Marmo italiano: +5,8% di export, oltre 2 milioni nel 2024

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Il marmo rappresenta uno dei settori naturalmente vocati all’export, coinvolgendo una complessa filiera che va dall’estrazione in cava alla trasformazione in prodotti finiti ad alto valore aggiunto. A livello globale, la produzione di materiali lapidei vede tra i suoi principali attori la Cina che, assieme a India e Turchia, detiene una posizione egemone, esprimendo oltre il 58,9% della produzione globale[1]L’Italia, al confronto, si colloca al sesto posto, con volumi pari a 5,2 milioni di tonnellate, ovvero quasi il 3,5% della quota di mercato[2]. In termini di fatturato, secondo quanto emerge dal report stilato da Allianz Trade[3], la produzione mondiale lorda – destinata prevalentemente al settore edilizio – ha superato i 22 miliardi di dollari in valore e 300 milioni di tonnellate in volume. Una tendenza che ha registrato una crescita positiva per più di un decennio, ma che ora deve inevitabilmente confrontarsi con uno scenario geo-economico radicalmente differente. Dalle guerre nell’Est Europeo all’escalation in Medio Oriente, passando per la spirale inflazionistica e la crisi energetica, il commercio internazionale ha subìto una battuta d’arresto, anche a causa delle politiche protezioniste dell’Amministrazione americana annunciate con il cosiddetto Liberation Day.

In questo contesto particolarmente turbolento, l’Italia – nonostante la crescente competizione con paesi dell’area mediterranea come la Turchia – mantiene un ruolo di primo piano a livello europeo, confermandosi quale leader continentale sia nella produzione che nell’export di materiali lavorati. Il mercato italiano del marmo – che nel 2021 contava oltre 3.200 aziende e più di 33.800 addetti – ha il suo nucleo fondamentale nel distretto concentrato nelle province di La Spezia, Massa Carrara e Lucca, con un bacino estrattivo che genera circa 540 milioni di euro di valore della produzione. Rilevanti anche altri comprensori toscani (con Giallo di Siena, Pietra di Fiorenzuola e Travertino di Rapolano), il distretto veneto (il più grande per addetti, circa 5.500, nelle province di Verona e Vicenza), quello lombardo (Botticino classico di Brescia) e quello siciliano di Custonaci (140 cave attive)[4].

Questa geografia produttiva, che unisce radicamento territoriale e innovazione tecnologica, ha confermato la propria competitività sui mercati internazionali anche nel 2024. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi Confindustria MARMOMACCHINE[5]il 2024 ha rappresentato un anno di crescita significativa per l’export italiano. Le vendite sui mercati internazionali di marmi, travertini, graniti e pietre naturali – sia grezzi che lavorati – hanno registrato un incremento del 5,8% rispetto al 2023, raggiungendo 2.178,5 milioni di euro. Nello specifico, l’80% del valore dell’export lapideo italiano è stato generato dai lavorati e semilavorati, sebbene la spinta maggiore sia arrivata dai grezzi (+10,7%). I mercati di riferimento mostrano continuità con il passato, ma anche importanti evoluzioni. Il 2024 ha visto la Cina confermarsi primo acquirente dei blocchi estratti in Italia, con 228,9 milioni di euro di import (+27%) e una quota del 50%. Parallelamente, il segmento dei lavorati ha registrato un rallentamento delle partnership con alcuni Paesi europei – Germania (125,2 milioni, -1,7%) e Svizzera (100,9 milioni, -0,7%) – compensato dalle tendenze positive di Francia (115,6 milioni, +9,5%) e soprattutto Stati Uniti (541,9 milioni, +14%). Ma è l’Arabia Saudita a segnalare la performance più rilevante, con una crescita del 37,2% che testimonia lo spostamento degli equilibri verso i mercati arabi, dove molto spesso la pietra italiana viene utilizzata per realizzare moschee, grattacieli e monumenti.

In questo scenario di crescita sostenuta, la sfida più insidiosa per il Made in Italy viene proprio dal Mediterraneo orientale. La Turchia, il cui PIL dal 2002 al 2017 è triplicato passando da 238 a 851 miliardi di USD, sta consolidando una posizione sempre più competitiva grazie ad una qualità pressoché comparabile e ai prezzi decisamente più bassi. I dati parlano chiaro: nel solo 2023 la Turchia ha esportato 696 milioni di dollari di marmo, travertino e alabastro, diventando il più grande esportatore di questi materiali al mondo su 134 paesi[6]. Diversi fattori – stante il fisiologico ruolo svolto dalle economie di scala e dai costi di produzione al ribasso – hanno contribuito a questa crescita, due in particolare. In primo luogo, il paradosso italiano: la competitività turca è stata agevolata proprio dalle tecnologie italiane, le quali hanno permesso alla Turchia di innalzare gli standard produttivi e qualitativi, riducendo progressivamente il divario con i principali paesi europei. È il caso, ad esempio, del modello di business dei trasformatori di Carrara, esportato a partire dagli anni 2000 nei centri industriali del Sud della Cina e poi diffusosi a macchia d’olio in tutto il mondo, che ha radicalmente trasformato l’intera filiera produttiva. In secondo luogo, il vantaggio geografico: la Turchia, crocevia del Mediterraneo, beneficia di una posizione logistica strategica che facilita gli scambi commerciali ad Est e ad Ovest, sia verso i mercati europei sia verso quelli mediorientali.

