Nel 2020 l’export registra una contrazione del 9,9% (la più ampia dal 2009), l’importa cala del 15,3%

A dicembre 2020, l’export cresce su base annua del 3,1% (era +2,0% a novembre), trainato dalle vendite di beni strumentali (+7,8%), beni di consumo durevoli (+6,9%) e beni intermedi (+4,3%). L’import segna un’attenuazione della flessione (-3,7%, dal -5,9% di novembre), cui contribuisce soprattutto l’aumento su base annua degli acquisti di beni di consumo durevoli (+20,9%) e beni intermedi (+17,0%) che contrasta parzialmente la caduta delle importazioni di energia (-34,4%).
La stima del saldo commerciale a dicembre 2020 è pari a +7.907 (era +6.801 milioni a dicembre 2019). Aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +9.912 milioni per dicembre 2019 a +9.922 milioni per dicembre 2020).
A dicembre 2020 l’export è in deciso aumento su base annua verso Cina (+18,3%), paesi MERCOSUR (+16,3%), Turchia (+8,4%) e Stati Uniti (+8,0%). Diminuiscono le vendite verso paesi OPEC (-13,0%), Giappone (-9,7%) e paesi ASEAN (-3,2%).
Gli acquisti da Russia (-18,5%), paesi OPEC (-15,9%), Stati Uniti (-14,9%), India (-11,1%) e Turchia (-8,1%) registrano flessioni tendenziali molto più ampie della media delle importazioni dai paesi extra Ue27. In forte aumento gli acquisti da Cina (+18,4%) e paesi ASEAN (+12,2%).
A dicembre 2020, per l’area extra Ue, al netto del Regno Unito, l’Istat stima che l’export diminuisca del 3,9% su base mensile e cresca del 3,3% su base annua. L’import registra un calo sul mese dello 0,8% e una flessione sull’anno pari a -3,7%. Il saldo commerciale è pari a +6.767 milioni (era +5.721 milioni a dicembre 2019).
Il commento
Malgrado il calo congiunturale di dicembre e ottobre, la dinamica dell’export verso i paesi extra Ue27 si mantiene positiva nel confronto con l’ultimo trimestre dell’anno rispetto al precedente. Su base annua, l’export registra un’accelerazione della crescita, trainata in particolare dalle maggiori vendite di beni strumentali e intermedi. Nonostante la veloce ripresa avviata a maggio, dopo il crollo nei due mesi precedenti, nel complesso il 2020 si chiude con una contrazione dell’export del 9,9% (la più ampia dal 2009), spiegata per oltre 6 punti percentuali dal calo delle vendite di beni strumentali e beni di consumo non durevoli. La contrazione, diffusa a tutti i principali mercati di sbocco, è inferiore alla media per Svizzera, Stati Uniti, Cina e Giappone; India, paesi ASEAN e paesi OPEC mostrano, invece, le flessioni più ampie. Per l’import, nel complesso l’anno si chiude con una caduta del 15,3%, su cui pesa per oltre due terzi il crollo degli acquisti di prodotti energetici