Le dichiarazioni dei terzi salvano il contribuente

 Le dichiarazioni dei terzi salvano il contribuente

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[dropcap]L[/dropcap]a nullità dell’accertamento fiscale può essere dimostrata dal contribuente anche grazie alle dichiarazioni di terze persone.

A tali conclusioni è giunta la Suprema Corte che, con recente pronuncia, ha avuto modo di esprimersi in merito alla valenza delle dichiarazioni dei terzi nel processo tributario  (si veda ordinanza della Corte di Cassazione n.5018/2015 depositata il 12 marzo 2015 e liberamente visibile su www.studiolegalesances.it – Sez. Documenti).

I Giudici, infatti, al fine di giustificare la possibilità per il contribuente di presentare in giudizio delle dichiarazioni rese dai terzi (nel caso specifico si trattava di dichiarazioni firmate da un famigliare del contribuente attestanti il fatto di aver donato a quest’ultimo dei beni di cui il Fisco chiedeva spiegazioni) evidenziano come d’altronde anche per l’Amministrazione finanziaria vi sia la possibilità di produrre durante la causa elementi e/o dichiarazioni extraprocessuali (si pensi alle dichiarazioni rilasciate durante le verifiche dal contribuente o da terzi ai funzionari della Guardia di Finanza).

In particolare, i Giudici dichiarano che «fermo restando il divieto di ammissione della prova testimoniale … il potere di introdurre dichiarazioni rese da terzi in sede extraprocessuale … va riconosciuto non soltanto all’Amministrazione finanziaria ma anche al contribuente con il medesimo valore probatorio dandosi così concreta attuazione ai principi del giusto processo come riformulati nel nuovo testo dell’art. 111 della Costituzione».

Sempre in merito al rispetto del principio del giusto processo e di parità della armi tra contribuente e Fisco i Giudici citano infine altre due importanti pronunce (sent. Cass. n.11785/2010, n.20028/2011 e n.8987/2013).

Avv. Matteo Sances
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