PMI: passa il testimone al momento giusto

 PMI: passa il testimone al momento giusto

Quando arriva “l’età della pensione” per un imprenditore o un’imprenditrice?

Quando passare la leadership della propria azienda?

A chi e come? Gradualmente o tutto in una volta?
E quando il senior è pronto a prendere questa decisione?
Quando ha bisogno di denaro? Quando vuole espandere il business all’estero? Tre anni prima di una età teorica di disimpegno?
È stato così previdente da farsi affiancare da un erede?
E, se non c’è un successore interno alla famiglia, gli attuali capi azienda quali opzioni hanno?
Vendere a un fondo di investimento? Quotarsi in borsa?
La decisione tra vendere l’impresa a un fondo di private equity o quotarsi in borsa comporta differenze significative, e ogni opzione ha pro e contro.
Ecco alcuni principali differenze che gli imprenditori di una PMI dovrebbero considerare prima di decidere:
Vendita a un Fondo di Private Equity:
1. Controllo: Nella vendita a un fondo di private equity, gli imprenditori possono mantenere il controllo dell’azienda, almeno in parte, con modalità negoziabili.
2. Esposizione Pubblica limitata: L’azienda rimane privata e al di fuori degli obblighi di trasparenza pubblica, consentendo agli imprenditori di operare con maggiore privacy.
3. Supporto e Risorse: I fondi di private equity forniscono supporto finanziario e risorse per espandere l’azienda e migliorarne le attività.
4. Obiettivi a Lungo Termine: La vendita a un fondo di private equity può essere la scelta migliore se gli imprenditori mirano a crescere e migliorare l’azienda con piani di medio-lungo termine, senza la pressione delle aspettative trimestrali dei mercati azionari.
5. Liquidità: Gli imprenditori ricevono denaro al momento della vendita, e si trovano quindi a disporre di una liquidità immediata.
La scelta di Quotarsi in Borsa:
1. Esposizione Pubblica: La quotazione in borsa comporta una maggiore esposizione pubblica e il monitoraggio da parte degli investitori, ed è richiesto un maggiore livello di trasparenza.
2. Accesso al Capitale: Una volta quotata in borsa, l’azienda ha accesso al mercato azionario per raccogliere capitale tramite la vendita di azioni. Questo può essere utile per finanziare lo sviluppo. Il flottante, cioè la parte di capitale della società effettivamente disponibile sul mercato azionario può essere anche parziale, il 25% del capitale, e la governance dell’impresa può restare nelle mani dell’imprenditore.
3. Obblighi Normativi: La quotazione in borsa comporta obblighi normativi rigorosi, tra cui la pubblicazione di relazioni finanziarie e la conformità a norme e regolamenti specifici.
4. Aspettative degli Investitori: Gli investitori in borsa hanno aspettative a breve termine, e l’azienda sarà misurata su risultati finanziari trimestrali.
5. Perdita parziale o totale di Controllo: Gli imprenditori potrebbero perdere la leadership dell’azienda o doverla condividere con altri azionisti.
La scelta tra vendere a un fondo di private equity e quotarsi in borsa dipenderà da molti fattori, tra cui gli obiettivi a lungo termine, la situazione finanziaria attuale dell’azienda, la predisposizione a gestire gli obblighi normativi e le aspettative degli investitori.
E soprattutto c’è un aspetto psicologico che non possiamo trascurare: i senior non vogliono mollare il potere. Ma questo atteggiamento può essere molto critico nella fase di passaggio del testimone, qualunque sia il soggetto che lo riceve.
Gli imprenditori dovrebbero valutare sul piano non solo logico-razionale ma anche emotivo le varie opzioni e confrontarsi con professionisti in grado di comprendere tutte le facce della medaglia e le criticità, non solo di tipo tecnico- organizzativo, prima di prendere una decisione. E, quando hanno deciso, agire.
La frase di oggi
“Molti passi falsi sono compiuti restando fermi”
(Proverbio orientale)

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