L’inflazione scende all’1,6% ad agosto, trainata dal calo dei prezzi energetici

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Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di agosto 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una variazione del +0,1% su base mensile e del +1,6% su agosto 2024 (da +1,7% del mese precedente).

La decelerazione del tasso d’inflazione si deve principalmente alla dinamica dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +17,1% a +12,9%) e non regolamentati (da -5,2% a -5,9%) e, in misura minore, a quella dei prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,5% a +0,2%). In accelerazione, invece, i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +5,1% a +5,6%) e lavorati (da +2,8% a +3,0%), quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,7% a +2,9%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+3,3% a +3,5%).

Nel mese di agosto l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera leggermente (da +2,0% a +2,1%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +2,2% a +2,3%).

La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si attenua moderatamente (da +0,8% a +0,6%), mentre quella dei servizi si amplia (da +2,6% a +2,7%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni, dunque, aumenta portandosi a +2,1 punti percentuali (da +1,8 del mese precedente).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona mostrano una dinamica in accelerazione (da +3,2% a +3,5%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,3% a +2,4%).

La variazione congiunturale positiva dell’indice generale riflette l’aumento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,1%), degli Alimentari lavorati (+0,7%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,3%); scendono invece su base mensile i prezzi degli Energetici non regolamentati (-1,7%).

L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,7% per l’indice generale e a +2,1% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione pari a -0,2% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e a +1,7% su base annua (come nel mese precedente).

Il commento

Ad agosto 2025, secondo le stime preliminari, l’inflazione scende all’1,6%, principalmente per effetto della flessione dei prezzi dei Beni energetici (-4,4% da -3,4% di luglio).

Accelerano invece i prezzi nel settore alimentare (+4,0% da +3,7%), che risente dell’aumento del ritmo di crescita sia dei prezzi dei prodotti non lavorati (+5,6% da +5,1%) sia di quelli lavorati (+3,0% da +2,8%).

Ad agosto accelera anche la crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+3,5% da +3,2%), così come l’inflazione di fondo (+2,1% da +2,0%).

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