L’ICT deve farsi più rosa?

 L’ICT deve farsi più rosa?

Le donne rappresentano una minoranza nel settore tecnologico.

In Italia, infatti, solo tre persone su 10 che lavorano nel settore IT sono donne. Allo stesso modo, solo il 19% degli ingegneri è donna, come solo il 17% di chi lavora nel data computing (Statista).

Secondo lo studio di Gi Group Holding promosso dalla Fondazione Gi Group – “Women4: Superare le disparità di genere per un futuro del Lavoro Sostenibile”, le donne presenti nel settore Ict sono ancora in netta minoranza: solo una su tre. Di queste, solo il 27% circa è dirigente o quadro. Il settore si contraddistingue peraltro per un elevato skill mismatch – si ritiene infatti che servano 10 volte tanto i profili presenti nel mercato – a fronte anche di una crescita esponenziale.

“Non è possibile che nell’industria tecnologica le donne siano ancora così poco presenti. Secondo l’ultimo report sull’uguaglianza del governo federale tedesco, l’industria digitale in Germania è ancora prevalentemente maschile – solo il 16% di tutti i dipendenti del settore è donna! Questo nonostante il fatto che i team composti da persone con background diversi siano proprio quelli di maggior successo. Se il nostro futuro digitalizzato deve essere all’insegna delle pari opportunità, anche le donne devono partecipare attivamente allo sviluppo tecnologico”, afferma Brandi Galvin MorandiChief Legal and HR Officer di Equinix.

Il tema della diversity sta diventano un punto sempre più importante per le aziende. I dipendenti ora sono sempre più attenti nel valutare gli aspetti DE&I (Diversity, Equity e Inclusion) nella scelta di un nuovo lavoro. Se queste tematiche vengono affrontate e applicate all’interno dell’azienda, sarà più facile adattare le tecnologie per soddisfare meglio le esigenze di tutti. Per questo motivo c’è bisogno di competenze diverse, provenienti da punti di vista di genere differenti e da vari contesti sociali o culturali.

Educare alla diversità e inclusione è quindi il primo passo per combattere la disparità di genere, come del resto favorire questo processo a livello formativo.

Il gender gap nel settore tecnologico, infatti, può essere ricondotto al periodo di formazione delle studentesse. Ci sono molti fattori che influenzano direttamente e indirettamente la decisione di una studentessa di specializzarsi in materie tecnologiche o STEM.
Secondo uno studio, solo il 16% delle studentesse ha ricevuto una proposta di lavoro nel settore tecnologico, contro il 33% degli studenti (PricewaterhouseCoopers. Women in Tech: Time to close the gender gap. Da pwc.co.uk).
Questo potrebbe a volte scoraggiare le ragazze a intraprendere una carriera nel settore tech; e per questo l’inclusione femminile diventa anche una sfida attrattiva. Bisogna infatti imparare a saper attirare i talenti partendo dalla cultura e dall’ambiente lavorativo.

“Speriamo di attirare più talenti femminili nel settore. Siamo consapevoli che molte candidate possono essere scoraggiate dal candidarsi a ruoli tecnologici perché ritengono di non avere le competenze giuste. Vogliamo aiutare le donne a riconoscere che, anche se non hanno una formazione tecnica, possiedono molte competenze utili e applicabili ad altri settori, che le rendono delle dipendenti ideali. Oggi, meno di un quarto dei ruoli IT e tecnologici sono occupati da donne e il percorso per azzerare questo squilibrio è ancora lungo e tortuoso. In Equinix riconosciamo il valore che le donne apportano nel nostro ambiente e stiamo lavorando duramente per affrontare il gender gap”, commenta Sabine Schaar, Regional Vice President Sales Germany, Member of Executive Board, Germany, Equinix.

In un sondaggio di Web Summit, sebbene il 92% si senta in grado di svolgere il proprio lavoro, il 70% delle intervistate ha dichiarato di sentirsi costretta, a causa del proprio genere, a lavorare di più per dimostrare di essere all’altezza del proprio ruolo, con un netto aumento rispetto allo stesso sondaggio del 2019, quando la percentuale era del 44%. Le maggiori sfide per le donne nel settore tecnologico odierno risultavano: pregiudizi di genere inconsci (71,5%), sindrome dell’impostore (55,6%) e equilibrio tra esigenze familiari e carriera (55,3%) (The State og Gender: Equity in Tech).

Di conseguenza, è altrettanto importante che le aziende inizino a investire sui talenti già prima che entrino nel mondo del lavoro, altrimenti potrebbero esserci difficoltà nel fidelizzare le lavoratrici qualificate che hanno una grande expertise che però non viene valorizzata.

“Le donne portano sul posto di lavoro molte competenze che sono apprezzate da tutte le organizzazioni, tra cui l’empatia, le eccellenti capacità di comunicazione e la gestione del tempo. Tuttavia, spesso questo tipo di skill non sono pubblicizzate nelle descrizioni dei ruoli lavorativi. Le aziende spesso dicono di aver bisogno di un certo numero di anni di esperienza, ma in molti casi questo non è importante quanto trovare la persona giusta con l’atteggiamento giusto per il lavoro. Ritengo quindi che sia indispensabile esaminare il modo in cui comunichiamo i ruoli per attirare un maggior numero di donne sul posto di lavoro”, dichiara Lorraine Wilkinson, Regional Vice President Sales, UK, Equinix.

Ma non è tutto.

Anche trattenere le donne che già lavorano nell’industria tecnologica è molto importante. Ho trascorso quasi tutti i miei trent’anni di carriera nell’industria tecnologica come una delle uniche donne nella stanza. E, con l’avanzamento di carriera, la situazione è in parte peggiorata a causa della mancanza di opportunità di crescita e avanzamento per le donne. Dobbiamo fare in modo che chi lavora nel settore si senta incluso e valorizzato e faccia sentire la propria voce”, ricorda Schaar.

L’esito finale, quindi, deve essere uno solo. Diversificare.

“In Equinix ci siamo posti un obiettivo: portare più diversity all’interno dei nostri team. Laddove siamo riusciti a farlo, ciò ha avuto un effetto positivo sui rispettivi team e sui loro risultati. Abbiamo diversi dipendenti che si impegnano a sostenere i gruppi di minoranza all’interno di Equinix, come Equinix Women Leaders Network, PrideConnect e BlackConnect. Questi progetti offrono opportunità di apprendimento e tutoraggio per aiutare i gruppi di minoranza all’interno dell’azienda a discutere le loro sfide, a costruire piani di avanzamento di carriera e a dare voce alle loro idee, in modo che Equinix possa continuare a beneficiare dell’innovazione e della creatività che i team diversificati possono apportare”, afferma Claire Macland, Senior Vice President, Global Marketing, Equinix.

Nel 2021 Equinix ha migliorato la gender diversity su tutti i livelli dell’organizzazione. Ha aumentato la rappresentanza femminile dell’1,5% dal 23,9% al 25,3%, incrementando al contempo il numero di posizioni manageriali ricoperte da donne dell’1,4% dal 26,6% al 28% e il numero di donne in ruoli di leadership senior del 3,6% dal 27% al 30,6%. L’obiettivo ora è quello di aumentare la rappresentanza femminile al 30%, a livello globale.

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