo prima del 2017. Prevediamo quindi tassi interbancari molto bassi (euribor a 3 mesi a 0.40% a fine 2016). Il Bund tedesco dovrebbe riprendere a salire nella seconda metà di quest’anno (intorno al 3% a fine 2016), determinando l’aumento anche del Btp nonostante la riduzione dello spread Btp-Bund che, per la scadenza decennale, sarà intorno a 130 pb alla fine del triennio di previsione (Fig. 2).
Non mancano fattori di rischio allo scenario per l’Uem legati al basso livello di inflazione, alla forza dell’euro e a tassi di lungo termine più elevati per effetto di spillover dati tassi Usa.
A questi elementi sono da aggiungere le incertezze sui risultati della valutazione complessiva delle banche che Bce e Eba stanno conducendo in preparazione dell’entrata in vigore della vigilanza bancaria unica a novembre di quest’anno.
Fig. 1: Medie dei CDS delle principali banche dei Paesi periferici dell’Uem, senior a 5 anni(a) | Fig. 2: Tassi governativi a 10 anni in Italia e Germania: storia e previsione Prometeia |
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Fonte: Thomson Reuters, CMA, elaborazioni e previsioni Prometeia. (a) Media semplice dei CDS senior a 5 anni delle principali banche per ogni Paese. |
Le principali evidenze sulle banche dai risultati di bilancio del primo trimestre 2014
Nel 2013 i risultati dei gruppi bancari italiani sono stati condizionati, oltre che dalla bassa redditività dell’attività tradizionale, da elevate rettifiche su crediti e sugli avviamenti che hanno interessato soprattutto le banche sottoposte dalla Bce all’esame della qualità degli attivi e allo stress test. Nonostante le perdite registrate (21.9 miliardi di euro per le 11 banche delle 15 che passeranno alla vigilanza diretta della Bce), la scelta di maggiori accantonamenti si è riflessa positivamente sui corsi azionari. Il grado di patrimonializzazione è rimasto sostanzialmente stabile rispetto al 2012, grazie alle flessione degli attivi, e in particolare del credito, che hanno contribuito a ridimensionare i risk weighted asset.
Gli 11 gruppi bancari quotati italiani hanno chiuso il 1° trimestre del 2014 complessivamente in utile (1.3 miliardi di euro, dai 900 milioni del I trim 2013); solo 2 operatori hanno registrato una perdita (Fig. 3). Il risultato è stato sostenuto dalle commissioni nette e dal risultato di negoziazione. Il flusso delle rettifiche su crediti nei primi tre mesi si è marginalmente ridotto rispetto a quello del trimestre corrispondente così come i costi (-1.6% sul I trimestre 2013).
Fig. 3: Risultati economici delle banche, I trim 2014 |
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Fonte: elaborazioni su dati di bilancio di 11 gruppi italiani quotati vigilati BCE (Unicredit, Intesa Sanpaolo, MPS, UBI, Banco Popolare, BPER, Banco popolare di Milano, Carige, Credem, Banca Popolare di Sondrio, Credito Valtellinese). |
Le previsioni per il sistema bancario per il 2014-2016
La raccolta diretta si ridurrà ancora nel 2014-’15 per effetto della contrazione della componente obbligazionaria e tornerà a una crescita modesta solo nel 2016 (+1.5%) (Fig. 4). Le esigenze di incrementare la raccolta stabile, anche per adeguarsi ai requisiti di liquidità di Basilea 3, favoriranno dal 2015 la ripresa dei depositi con durata prestabilita.
Fig. 4: Raccolta diretta | Fig. 5: Prestiti bancari |
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*i depositi sono al netto dei pronti contro termine e dei volumi connessi con cartolarizzazioni. Fonte: previsioni Prometeia su dati Banca d’Italia. |
Continueranno a essere importanti le misure di sostegno per l’accesso al credito da parte delle imprese, molte delle quali sono costruite in modo da mitigare gli assorbimenti patrimoniali per le banche. Tuttavia, soprattutto per le imprese più grandi, rimarrà consistente il ricorso a fonti di finanziamento alternative al canale bancario.
Lo scenario non incorpora possibili impatti derivanti dall’esame degli attivi della Bce (AQR). Tuttavia la necessità di consolidare la copertura dei crediti deteriorati e gli effetti della fragilità del contesto economico sulla qualità del credito determineranno un flusso di rettifiche su crediti ancora molto elevato nel 2014 ma che dovrebbe ridursi l’anno successivo e soprattutto nel 2016 (circa 53 miliardi di euro cumulati nel triennio) (Fig. 6).
L’ampliamento dei margini dell’attività bancaria commerciale sarà ancora difficile come risultato di volumi di intermediazione che rimarranno bassi e dell’erosione dei margini unitari della raccolta, nonostante i tassi d’interesse sul credito resteranno elevati in linea con la rischiosità della clientela (Fig. 7). Nel 2014 il margine da clientela tornerà a crescere per effetto dell’ampliamento della forbice bancaria e sosterrà il recupero del margine di interesse (+1.9%). Nel biennio successivo il margine di interesse dovrebbe continuare a migliorare (+1.3% in media).
Il credito a famiglie e imprese, al netto della componente delle sofferenze, si ridurrà ancora nel 2014 (-0.6%), influenzato dall’elevata rischiosità dei prenditori di fondi. Nel biennio successivo riprenderà a crescere a ritmi contenuti (+2.2% in media) (Fig. 5).
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