Non funzionerà mai

 Non funzionerà mai

Oggi la velocità del mondo e dell’economia globale richiede a tutti noi il coraggio di buttare via gli occhiali con cui abbiamo guardato le nostre attività fino a ora e di uscire dal comodo concetto “Non ci provo neppure, tanto, non funzionerà mai!”

Ci hanno provato, pensando radicalmente fuori dagli schemi, con un approccio disruptive alcuni geniali personaggi, poi diventati grandi imprenditori:

Netflix: seccato per aver pagato una sanzione di 40 dollari a un Blockbuster causa il ritardo di consegna del DVD del film Apollo 13, Reed Hastings, con l’amico Marc Randolph fondò una nuova società di noleggio di video game e film, basata su regole differenti: la richiesta di noleggio avveniva su piattaforma e il prodotto arrivava a casa via posta, per 6 dollari. Funzionava, ma non al meglio. Allora i due soci decisero di passare all’abbonamento mensile senza limiti di filmati disponibili via streaming online. Il passo successivo fu investire per realizzare produzioni originali, la prima fu House of Cards. Oggi è il principale servizio di streaming al mondo ed ha rivoluzionato l’intera industria dell’intrattenimento.

Apple: Nei primi anni 2000, Apple stava attraversando una seria crisi finanziaria. Anziché ripiegare su stessa ha adottato un approccio disruptive, potenziando l’innovazione nelle soluzioni tecnologiche e nel design, mantenendo alti i prezzi. L’iPod, seguito poi dall’iPhone e dall’iPad hanno ridefinito l’industria della musica, dei telefoni cellulari e dei tablet. Oggi Apple è l’azienda più valutata al mondo.

Airbnb: Nell’ottobre del 2007 Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk giovani disegnatori americani, in occasione della conferenza annuale della Industrial Design Society of America a San Francisco, si accorsero che le camere in hotel erano esaurite. Siccome faticavano a pagare l’affitto del proprio appartamento decisero di affittare parte del loro loft ad alcune persone interessate a partecipare alla conferenza. Così acquistarono alcuni materassi ad aria (airbed) e misero a disposizione la propria casa in cambio di denaro.  E’ nata così la piattaforma online che consente di affittare stanze o intere proprietà per brevi soggiorni. Airbnb ha sconvolto l’industria alberghiera tradizionale con una formula win win: consente alle persone comuni di guadagnare denaro extra e offre agli ospiti un’alternativa più economica e unica rispetto agli hotel. Nel 2020 si è quotata a Wall Street.

E noi, imprenditori, imprenditrici delle PMI come possiamo ripensare il nostro business, con un approccio disruptive?

Ecco 3 domande utili:

1 – Cosa serve al mercato?

Non cosa cerca il mio attuale mercato.

“Se avessi chiesto ai miei clienti cosa volevano avrebbero risposto: cavalli più veloci” disse Henry Ford, parlando della sua determinazione nel costruire automobili.

Quindi la domanda efficace è: cosa i clienti sono disposti a pagare di ciò che facciamo?

2 – Quali soluzioni e benefici offriamo al cliente con il nostro prodotto o servizio, realmente migliori della concorrenza?

Non qual è il prodotto cui siamo più affezionati. Ma quale è la qualità più rilevante che il nostro cliente percepisce come tale, ci riconosce ed è disposto a pagare.

3 – Come lo farei se fosse facile? Se non avessi vincoli di denaro, di tecnologia, di competenze professionali e di caratteristiche delle persone che lavorano con me, come potrei realizzarlo?

Qual è la strada più lineare e meno battuta?

Ma la vera domanda per coloro che si sentono stanchi di lavorare sempre o ovunque forse è: Come posso organizzare le mie attività come una macchina che non devo pilotare personalmente 24 ore su 24, 7 giorni su 7? Forse questa è la domanda.

Per rispondere occorre Il coraggio di sfidare lo status quo, gli atteggiamenti conservativi dei nostri soci e anche dei collaboratori, che ti ripetono: “Perché cambiare? abbiamo sempre fatto così!”

La frase di oggi

“Ci sarà sempre qualcuno che ti dice che la tua idea non funzionerà. Per svilupparla bisogna dedicarle la vita. Ma lascia che siano gli altri a metterci i soldi. Coinvolgere altri investitori ti costringe a dimostrare che la tua folle idea potrebbe funzionare davvero”, Marc Randolph, cofondatore di Netflix.

Partecipa alla discussione

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.