Caso singolare quanto accaduto a un’imprenditrice salentina che si è vista rifiutare la concessione di un mutuo per una segnalazione di sofferenza bancaria di cui non era a conoscenza. Ciò è quanto emerge da un’ordinanza del Tribunale di Lecce del 28 maggio scorso che ha dichiarato illegittima la segnalazione di sofferenza effettuata da un istituto bancario.
I fatti.
Nel gennaio del 2024 un’imprenditrice chiedeva un finanziamento ma la banca rifiutava per la presenza di una segnalazione di sofferenza bancaria effettuata da un altro istituto presso la Banca d’Italia all’insaputa della signora.
La signora, assistita dall’Avv. Matteo Sances, provvedeva dapprima in via stragiudiziale ma trovando il rifiuto dell’istituto finanziario si rivolgeva al Tribunale di Lecce con ricorso d’urgenza vista la grave situazione di liquidità venutasi a creare. Il Tribunale di Lecce, dunque, con provvedimento del 28 maggio ha ordinato l’immediata cancellazione della segnalazione di sofferenza bancaria e condannato l’istituto a pagare oltre 2.000 euro di spese legali.
Nello specifico, Il Tribunale ha accertato che l’istituto “… ha rinnovato la segnalazione in sofferenza del credito … senza, tuttavia, dapprima dare prova di avere verificato l’effettiva sussistenza in capo al debitore di una situazione patrimoniale deficitaria, caratterizzata da una grave e non transitoria difficoltà economica equiparabile ad una condizione di insolvenza”.
Sul punto, fanno sapere da Movimento Consumatori, sez. di Maglie “Le imprese non possono rischiare di venire tagliate fuori dal credito in questo modo. Per questo motivo, insieme all’Avv. Sances che si è occupato di questo caso, stiamo elaborando una proposta alla Banca d’Italia al fine di evitare nuovi casi del genere”.
