Nuovo calo di mancati pagamenti e ritardi nel primo trimestre

 Nuovo calo di mancati pagamenti e ritardi nel primo trimestre

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[dropcap]C[/dropcap]ontinua la positiva inversione di tendenza nei pagamenti delle imprese, in atto dalla seconda metà del 2013. Nei primi tre mesi del 2014 si registra un sensibile miglioramento sia nei tempi di pagamento delle imprese, sia nelle statistiche sui protesti. Il fenomeno rientra nel processo di ristrutturazione dell’economia italiana che vede, da un lato, l’uscita dal mercato delle società più fragili, come documentato nell’Osservatorio sulle crisi d’impresa, dall’altro il consolidamento delle condizioni economico-finanziarie delle imprese che hanno resistito alla crisi.

I dati di Payline – il database Cerved che monitora le esperienze di pagamento di 2,5 milioni di imprese italiane – indicano un miglioramento delle abitudini di pagamento delle imprese. Diminuisce rispetto ai primi tre mesi del 2013 il valore dei mancati pagamenti a quota 30% (-1,7%), sia per quanto riguarda le transazioni con pagamento immediato rispetto alla consegna della merce, sia per le transazioni con pagamento differito.
Tutti gli indicatori sulle fatture pagate nei primi tre mesi dell’anno mostrano progressi rispetto allo stesso periodo del 2013, coinvolgendo quasi tutti settori e tutte le aree della Penisola. Diminuiscono di 3,7 giorni i tempi medi di pagamento (attestandosi a 77,5 giorni), grazie soprattutto al calo dei giorni di ritardo (-2,7 giorni). Rimane invariata la quota di imprese puntuali, mentre si riduce dal 9,2% al 7,6% la quota di aziende che salda le fatture con oltre 60 giorni di ritardo, casi che possono sfociare prima in mancati pagamenti e quindi in veri e propri default.

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La maggiore celerità nei tempi di pagamento delle imprese è stata accompagnata da un netto calo dei protesti. Tra gennaio e marzo si contano 19 mila società protestate: si tratta di una netta diminuzione rispetto allo scorso anno (-14,4%), che conferma e rinforza il già incoraggiante dato di fine 2013 (-10,8%). Nonostante il miglioramento, il numero di società protestate rimane ben superiore ai livelli (+27%), quando le società protestate in un singolo trimestre erano circa 15 mila. Il calo delle società protestate su base annua, che riguarda tutta la Penisola, è in doppia cifra in tutti i settori dell’economia: in particolare, nell’industria (-20% rispetto allo scorso anno) il numero di società protestate è tornato vicino ai livelli pre-crisi (+2,8%).

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