Nelle PMI esiste la percezione del rischio?

 Nelle PMI esiste la percezione del rischio?

Sono sorprendenti le evidenze di una ricerca Elips-Life commissionata a Prometeia (Life insurance, 2° ed., 2020) secondo la quale gli italiani non hanno una adeguata percezione dei rischi che corrono rispetto ad eventi quali morte, invalidità permanente e non autosufficienza (quest’ultimo rischio in crescita a causa del progressivo aumento dell’età media della popolazione).

L’istituto di ricerca con Elips-Life, ha stimato che ben l’82% degli italiani non è assicurato per tali eventi.

Il 18%, che invece risulta “protetto”, è costituito prevalentemente da dipendenti di aziende che fruiscono di questa tipologia di benefit, perché il costo della protezione è pagato dall’azienda. Ma questa è in prevalenza una grande azienda.

Nelle PMI, infatti, come evidenziato da svariate ricerche, la diffusione di piani di welfare aziendale e di benefit è ancora troppo bassa.

A questo dato se ne aggiunge un altro: l’agenzia delle Dogane e Monopoli, (Dati 2021 https://www.adm.gov.it/portale/dati-sul-gioco-legale-in-italia) segnala che gli Italiani hanno investito oltre 107 miliardi di euro nei giochi d’azzardo legali in Italia, con spese pro-capite (popolazione maggiorenne) che si attestano sui 1.760 euro all’anno.

Si sfida la sorte e si spende denaro per giocare d’azzardo, ma non ci si protegge per eventi avversi che possono creare conseguenze gravissime per sé e per i propri familiari.

Se si riesce ad aumentare la base di imprese che adottano queste soluzioni, sostenibili economicamente e di grande utilità, si perseguono due obiettivi di elevato rilievo:

1 – Integrare il welfare pubblico che in caso di morte o grave invalidità (da infortunio o malattia) dà prestazioni non sufficienti, come si può vedere nella tabella sotto riportata (www.parliamodiassicurazioni.it)

 INAILINPS
 1)      CAUSA INFORTUNIO Solo se lavorativo Qualsiasi causa

solo dopo 5 anni di contributi

Tipo Indennizzo per invalidità Permanente Graverendita “revisionabile” periodicamenteassegno triennale rinnovabile o pensione di inabilità
Calcolo Indennizzoreddito convenzionale ridotto in base al grado di invaliditàpensione di vecchiaia maturata al momento dell’infortunio
Franchigia5% tra il 6% ed il 15% liquidata una somma per danno biologico74% per l’assegno di invalidità 99% per la pensione di inabilità
Limitazione Cumulo Redditonessunariduzione in presenza di altri redditi
Rimborso Spese Medichenessunonessuno
  

2)      CAUSA MORTE

Ai superstiti di lavoratori deceduti a decorrere dal 1° gennaio 2014, spetta una rendita calcolata sulla base della “retribuzione massima convenzionale del settore industria” nella misura del: 50% al coniuge/unito civilmente. 20% a ciascun figlio.Il diritto all’indennità per morte è riconosciuto a condizione che nei cinque anni anteriori alla data della morte dell’assicurato risulti versato o accreditato almeno un anno di contribuzione nella relativa gestione.

2 – Aumentare la competitività delle aziende ed in particolare delle PMI

Le PMI che si aprono all’attivazione di un Piano di Salute e Protezione comprendono che, una scelta di questo tipo, oltre a rappresentare svariati vantaggi (non solo fiscali) costituisce un vero e proprio “booster” per l’aumento della propria Brand Reputation, accresce la competitività e costituisce un investimento eccellente per lo sviluppo della motivazione delle proprie risorse e retention di know how prezioso.

Vediamo alcuni dettagli del report ElipsLife-Prometeia (https://www.elipslife.com/it/ita/News/2021/IT-Life-Insurance-Research) che dimostrano quanto sia sostenibile attivare un piano di protezione:

  • “Ad un lavoratore di 40 anni basterebbero circa 300 Euro di premio annuo, cioè meno di 1 Euro al giorno, versati in una polizza collettiva, per garantire ai propri familiari un indennizzo fino a 300mila Euro in caso di morte prematura, ossia l’equivalente di 30.000 Euro di reddito per 10 anni.”
  • Non solo, sul mercato esistono anche coperture che con 50€ all’anno consentono di avere un capitale 30.000€

Eppure, anche spendendo meno di un caffè al giorno, stando all’ indagine e ai dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è molto più probabile che quel quarantenne, quell’euro, preferisca investirlo ogni giorno in un “Gratta & Vinci” anziché in una “Copertura Caso Morte”.

Da cosa dipende questa “distorsione” che evidenzia come chi non ha i soldi per assicurarsi, li ha però per il gioco “d’azzardo”? Il Gioco è un settore che raccoglie infinitamente di più del comparto assicurativo legato ai rischi Morte, Invalidità e Non Autosufficienza. Una risposta plausibile come anticipato nell’articolo, è che non è diffusa la corretta percezione di questi rischi, e pertanto non si sente il bisogno di assicurarsi, soprattutto nelle fasce più giovani che vedono molto lontano l’orizzonte di una vecchiaia senza la percezione del rischio che comporta la disponibilità di un reddito inadeguato oppure i rischi di interruzione dell’attività lavorativa a causa di una invalidità grave o, peggio ancora, di una morte prematura.

L’altro tema chiave è che non c’è adeguata conoscenza dell’offerta assistenziale pubblica in termini di protezione per questi rischi. 

Ecco perché sono molto utili tutte le iniziative mirate alla divulgazione e cultura del Welfare, rivolte ad aumentare il livello di consapevolezza su tali aspetti di rischio, evidenziando le conseguenze economiche che derivano alla assenza di meccanismi di protezione e facendo riflettere sulle conseguenze a cui i familiari andrebbero incontro se il capo-nucleo dovesse morire prematuramente o subire un infortunio che comporti un’invalidità permanente.

ASSIDIM per supportare la diffusione di questa sensibilità ha inserito nel suo statuto le iniziative di formazione e education, realizzando webinar gratuiti e iniziative di comunicazione mirate (www.assidim.it/eventi)

Il target: imprenditori e manager (prevalentemente nel settore delle PMI) che sono il segmento di imprese che se ancora oggi è decisamente sotto-assicurato rispetto alle grandi multinazionali, ma che è anche quello che può innescare il cambiamento, offrendo più “sicurezza” ai propri collaboratori (e agli stessi imprenditori).

Photo by Markus Spiske on Unsplash

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