Questo confronto trova un risvolto significativo nel mercato statunitense, che rappresenta il principale sbocco commerciale per l’export italiano di lapideo. Secondo i dati del Centro Studi Confindustria MARMOMACCHINE[7]nel 2024 le vendite verso gli Stati Uniti hanno raggiunto 541,9 milioni di euro, registrando una crescita del 14% rispetto all’anno precedente. A livello globale, nel 2023 l’Italia si posizionava al quarto posto tra i maggiori esportatori mondiali di lapideo con 2,07 milioni di tonnellate, preceduta da India (11,56 milioni), Turchia (6,39 milioni) e Cina (6,03 milioni). Tuttavia, in termini di valore, l’Italia mantiene la seconda posizione mondiale con 2,2 miliardi di dollari, superata solo dalla Cina (5,5 miliardi) e davanti alla Turchia (1,9 miliardi), grazie a un prezzo medio per metro quadrato che nel 2023 ha raggiunto i 101 dollari (il più alto a livello globale).

Tuttavia, questi risultati positivi devono essere contestualizzati all’interno di uno scenario di settore caratterizzato da criticità crescenti. A questo proposito, il report di Allianz Trade[8] evidenzia come, nonostante le previsioni di crescita del mercato globale (CAGR 4,0% dal 2022 al 2029) e l’impulso dato dal Bonus 110 al mercato italiano (+16,9% ad aprile rispetto all’anno precedente), il settore debba affrontare due problematiche principali. Da un lato, l’emergenza energetica e l’aumento dei prezzi all’import e alla produzione stanno generando forti spirali inflattive. Dall’altro, l’instabilità geopolitica minaccia i mercati extra-UE verso cui è diretta gran parte della produzione, mettendo a rischio la stessa continuità delle esportazioni.

La risposta del settore passa necessariamente attraverso una duplice strategia[9]. Sul fronte tecnologico, la digitalizzazione avanzata rappresenta sicuramente la chiave di volta: dall’impiego di ICT nei macchinari al monitoraggio remoto per la manutenzione predittiva, fino all’utilizzo di strumenti 3D nelle cave di fascia alta. Sul fronte ambientale, il settore deve affrontare un impatto considerevole, con oltre 3 milioni di tonnellate annue di scarti ancora riutilizzati solo parzialmente. A tutto ciò si aggiunge la questione idrica. Il processo produttivo richiede grandi volumi di acqua purissima, dal taglio alla lucidatura, mentre il riscaldamento globale riduce la disponibilità delle risorse. Di conseguenza, diventa impellente – in linea con i principi dell’economia circolare – sviluppare sistemi di recupero delle acque di processo che mantengano elevati standard qualitativi, evitando la contaminazione di sorgenti e falde.

In conclusione, dal confronto Italia-Turchia nell’export del marmo emerge una sfida che va oltre le statistiche: da un lato, l’eccellenza qualitativa italiana; dall’altro, la competitività di volume turca alimentata paradossalmente dalle tecnologie del Made in Italy. In un mercato globale sempre più complesso, caratterizzato da spirali inflattive e instabilità geopolitica, il futuro del settore lapideo italiano dipenderà dalla capacità delle imprese di gestire non solo la qualità del prodotto, ma anche i rischi finanziari connessi all’internazionalizzazione.

A tal proposito, la forte esposizione verso mercati caratterizzati da valute diverse – dagli Stati Uniti all’Arabia Saudita, dalla Cina ai paesi europei – espone sia le grandi aziende che le PMI del comparto a una volatilità valutaria che può erodere significativamente i margini di profitto. In questo contesto, una gestione strutturata dei flussi finanziari cross-border e l’implementazione di strategie efficaci di copertura del rischio di cambio diventano elementi strategici al pari della competitività di prezzo e dell’innovazione del singolo prodotto, soprattutto per le piccole e medie imprese – molto spesso forgotten middle del commercio internazionale – che non dispongono della stessa capacità di assorbimento dei rischi delle grandi multinazionali.

[1] https://www.ice.it/it/sites/default/files/inline-files/Nota%20di%20Mercato%20-%20Lapideo%20-%20June%202021.pdf

[2] ibidem

[3]https://www.allianz-trade.com/content/dam/onemarketing/aztrade/allianz-trade_com/it_it/allianz-trade-it/news-e-approfondimenti/studi-economici/pdf-studi-di-settore-full/Allianz_Study_Marmo2022.pdf?mkt_tok=MTMzLVdLQy02ODIAAAGdaACkWbXHG_vt5iQAwAnw5S9MJXXgg4lz84XBWLAu2rWFYtulOMIr23yfTP00ZMx0Ln4DVpgZaV6fXQTqqTz3yc1U6POawunHD0rSXDm9BU4Nmjfd

[4] ibidem

[5] https://www.assomarmomacchine.com/news/tecnologie-lapidee-italiane-nel-2024-flessione-del-14-dellexport/

[6] https://oec.world/en/profile/bilateral-product/marble-travertine-and-alabaster/reporter/tur

[7] https://www.assomarmomacchine.com/wp-content/uploads/2025/03/DIRECTORY_2025_web_ok.pdf

[8] https://www.allianz-trade.com/content/dam/onemarketing/aztrade/allianz-trade_com/it_it/allianz-trade-it/news-e-approfondimenti/studi-economici/pdf-studi-di-settore-full/Allianz_Study_Marmo2022.pdf?mkt_tok=MTMzLVdLQy02ODIAAAGdaACkWbXHG_vt5iQAwAnw5S9MJXXgg4lz84XBWLAu2rWFYtulOMIr23yfTP00ZMx0Ln4DVpgZaV6fXQTqqTz3yc1U6POawunHD0rSXDm9BU4Nmjfd

[9] ibidem

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