- Digital Transformation: Software ERP (73%), CRM (34%), MES (32%) e Cloud Computing (25%) sono le tecnologie più diffuse. Meno diffusi i Digital Twin (9%), la robotica avanzata (12%) e la realtà aumentata e virtuale (22%);
- L’AI è ancora agli inizi nell’industria. Il 55% delle aziende non l’ha ancora implementata e solo il 3% la utilizza in modo consolidato; Solo 2% degli intervistati dichiara di essere un Smart Factory.
- Per la GenAI, la penetrazione è ancora più bassa: solo il 9% l’ha integrata nei processi quotidiani;
- A frenare l’adozione dell’AI la mancanza di competenze interne (42%), la poca disponibilità e qualità dei dati (40,4%) e l’integrazione con i sistemi esistenti (38,4%);
- Sostenibilità: le azioni delle industrie trainate da compliance normativa (56%), riduzione dei costi (31%) e brand reputation (45%).
L’industria italiana si scopre efficiente, sostenibile e in crescita, ma ancora troppo poco digitale. È questa la fotografia del nuovo studio “What’s Next nelle Operations? Benchmarking Study” di Bonfiglioli Consulting, ricerca biennale che analizza lo stato di maturità dell’industria nazionale in cinque aree chiave — Operations, Supply Chain, Sostenibilità, Digitalizzazione e Risorse Umane — per mappare la transizione verso la Smart Factory.
Lo studio è stato presentato durante l’AI Operations Forum 2025, organizzato da Bonfiglioli Consulting e ospitato agli IBM Studios di Milano, con interventi di IBM Technology Italia, Automobili Lamborghini, Michelin, Oversonic e SCM Group, e contributi accademici di Francesco Ubertini (CINECA) e Alec Ross, esperto internazionale di politiche tecnologiche.
L’indagine ha coinvolto oltre 100 aziende di 22 settori industriali, con un campione composto per l’85% da figure C-level e per l’83% da imprese con oltre 100 dipendenti, prevalentemente B2B (87%).
I risultati evidenziano performance solide in ambito sostenibilità (89%) e operations (71%), seguite da supply chain (67%) e risorse umane (58%), mentre la digitalizzazione si conferma la dimensione con maggior potenziale di sviluppo (48%).
“I risultati dello studio confermano un tratto distintivo dell’industria italiana: una forte cultura al miglioramento continuo e alla ricerca dell’eccellenza e oggi l’Operational Excellence deve includere anche la sostenibilità. Concetti che riconduciamo ai principi Lean e alla capacità di ripensare i processi per creare valore. – dichiara Michele Bonfiglioli, CEO di Bonfiglioli Consulting – Ma rivelano anche un divario digitale che oggi non possiamo più permetterci. L’adozione dell’AI e delle tecnologie più innovative non è più un’opzione, ma una leva indispensabile per la competitività e la resilienza delle imprese”.
Digital Transformation: l’AI è ancora agli inizi
Lo studio di Bonfiglioli Consulting rileva un indice di maturità digitale del 48% per le industrie italiane.
Tra le tecnologie più diffuse a livello industriale spiccano gli ERP (73%), seguiti da CRM (34%), MES (32%), e Cloud (25%). Rimangono marginali i Digital Twin (9%), la robotica avanzata (12%) e la realtà aumentata e virtuale (22%).
Ma quanto si percepiscono digitalizzate le imprese? Analizzando la percezione dei C-Level, il 53% del campione dichiara un livello basso di digitalizzazione, il 33% indica un buon livello, il 10% un livello alto e appena il 4% un livello molto elevato. L’adozione dell’Intelligenza Artificiale resta limitata: il 55% delle aziende non l’ha ancora implementata, il 34% l’ha avviata e solo il 3% la utilizza in modo consolidato o in costante miglioramento.
Per la Generative AI, la penetrazione è ancora più bassa: solo il 9% l’ha integrata nei processi quotidiani, mentre il 32% la sta testando o pianificando. Gli agenti AI compaiono in fase pilota nel 12% delle imprese, soprattutto in ambiti come customer service, sales&marketing e R&D.
Le principali barriere all’adozione riguardano la mancanza di competenze interne (42%), la qualità dei dati (40,4%) e l’integrazione con i sistemi esistenti (38,4%), mentre solo l’11,5% indica i costi come principale ostacolo. Nel manifatturiero, l’AI trova applicazione soprattutto in dashboard operative intelligenti (15,4%), manualistica tecnica (13,4%), formazione HR (11,5%) e ottimizzazione produttiva (9,6%).
Sul fronte degli investimenti, la maggioranza delle aziende (72%) destina tra l’1% e il 5% del fatturato alla digitalizzazione; un ulteriore 21% investe tra il 5% e il 10%, mentre solo il 2% supera questa soglia. Il 5% del campione, invece, non ha ancora avviato investimenti in quest’area.
Sostenibilità: da obbligo normativo a leva competitiva
La sostenibilità si attesta come un ulteriore elemento strategico dell’industria italiana, con un livello medio di maturità dell’89%. Il 74% delle imprese fino al 5% del fatturato a iniziative sostenibili, il 19% investe fino al 30% e solo il 7% non ha ancora investito in programmi strutturati. Per oltre il 35% ci sarà un aumento nei prossimi anni. A motivare gli investimenti sono soprattutto la compliance normativa (38%), la riduzione dei costi (34%) e il miglioramento della reputazione aziendale (28%).
Operations: visione di lungo periodo e miglioramento continuo
I processi industriali italiani, incluse le fasi di procurement, logistica inbound e outbound e produzione, mostrano una buona maturità operativa (71%) e una chiara visione strategica: il 62% delle aziende dichiara di avere un programma di Eccellenza Operativa, e il 75% pianifica su orizzonti superiori ai tre anni.
Gli obiettivi prioritari sono: differenziare in termini di innovazione di prodotto, servizi e qualità (88%), ottimizzare i processi per ridurre i costi di prodotto (83%) e accelerare il Time-to-market (72%).
Circa il 33% delle aziende utilizza strumenti di miglioramento continuo in modo strutturato; i clienti sono coinvolti in questo processo per oltre l’83% degli intervistati e per i fornitori qualità e livello di servizio sono i parametri più importanti.
Risorse Umane: formazione e talent retention trainano la competitività
Le HR si confermano un pilastro strategico della trasformazione industriale, con un livello medio di maturità del 58% e una tendenza in crescita.
Nel 2025, il 92% delle imprese ha investito meno del 5% del fatturato in formazione, il 6% tra 5% e 10%, e solo il 2% non ha investito. Tuttavia, il 33% prevede di aumentare i budget destinati alla formazione nel prossimo anno. I programmi formativi si concentrano su competenze tecniche (88%), soft skills (77%), sostenibilità (63%) e nuove tecnologie (63%), con un focus crescente su Intelligenza Artificiale (40%).
Per trattenere i talenti, le aziende puntano su:
- Ambiente di lavoro stimolante (78%)
- Percorsi di crescita e sviluppo professionale (66%)
- Work-life balance (58%)
- Retribuzione competitiva (47%)
