Propensione agli investimenti in crescita, ma instabilità politica e Brexit possono condizionare il business delle aziende italiane

 Propensione agli investimenti in crescita, ma instabilità politica e Brexit possono condizionare il business delle aziende italiane

Durante il Workshop “Lo scenario dell’economia e della finanza” organizzato da The European House – Ambrosetti è stato approfondito (attraverso una rilevazione condotta sui 200 imprenditori presenti) il tema dei rischi per gli investimenti delle aziende italiane.

I programmi di investimento delle aziende sembrano essere in crescita. Il 27,5% degli imprenditori coinvolti li stima in una percentuale del 10% in più rispetto all’ultimo triennio, mentre il 15,8% in più del 20%.

Nonostante questa propensione positiva ci sono alcuni aspetti che possono frenare il business delle aziende italiane. Fra tutti spicca l’instabilità politica italiana e i riflessi sull’Europa (34,7%), percezione cresciuta di 9 punti rispetto allo scorso anno. A seguire c’è il tema Brexit (19,8%), i cui potenziali effetti negativi sono percepiti in misura molto più elevata rispetto al 2018 (5,7%).

Sembra non preoccupare più di tanto, invece, la Trumpnomics, che come rischio percepito è passato per gli imprenditori dal 21,3% del 2018 al 10,9% di oggi.

I Paesi su cui maggiormente si concentreranno gli investimenti, secondo il sentiment degli imprenditori italiani, sono Italia (32,8%), Europa (20,7%) ed Asia/Oceania (18,1%).

Investimenti esteri, l’Asia/Oceania è per gli imprenditori italiani la zona più attrattiva

I 200 imprenditori che hanno partecipato alla rilevazione hanno indicato nell’Asia/Oceania la macro-area emergente che più offrirà opportunità di sviluppo per le loro aziende. Tale zona si colloca al primo posto con il 44,8% delle preferenze, staccando di molto Europa Orientale (20,7%) e Medio Oriente (13,8%).

Tra i Paesi più attrattivi per gli investimenti, il 31,7% degli imprenditori ha indicato la Cina, percentuale cresciuta in maniera significativa rispetto a due anni fa, quando il sentiment degli imprenditori si fermava al 17,7%.

La Turchia, invece, è il Paese che per il 60,5% degli imprenditori risulta essere meno attrattivo in assoluto, seguito dal Sud Africa (34,4%).

Performance positive per le aziende ma previsioni di crescita economica e occupazionale difficili

Una larga fetta degli imprenditori che hanno partecipato alla rilevazione (circa 200) ritiene che la propria azienda stia performando meglio dei suoi concorrenti (47,3%). Il dato segna una crescita di circa 3 punti percentuali rispetto alla stessa rilevazione nel 2017.

Gli imprenditori esprimono invece cautela sulle previsioni di chiusura fatturato 2019. Le stime sono riviste al ribasso – crescita inferiore al 10% – da circa il 41,3% del campione. La fiducia in una crescita superiore al 10% del fatturato riguarda solo il 22,2% dei votanti ed è in calo di circa 6 punti rispetto al sentiment del 2017 (28,6%).

Riguardo l’occupazione circa un terzo degli imprenditori non rileva particolari variazioni di incremento. Appena il 13,7% dei votanti prevede un aumento dell’organico superiore al 10%.

Gli imprenditori si sono espressi anche su una previsione relativa al trend del rapporto di cambio tra dollaro ed euro nei prossimi sei mesi. La platea mostra compattezza nel prevedere un euro più debole (43,1%). Solo il 23,1% si è dimostrato più ottimista prevedendo un euro più forte del cambio attuale.

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