Mercato del lavoro: difficile reperire personale nel 45,3% dei casi

 Mercato del lavoro: difficile reperire personale nel 45,3% dei casi

L’ultimo bollettino del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL afferma che per dicembre 2022 sono in programma 329.000 assunzioni di nuove risorse da parte delle imprese, numero che sale a 1,2 milioni guardando all’intero trimestre dicembre-febbraio.

Confrontando tali dati con quelli storici si scopre che il numero complessivo è inferiore di 24.000 unità rispetto all’anno scorso. Ma la vera criticità individuata dal bollettino sta nella difficoltà di reperimento del personale, dato che continua a crescere e che ad oggi è arrivato al 45,3% del personale ricercato, con una crescita di 7 punti percentuali rispetto al 2021.

La flessione delle assunzioni previste per dicembre è da ricondurre in primis al rallentamento dell’economia in seguito alla guerra in Ucraina, alla crisi energetica e all’inflazione, fenomeni peraltro strettamente collegati tra loro. Va però detto che nonostante questo la domanda di lavoro delle imprese si mantiene su livelli del tutto simili a quelli che erano stati registrati nel medesimo periodo nel 2019, prima dello scoppio del Covid-19.

L’attenzione va quindi posta in buona parte sul crescente mismatch tra domanda e offerta di lavoro: facendo due conti, in base ai dati Excelsior, sulle 329.000 assunzioni programmate per dicembre, 149.000 saranno difficoltose o persino impossibili. Le imprese motivano la difficoltà nel trovare personale con diversi fattori, a partire dalla mancanza numerica di candidati e dalla loro preparazione inadeguata.

Per quanto riguarda le professioni high skills, i professionisti più difficili da reperire sono gli specialisti nelle scienze della vita (82,7%), i tecnici della salute (62,7%), i tecnici in campo ingegneristico (58,7%), i tecnici di gestione (58,6%) e i tecnici informaticitelematici e delle telecomunicazioni (54,4%).

È inoltre altissimo il livello di difficoltà dichiarato per la ricerca di dirigenti (72,8%). Guardando invece alle professioni low skills, si presentano difficoltà di reperimento per gli operatori della cura estetica (69,6%), per meccanici, montatori, riparatori e manutentori (69,4%) e per operai di macchine automatiche e semiautomatiche (61,7%).

Qual è la soluzione per le imprese che, pur avendo necessità di inserire nuovi talenti, non riescono a individuare i necessari candidati?

«Risulta cruciale capire che il problema del mismatch tra domanda e offerta non si è sviluppato dal nulla, e che probabilmente continuerà ad aumentare anche nei prossimi anni, con un concreto aumento dei posti di lavoro disponibili ma non accessibili» spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting.

«Per questo la competitività delle imprese si baserà sempre di più sulla capacità di attirare i “pochi” talenti presenti sul mercato del lavoro. Il primo consiglio è dunque quello di investire sulla propria strategia di employer branding, così da diventare un’opzione naturale per le risorse che sono alla ricerca di una nuova occupazione; il secondo consiglio è quello di affidare la selezione del personale a dei professionisti come i nostri head hunter, specializzati di volta in volta nei diversi settori. In questo scenario» sottolinea Adami «sono infatti ben poche le aziende che possono permettersi il lusso di “sbagliare” una selezione o di vedere un intero processo di recruiting andare a vuoto».

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