Malprof 2015-2016, pubblicato il nono rapporto Inail-Regioni sulle malattie professionali

 Malprof 2015-2016, pubblicato il nono rapporto Inail-Regioni sulle malattie professionali

È online sul sito dell’Inail il nono rapporto del sistema di sorveglianza Malprof, che dal 2000 registra le malattie professionali rilevate dai dipartimenti di prevenzione del Servizio sanitario nazionale, classificandole secondo il settore economico e la professione in cui è stata riconosciuta l’esposizione, consentendo quindi un’analisi dei dati anche in relazione alle attività che possono aver provocato l’insorgenza della patologia.

Integrati per la prima volta i dati di Abruzzo e Calabria e della Provincia di Bolzano. In linea con le edizioni precedenti, il nuovo rapporto propone una panoramica a livello nazionale e regionale dei dati riguardanti le segnalazioni di malattie professionali raccolte e analizzate dai servizi di prevenzione delle Asl nel biennio 2015-2016, integrate per la prima volta con i dati provenienti da Abruzzo e Calabria e dalla Provincia autonoma di Bolzano, che hanno esteso il network di sistema a 16 Regioni e due Province autonome. La sintesi nazionale, in particolare, comprende 24 tabelle, riguardanti sia segnalazioni che nessi causali, mentre la seconda parte è costituita da 10 tabelle per ciascuna Regione o Provincia autonoma.

Rilevato un tasso medio di 31,8 casi ogni 100mila abitanti. A livello nazionale le segnalazioni raccolte sono 32.454 rispetto alle 32.846 del biennio 2013-2014. Si osserva, in particolare, un tasso medio di 31,8 segnalazioni di malattia ogni 100mila abitanti, in diminuzione rispetto al biennio precedente anche se rimane sostanzialmente stabile la quota per le lavoratrici (26%). Con riferimento all’età, tra le donne la classe 30-59 anni racchiude il 76% delle segnalazioni, mentre tra gli uomini si attesta al 64%.

Le malattie della pelle al primo posto tra i lavoratori più giovani. Le segnalazioni valutabili, ovvero quelle accompagnate da un corredo informativo adeguato sia per l’anamnesi lavorativa che per la diagnosi, riguardano soprattutto le malattie muscoloscheletriche, in crescita e pari al 69% nel biennio preso in considerazione, ma con una quota tra le donne che raggiunge l’87%. Tra i lavoratori over 60, le patologie dell’apparato respiratorio e i tumori hanno un peso percentuale maggiore rispetto alle altre fasce di età, mentre le malattie della pelle figurano al primo posto (31%) tra i lavoratori più giovani. Il 42% dei casi dei lavoratori stranieri riguardano Marocco, Albania e Romania. Quest’ultimo è anche il Paese che ha la maggiore percentuale tra le donne straniere (17%), pari a oltre il doppio rispetto alle altre nazioni.

Le costruzioni guidano la classifica dei settori più colpiti. La distribuzione per settore economico e sesso dei casi con nesso causale positivo, ovvero le segnalazioni valutabili per le quali è stato individuato un probabile legame causale tra attività lavorativa e malattia, è guidata dal settore delle costruzioni (22%), seguito dall’agricoltura (11%) e dalla fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (6%). La quota maggiore di casi che riguardano le donne si riscontra nei settori della sanità e altri servizi sociali (14%) e in agricoltura (12%), che risulta in crescita rispetto al biennio precedente.

La ripartizione per professione. Dalla ripartizione tra le professioni emerge che per le donne quella con più segnalazioni con nesso positivo nel biennio 2015-2016 è la categoria delle artigiane e delle operaie addette alle lavorazioni alimentari, del legno, del tessile, dell’abbigliamento, delle pelli e del cuoio (14%), seguita dalla categoria delle lavoratrici agricole, zootecniche e forestali (10%) e dalle professioni legate a specifici servizi per le famiglie (10%). Le professioni specifiche per le donne del settore sanitario si attestano nel complesso al 7%. Per gli uomini, invece, le prime posizioni riguardano gli operai e artigiani dell’industria estrattiva e dell’edilizia (30%) e quelli metalmeccanici (17%).

Medici competenti e patronati le fonti principali. La fonte di provenienza delle segnalazioni vede confermato il ruolo dei medici competenti per quanto riguarda le ipoacusie e quello dei patronati per gli altri gruppi di malattia. Rispetto agli anni precedenti, inoltre, aumenta il peso dei medici di base. Le segnalazioni rilevate dalle stesse Asl superano nel biennio il 5% e derivano dalle loro attività di vigilanza, ricerca attiva o ambulatoriale. Le segnalazioni a cui è stato attribuito un nesso positivo corrispondono al 92% di quelle valutabili e all’86% di quelle ricevute complessivamente nel biennio.

Nel portale web dedicato gli strumenti per un’analisi ancora più dettagliata. Per una ricerca e selezione di informazioni più dettagliate, è possibile consultare il portale web dedicato al sistema presente sul sito dell’Inail, dove sono presenti lo strumento MalprofStat, che permette all’utente percorsi di approfondimento nella ricerca e lettura dei casi, e il datawarehouse MaProDw, per l’analisi dei casi di malattia professionale identificati dai servizi di prevenzione delle Asl nel periodo 1999-2018.

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