Parte la terza call di “Up2Stars” il programma di Intesa Sanpaolo dedicato alle startup innovative italiane

 Parte la terza call di “Up2Stars” il programma di Intesa Sanpaolo dedicato alle startup innovative italiane

Aperte le candidature alla terza call di Up2Stars, il programma per la valorizzazione e crescita delle startup innovative italiane ideato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center. Dedicata al settore dell’Intelligenza Artificiale, la call punta ad individuare e sviluppare le startup più promettenti in questo ambito estremamente strategico per accelerare la trasformazione digitale delle imprese del nostro Paese.

L’Intelligenza Artificiale è infatti una delle tecnologie evolute con maggiori potenzialità e con possibilità applicative pressoché illimitate: dalla raccolta e analisi dei dati allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, dalla gestione della relazione con i clienti al miglioramento dell’efficienza dei dipendenti e dei processi produttivi anche in chiave di sostenibilità. Quello dell’Artificial Intelligence, inoltre, è un mercato che interessa trasversalmente vari settori industriali come il manifatturiero, l’automotive, l’healthcare, il settore finanziario e quello dei trasporti.

Oggi integrare sistemi e soluzioni di AI nei propri processi aziendali è diventato un imperativo per tutte le aziende che intendono mantenere la propria competitività nel mercato globale. In questo processo di transizione digitale delle imprese le startup rivestono un ruolo determinante quale soggetto chiave per trasferire competenze tecnologiche evolute alle aziende più strutturate, in linea con quanto espresso nel PNRR.

Giunto alla seconda edizione, “Up2Stars” nasce proprio con l’obiettivo di intercettare le giovani realtà imprenditoriali ad alto contenuto innovativo che operano in settori strategici per l’economia del Paese, per stimolarne e supportarne la crescita, preparandole ad interfacciarsi con potenziali investitori e imprese mature. 

Dopo le prime due call dedicate rispettivamente a WaterTech ed Energie Rinnovabili, che hanno registrato circa 200 candidature, la terza call del programma si rivolge alle startup specializzate in soluzioni di intelligenza artificiale applicate ai seguenti aspetti della realtà aziendale:

  • Processi di vendita: soluzioni a supporto dell’incremento della produttività della forza vendita, AI per la lead generation, Natural Language Processing, tecniche di data analytics per migliorare l’esperienza, la relazione e la soddisfazione del cliente.
  • Human Capital Management: piattaforme digitali per HR negli ambiti del reclutamento, della formazione e della valutazione delle prestazioni.
  • Operations: applicazioni HW e SW di automazione (RPA) e di analisi dati per gestire la produzione, il magazzino e la logistica.
  • Supporto ai processi di Amministrazione, Finanza e Controllo: soluzioni di analisi e gestione dei dati finanziari, contabili e fiscali e per l’automazione dei processi contabili e di controllo.
  • ESG: soluzioni che permettono di calcolare il product carbon footprint di un prodotto o di un processo aziendale, o soluzioni che consentono la certificazione e la rilevazione di KPI quantitativi in ambito ESG.
  •  Data protection: soluzioni a supporto della digitalizzazione in ottica cybersecurity e data protection.

Le startup interessate potranno presentare la propria candidatura entro il 17 dicembre 2023 tramite la pagina dedicata su https://www.intesasanpaolo.com/it/business/landing/info/programma-up2stars-per-startup-innovative.html

In linea con la precedente edizione, anche quest’anno “Up2Stars” prevede il lancio di 4 call che, dopo WaterTech, Energie Rinnovabili, Efficienza EnergeticaIntelligenza Artificiale, vedrà nei prossimi mesi il lancio della quarta e ultima call dedicata a IoT – Infrastrutture e Mobilità. Per ciascuna call vengono selezionate al massimo 10 startup che accederanno al percorso di accelerazione personalizzato erogato dal partner Gellify ed al programma di networking con i vari Partner di programma. A conclusione di ciascun percorso, le startup accelerate si presenteranno ad una platea di investitori e imprese durante un Demo Day.

La novità principale dell’edizione di quest’anno è l’ampliamento delle partnership e del network di collaborazioni che, oltre Microsoft, Elite e Cisco, vede il coinvolgimento dei Centri Nazionali di Ricerca cui Intesa Sanpaolo partecipa in qualità di socio fondatore delle singole Fondazioni di riferimento, oltre ai Partenariati Estesi e ai 9 Poli di innovazione europei (EDIH). Nuova la collaborazione anche con Digit’Ed, società specializzata nell’alta formazione e nel digital learning. Ulteriore novità della seconda edizione di Up2Stars è la prospettiva di internazionalizzazione per le startup grazie alla struttura di internazionalizzazione di Intesa Sanpaolo ed alla collaborazione con il Centro di Innovazione Italiano a San Francisco, istituito presso INNOVIT Italian Innovation and Culture.

