L’interscambio italo-tedesco continua a crescere: nel primo semestre 2023 il valore è 86,5 miliardi

 L’interscambio italo-tedesco continua a crescere: nel primo semestre 2023 il valore è 86,5 miliardi

Jorg Buck, consigliere delegato AHK Italien

I dati Istat mostrano che nel primo semestre di quest’anno lo scambio commerciale italo-tedesco si è attestato su un valore di 86,5 miliardi di euro, in lieve aumento (+0,3%) rispetto allo stesso periodo del 2022.

Il dato, quindi, è sostanzialmente in linea con il primo semestre dello scorso anno. Nei primi sei mesi del 2023, infatti, l’export verso la Germania ha segnato un valore di 39,4 miliardi: solo un leggero calo rispetto al 2022 (39,8 miliardi, -1%). In lieve crescita, invece, l’import dalla Germania, pari a 47,1 miliardi (vs 46,4 del primo semestre 2022, +1,5%).

«Come già avvenuto per i dati di interscambio 2022, in questo periodo storico è più utile che mai andare a esaminare i singoli settori e i volumi di merce scambiata tra i nostri due Paesi», ha dichiarato Jörg Buck, Consigliere Delegato AHK Italien. «Nel contesto della recessione tedesca e di fenomeni inflazionistici ancora molto importanti, emerge un quadro diversificato, che conferma tuttavia la solidità dei rapporti economici bilaterali».

A livello settoriale, si osservano dinamiche diverse a seconda dei comparti: per l’export, crescono in termini di valore monetario l’alimentare (3,96 miliardi, +11,5%), i macchinari (5,59 miliardi, +11,6%) e l’elettrotecnica-elettronica (3,93 miliardi, + 6,3%); particolarmente importante la crescita dei mezzi di trasporto, che segna un +26,1% e tocca un valore di 5,46 miliardi. Rallenta, invece, l’export italiano nei settori del chimico-farmaceutico (4,5 miliardi, -16,2%) e della siderurgia (6,86 miliardi, -18%).

Passando all’import dalla Germania, si osservano dinamiche settoriali simili: in crescita alimentare (3,38 miliardi, +19,9%), macchinari (6,04 miliardi, +13,3%), elettrotecnica-elettronica (6,57 miliardi, +11,9%) e, soprattutto, mezzi di trasporto (7,87 miliardi, +26,3%), mentre si registra un calo nel chimico-farmaceutico (9,48 miliardi, -20,9%) e nel siderurgico (5,05 miliardi, -3,6%).

È bene notare, però, che i volumi di merce scambiata tra i due Paesi seguono dinamiche più frastagliate. L’export dal nostro Paese segna volumi in crescita solo nei comparti dei macchinari e dell’elettrotecnica-elettronica, mentre nell’import crescono l’alimentare e i mezzi di trasporto a crescere, insieme a macchinari ed elettrotecnica-elettronica.

Diversificate anche le dinamiche a livello regionale: tra i territori italiani che tradizionalmente trainano l’interscambio con la Germania, crescono a livello di valore monetario l’Emilia-Romagna, il Veneto e soprattutto il Piemonte (8,45 miliardi, +17,6%); in deciso calo il Lazio, con anche la Lombardia in lieve diminuzione (28,33 miliardi, -2,5%).

«Ci troviamo, ancora una volta, in una congiuntura delicata e spesso di difficile lettura», prosegue Buck. «Attendiamo naturalmente i dati dei prossimi mesi, ma rileviamo una sostanziale tenuta dell’interscambio italo-tedesco, seppur con dinamiche complesse che necessiteranno di un monitoraggio costante. Siamo fiduciosi che legami economici (e non solo) così radicati tra i nostri due Paesi continueranno a sostenere i flussi commerciali, come già avvenuto negli anni scorsi di fronte a crisi del tutto impreviste».

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