Previsioni sull’andamento dell’economia americana: dati e numeri che spingono all’ottimismo

 Previsioni sull’andamento dell’economia americana: dati e numeri che spingono all’ottimismo

Nel mese di giugno sono aumentate le vendite al dettaglio negli Stati Uniti dello 0.4% rispetto a maggio. Il dato è stato rilevato dal Commerce Department, un risultato migliore rispetto alle aspettative che prevedevano una crescita dello 0,1%. Questo dato, unito all’incremento crescente da aprile, consolida una evidente accelerazione dei consumi privati per il secondo trimestre 2019. In particolare il cosiddetto “core retail index”, ottenuto escludendo le vendite di auto, carburanti, spese al ristorante e materiali da costruzione, è aumentato dello 0,7%. Si tratta della componente “consumi privati” del PIL.

“L’economia americana sta inanellando una serie di record che vanno dalla disoccupazione mai così bassa, ad un PIL che ha superato i 20 Trilioni di dollari – è quanto ci racconta Lucio Miranda, presidente di ExportUSA, società di consulenza export con sede a New York – in particolare registriamo ora le ricadute positive sull’economia delle esportazioni di petrolio e di gas naturale americano. Si tratta di un fattore di sostegno all’economia americana duraturo, che continuerà a far sentire il suo effetto positivo negli anni a venire”. E’ questa la posizione di chi intravede buone prospettive di crescita dell’economia americana di qui ai prossimi 5-7 anni e i dati sembrano confermare questo ottimismo.

Crescita anche sul fronte del lavoro

Nonostante lo shutdown federale da gennaio è aumentato il numero dei nuovi posti di lavoro. In particolare luglio 2019 segna inoltre il più lungo periodo di espansione dell’economia americana. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) ha annunciato che il “Total nonfarm payroll” di giugno è aumentato di 224.000 unità, questo vuol dire che nel mese scorso sono stati creati più di 220 mila nuovi posti di lavoro negli USA. Un dato che supera di molto le aspettative degli economisti che prevedevano un aumento di 162.000 posti di lavoro.

Se è vero che, al contrario, il tasso di disoccupazione è salito al 3,7% dal 3,6% del mese precedente a causa dell’ingresso, nel mondo del lavoro, di 300mila persone, c’è da dire che il saggio è comunque ai minimi da una cinquantina di anni a questa parte.

“Il mercato del lavoro in America è estremamente dinamico – dice Lucio Miranda – l’economia USA segnava un tasso di disoccupazione attorno all’11% nel biennio 2009/2010, gli anni più bui della crisi finanziaria, ma a distanza di nove anni la disoccupazione è stata praticamente eliminata. Questo è il dato su cui riflettere: la capacità di un’economia matura – e quindi non di un paese emergente – di passare da una disoccupazione dell’11% a una disoccupazione del 3.7% nel giro di nove anni”.

In questi mesi di governo Trump, il Pil Usa è cresciuto del 25% e nelle intenzioni di voto in vista delle politiche Usa del 2020 Donald Trump vola al 44%.

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