L’Intelligenza Artificiale è una leva determinante della trasformazione digitale del nostro Paese, complementare al lavoro delle persone, in un’ottica di semplificazione e maggiore efficienza. Intesa Sanpaolo ha adottato soluzioni di AI per la trasformazione digitale del Gruppo, all’interno dei processi aziendali e nello sviluppo della nuova banca digitale Isybank, mantenendo comunque sempre al centro le persone e la relazione con i clienti” ha commentato Virginia Borla, Executive Director Business Governance Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. “Con questa terza call di Up2Stars intendiamo dare un contributo ulteriore a supporto delle PMI, intercettando e accelerando le più valide startup del settore in grado di trasferire la loro expertise in ambito AI alle imprese. Il Gruppo inoltre contribuisce alla ricerca e alla crescita tecnologica del tessuto imprenditoriale attraverso CentAI, il centro di ricerca avanzata nel campo dell’AI creato in collaborazione con un team di ricercatori e scienziati riconosciuti a livello globale”.

Intelligenza Artificiale per la trasformazione aziendale

(A cura della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo)

L’Intelligenza Artificiale (o Artificial Intelligence, AI) avrà un impatto significativo sulla società e i sistemi economici, con implicazioni importanti sul modo di vivere e di lavorare. L’utilizzo di nuovi strumenti intelligenti in grado di svolgere con maggiore rapidità ed efficienza un sempre più rilevante numero di attività, imparando e generando risposte/azioni in autonomia, trasformerà il mercato del lavoro, con rilevanti cambiamenti sia nei processi aziendali, sia nelle competenze richieste per affrontare questa rivoluzione.

Secondo quanto riportato in alcuni lavori dell’OECD la diffusione di tecnologie di intelligenza artificiale sta crescendo velocemente tra le aziende, sebbene non siano ancora molte le statistiche ufficiali a disposizione in grado di cogliere gli aspetti di un fenomeno così dirompente e in così rapida espansione. Alcuni dati sono inclusi nelle statistiche Eurostat, sulla diffusione di tecnologie ICT presso le imprese con almeno 10 addetti, di fonte Eurostat e aggiornati a 2021, mentre altre informazioni sono ricavabili da indagini ad hoc condotte nei vari paesi su campioni di imprese.

I dati presentati in questa nota fanno riferimento alle indagini sulla diffusione di tecnologie ICT, aggiornate al 2021, che permettono di delineare una prima fotografia dello stato di avanzamento nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel tessuto produttivo italiano, confrontandolo con i risultati della media UE. Sebbene l’AI abbia visto una rapida crescita a partire da novembre 2022 (con l’uscita di ChatGPT), questa analisi aggiornata al 2021 consente comunque di avere un’idea sullo stato dell’arte del fenomeno, confrontando i risultati dei diversi paesi.

Il confronto Italia versus Europa: analisi dimensionale e settoriale

La diffusione di tecnologie di Intelligenza Artificiale (text mining, machine learning, deep analysis, natural language generation image recognition) tra le imprese europee è un fenomeno ancora limitato nel 2021, con differenze però significative per dimensione aziendale e settore di specializzazione.

In Italia la quota di imprese che utilizza almeno una tecnologia di intelligenza artificiale è pari al 6,2% (tutti i settori economici escluso quello finanziario), un dato inferiore alla media dell’Unione Europea (7,9%) e a quella dei principali paesi: Germania (10,6%), Spagna (7,7%) e Francia (6,7%).

In generale, la diffusione di tecnologie di intelligenza artificiale è più diffusa nelle grandi imprese, che hanno maggiori risorse per investire in innovazione. Nell’Unione Europea circa il 30% delle grandi imprese adotta almeno una tecnologia AI, contro un dato del 24,3% italiano. La percentuale di imprese con AI è sempre più elevata in Europa rispetto all’Italia per dimensione aziendale. È però interessante evidenziare come il divario tra Italia ed Europa sia più ampio tra le grandi imprese rispetto alle piccole, queste ultime, infatti, mostrano una quota di imprese con almeno 1 tecnologia pari al 6,4% in UE rispetto al 5,3% in Italia.

