Marketing? Basta con le strategie vincenti, arriva l’anti-manuale con zero ricette

C’è un momento in cui tutto si ferma. Il motore, la connessione, l’ispirazione, il senso delle cose. Gianluca Piroli ha scritto un libro esattamente lì: su un ciglio di strada, con un taccuino, mentre aspettava un carro attrezzi che non arrivava. Non aveva nessuna intenzione di scrivere un altro libro sul marketing. Ce ne sono già troppi, e la maggior parte si somigliano tutti: pieni di ricette, di regole, di “strategie vincenti” firmate da chi non ha mai venduto neanche una bicicletta usata.

Piroli voleva un’altra cosa. Raccontare il marketing per quello che è davvero: una scienza imperfetta, più vicina all’antropologia che alla pubblicità. Un mestiere fatto di errori, intuizioni e una certa dose di disperazione elegante. Il libro nasce così: come un atto di sopravvivenza. E come tutti gli atti di sopravvivenza, anche questo ha dentro un po’ di follia.

Da qualche parte, nella sua testa, si è materializzato Hunter S. Thompson. Non quello da citazione motivazionale, ma quello vero: la sigaretta storta, gli occhiali fumé, la risata scomposta di chi ha visto troppo e ha ancora voglia di raccontarlo. L’ha immaginato seduto accanto a lui, a chiedergli conto di questa storia. E quella conversazione è finita nel libro.

L’estratto dall’intervista immaginaria con Hunter S. Thompson

Hunter S. Thompson: “Piroli, ti rendi conto che il tuo titolo è una bestemmia editoriale?”

Gianluca Piroli: “Sì, ma è anche una confessione. Il marketing è diventato un linguaggio per dire niente. Io volevo dirlo apertamente, senza fingere di avere una soluzione. Quando ti si ferma la macchina, capisci che la teoria non serve più. Serve solo una buona idea, o qualcuno che sappia rimettere in moto.”

HST: “Quindi il carro attrezzi sei tu?”

GP: “No. Io sono quello che ha deciso di scrivere invece di aspettare.”

Questo dialogo immaginario ha dato forma al tono del libro “Mentre aspettavo il carro attrezzi ho scritto un libro sul marketing anch’io”, che non è un manuale, non è una raccolta di consigli, e non promette formule, ma un racconto sul mestiere di comunicare e su quanto ci somigli. Dentro ci sono persone vere, errori colossali, intuizioni nate da parcheggi sbagliati e conversazioni alle tre di notte con chi ancora crede che le idee contino.

Non c’è una morale, ma c’è una direzione: tornare a mettere l’essere umano al centro, non come target, ma come soggetto. Se vi aspettate una guida, non la troverete. Se invece cercate un compagno di viaggio un po’ disilluso ma ancora curioso, forse sì.

Perché in fondo il marketing, come la vita, è tutto lì: capire se vale la pena ripartire, o se è meglio scrivere qualcosa mentre si aspetta il carro attrezzi.

Il libro è già disponibile su Amazon, sia in formato digitale che cartaceo.

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