Marketing con i motori di ricerca? Ecco gli indici di performance da cui partire

 Marketing con i motori di ricerca? Ecco gli indici di performance da cui partire

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[dropcap]U[/dropcap]no degli indubbi vantaggi del marketing online è la tracciabilità quantitativa dei suoi risultati. È per questo che il calcolo del ritorno sugli investimenti in attività aziendali online risulta particolarmente agevole. Questo vale a maggior ragione per il marketing con i motori di ricerca, dove di norma i budget vengono spesi sulla base della regola del costo per click (CPC).

Vediamo questo primo punto del CPC nel dettaglio, con un esempio; si tratta infatti del primo numero importante ai fini della tracciabilità del ROI della comunicazione online.

Su google.com gli annunci vengono mostrati come risultati a pagamento corrispondenti a determinate ‘chiavi’ di ricerca, ma questo primo step (cioè, quello che si chiama impressione dell’ad) è gratuito.

Nel momento in cui l’utente fa click sull’annuncio di cui parliamo, per andare poi ad ‘atterrare’ sulla pagina del prodotto / del servizio sponsorizzato, allora e solo allora la società che investe in SEM (Search Engine Marketing) matura un costo.

Ora, se un azienda investe su internet con l’obiettivo di aumentare il traffico al proprio sito, il Cost-Per-Click gli permette di tracciare il proprio ROI in maniera puntuale: ogni nuova visita avrà il costo del CPC Medio, per l’appunto.

Il CPC dipende da molti fattori, che non è il caso di vedere nel dettaglio. Ma l’efficienza delle campagne AdWords si misura di norma con il concetto di CTR. Il CTR % è dato dal rapporto tra i click e le impressioni totali della campagna stessa. Questo permette quindi di capire quanto la pubblicità di un’azienda viene ‘apprezzata’, cioè quanto gli annunci risultano rilevanti per chi li vede dopo aver fatto una ricerca specifica su Google.

Infine, c’è una terza misura di costo che risulta essere utilissima nelle campagna sui motori di ricerca, ed è il CPA, cioè il Costo Per Acquisizione. Parliamo di un’ ‘acquisizione’ in maniera generica, perché online ci possono essere diverse attività di acquisizione.

Uno è quella che consiste nell’acquisire leads, cioè contatti qualificati; in questo caso quello che si conquista è quindi un ‘potenziale cliente’ per il futuro (per fare un esempio, una lead qualificata puo’ entrare in una lista di invio per newsletter).

Ma si possono acquisire anche conversioni in senso propriamente transazionale, e cioè vendite. In questo caso il CPA va a coincidere con il CPV, appunto il costo relativo a quando si deve investire per ottenere la vendita su un sito di e-commerce.

Impressioni, click, CTR e CPA sono in definitiva i concetti / gli acronimi da cui partire, per misurare le proprie performance nel marketing sui motori di ricerca.

Federico Corradini
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