Anche il dettaglio settoriale evidenzia una maggiore diffusione di AI tra le imprese dell’Unione Europea rispetto a quelle italiane. In generale sono le imprese specializzate nei settori ICT e attività professionali, scientifiche e tecniche che evidenziano un maggior ricorso alle tecnologie AI, sia in Italia che in Europa, seguite dai settori delle Utility, Attività amministrative, Manifatturiero e Commercio. Le differenze maggiori tra imprese italiane ed europee emergono proprio nei settori dove è più alto l’utilizzo di AI, nell’ICT e nelle attività professionali, dove il divario è di circa il 9%. In particolare, la quota di imprese che usa almeno una tecnologia AI in Italia è pari al 16,2% nell’ICT (25,5% in Europa) e pari all’8,7% nelle attività professionali (17,6% nell’UE27). Si osservano minori differenze nel settore manifatturiero (6,6% in Italia e 7,3% in Europa) e nelle Utility (8,5% in Italia vs 9% nell’UE 27).

Il dettaglio dell’industria manifatturiera evidenzia per l’Italia una maggiore diffusione di imprese che utilizzano almeno una tecnologia AI nei settori a medio-alta tecnologia: farmaceutica (17,5%), elettronica (15,7%) e meccanica (12,1%), mentre occupano le ultime posizioni nel ranking alcuni settori tradizionali come il tessile abbigliamento (4,5%) e i mobili e l’altro manifatturiero (3,6%). Nei paesi europei spicca invece il primo posto per il segmento della produzione di coke e prodotti petroliferi, con una quota superiore al 17% di imprese che adottano almeno una tecnologia AI, seguito da elettronica e farmaceutica.  Questo dettaglio permette di evidenziare come in alcuni settori le imprese manifatturiere italiane siano maggiori utilizzatori di tecnologie AI rispetto alle europee, in particolare nella farmaceutica, nella gomma, plastica, nella meccanica e nell’industria alimentare e delle bevande.

Nel confronto con l’Europa emerge il gap italiano nella diffusione di tecnologie AI, in particolare tra le grandi imprese e nei settori ad alta tecnologia, in entrambi i casi, soggetti più attivi sul fronte innovativo.  Ci sono però alcune eccezioni, dove emerge il miglior posizionamento italiano (farmaceutica, meccanica, gomma/plastica e alimentare/bevande).

Il focus sulle imprese italiane: finalità e ambiti di applicazione

L’indagine consente di analizzare altri due aspetti relativi alla diffusione di tecnologie AI nelle imprese italiane: le finalità per cui è utilizzata la tecnologia di AI e l’ambito di applicazione all’interno delle aree aziendali.

Per quanto riguarda le finalità, considerando l’incidenza dell’utilizzo della tecnologia, sul totale delle imprese che adottano almeno una tecnologia si osserva che la finalità principale delle imprese italiane (totale economia al netto del settore finanziario) è quella di utilizzare l’AI per estrarre conoscenza e informazione da un documento di testo (text mining), con una quota pari al 44,3%, seguita dall’utilizzo di AI per identificare oggetti o persone sulla base di immagini (31%). Nel settore manifatturiero emergono alcune specificità legate all’utilizzo delle tecnologie nei processi aziendali. La finalità principale delle imprese dell’industria manifatturiera è infatti quella di utilizzare l’AI per automatizzare i flussi di lavoro o per essere di supporto nel processo decisionale (39%), seguita da quella per convertire la lingua parlata in un formato leggibile dal dispositivo informatico (30,9%). Nel manifatturiero è più diffusa rispetto al resto dell’economia anche l’utilizzo di AI per consentire il movimento fisico autonomo delle macchine, sebbene sia la tecnologia meno diffusa (14,5%).

Infine, è possibile individuare le aree aziendali nelle quali vengono maggiormente utilizzate le tecnologie di intelligenza artificiale. Considerando l’economia nel suo complesso emerge come sia la sicurezza informatica la principale are di applicazione: oltre il 30% delle imprese che adotta almeno una tecnologia, seguita dall’area marketing/vendite (29,1%). La fotografia cambia notevolmente se consideriamo solo il settore manifatturiero: in questo caso emerge come l’AI sia soprattutto utilizzata nei processi produttivi, con oltre la metà delle imprese interessate, seguita dall’area di gestione aziendale (20,5%). Così come osservato per l’intero sistema economico, anche nel manifatturiero l’area meno interessata è quella del reclutamento /gestione del personale (9,2% e 4% rispettivamente).

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