Nel 2022, 6 imprese su 10 hanno programmato assunzioni, ma il match domanda-offerta di lavoro è sempre più critico: sale al 41% la quota delle assunzioni difficili da reperire sul mercato

 Nel 2022, 6 imprese su 10 hanno programmato assunzioni, ma il match domanda-offerta di lavoro è sempre più critico: sale al 41% la quota delle assunzioni difficili da reperire sul mercato

A fine 2022 le imprese con lavoratori dipendenti operanti nell’industria e nei servizi che hanno pianificato assunzioni si sono attestate sulla quota del 60%, dato analogo allo scorso anno. Crescono invece in modo significativo le entrate previste, 5,2 milioni, in aumento dell’11,6% rispetto al 2021 e del 12,2% se confrontato con il 2019; la difficoltà di reperimento è in aumento per tutti i profili professionali: sono quasi due milioni le assunzioni per le quali le imprese nel 2022 hanno riscontrato difficoltà, circa 600mila in più rispetto all’anno scorso, ma quasi il doppio (1milione) di quanto evidenziato prima della pandemia. In aumento anche il livello di qualificazione richiesto con 1,5 milioni i diplomati ricercati dalle imprese (quasi il 29% del totale entrate) e 783mila i laureati (15%), entrambi in crescita rispetto allo scorso anno.

Le problematiche internazionali di carattere politico ed economico legate al conflitto in Ucraina non sembrano finora aver avuto un impatto negativo sui fabbisogni occupazionali previsti per il 2022 dalle imprese private dell’industria e dei servizi che operano in Italia.

Tra le imprese con dipendenti, quelle che hanno programmato di effettuare assunzioni sono il 60% del totale, percentuale sostanzialmente in linea con quella rilevata lo scorso anno.

Si osserva invece una crescita rilevante del numero di lavoratori, con qualsiasi forma contrattuale, previsti in entrata nelle imprese, che passano da 4,6 milioni di unità nel 2021 a circa 5,2 milioni nell’anno in corso (un incremento dell’ordine dell’11%).

Rimane inalterata la propensione delle imprese a ricorrere a lavoratori giovani, emerge una crescita significativa della loro difficoltà nel trovare i profili ricercati, che dovrebbe riguardare il 41% delle entrate (a fronte del 32% lo scorso anno).

In quasi due casi su tre i problemi di reperimento deriverebbero da una scarsa presenza di persone disponibili e soltanto in un caso su tre sarebbero attribuibili a una scarsa preparazione dei candidati o ad altri motivi.

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