SEO: tutti gli algoritmi di Google

La SEO (o il SEO) comprende tutte quelle attività volte a migliorare il posizionamento organico di un sito web sulla pagina dei risultati dei motori di ricerca (anche detta SERP).
Fino a una decina di anni fa, quando il web era ancora solo per gli smanettoni, esistevano una serie di pratiche note, lecite e meno lecite, per portare il proprio sito web sulla prima pagina di Google, Yahoo, ecc.
Di tali pratiche, quelle consentite erano necessarie, poiché l’unico modo che aveva un potenziale cliente per trovare un’azienda sul web, era quello di cercarla su un motore di ricerca. L’alternativa? Conoscere il dominio esatto del sito web da consultare.
Nel frattempo il web si è evoluto e le piattaforme per la gestione dei contenuti web – i CMS, come ad esempio Drupal o WordPress – hanno integrato molte di quelle attività che venivano considerate pratiche SEO.
Anche i motori di ricerca si sono evoluti, in particolar modo Google, cui unico grande obiettivo è da sempre fornire la risposta più utile e coerente alle ricerche degli utenti.
Ciò che distingue Google dagli altri motori di ricerca, ciò che gli permette di farvi trovare sempre quello che cercate, sono gli algoritmi, che di anno in anno vengono implementati, modificati, aggiornati e sviluppati.
Questi continui aggiornamenti fanno sì che, chi non è del settore, faccia fatica a comprendere come lavorano questi algoritmi, e quali sono in effetti i meccanismi che permettono a Google di offrire risposte così precise.
Ecco quindi un sintetico schema degli ultimi algoritmi introdotti da Google, e delle loro peculiarità principali:
- Panda
- introdotto nel 2011;
- algoritmo principale;
- controlla la qualità del contenuto di una pagina web;
- richiede contenuti originali, studiati per dare all’utente ciò che sta cercando;
- Penguin
- introdotto nel 2012;
- algoritmo penalizzante;
- agisce in tempo reale;
- analizza in particolar modo i link all’interno del sito (interni ed esterni);
- Hummingbird
- introdotto nel 2013;
- algoritmo interpretativo;
- agisce in tempo reale;
- comprende le intenzioni di ricerca dell’utente, indipendentemente dalle keyword digitate;
- utilizza relazioni semantiche per valutare gli argomenti, e non le parole chiave;
- Pigeon
- introdotto nel 2014;
- attivo solo in inglese;
- manipola i risultati in base alla geolocalizzazione, elaborandoli anche sulla base degli altri algoritmi;
- Mobilegeddon
- introdotto nel 2015;
- penalizza pesantemente i siti web non ottimizzati per un’esperienza mobile;
- analizza la singola pagina e non l’intero sito web;
- RankBrain
- introdotto nel 2015;
- perfeziona l’autoapprendimento del motore di ricerca;
- lavora in tandem con Hummingbird;
Ciò che emerge chiaramente è il fatto che Google si sia ormai liberato di quei meccanismi predefiniti che potevano essere influenzati da molte delle pratiche SEO fino a oggi utilizzate.
Oggi il miglior modo per essere ben posizionati su Google, è offrire contenuti di rilievo per il nostro target.
Non solo. Se l’obiettivo finale è essere trovati dai propri potenziali clienti, è fondamentale prendere in considerazione altre attività, come ad esempio il Social Media Marketing o il Content Marketing, che non rientrano nelle pratiche SEO.
Definito da Going Global UK: “Massimo esperto in strategie di marketing digitale internazionale”.
Tra i 5 maggiori marketing influencer italiani secondo Digitalic. Autore di “Strategie web per i mercati esteri”, Hoepli 2016 e “The Marketing Distinguo: differentiation on three steps”, Amazon 2019.
Ha il deato il Visual Communication Planner, il marketing canvas scaricato da quasi 20.000 aziende e professionisti nel mondo.
L’unico italiano a completare il master MIT Digital Business Strategy sulla Digital Transformation.
Premiato tra le tre Best 2019 Marketing Innovation al DES 2019 di Madrid con il progetto Marketing Distinguo.
Ha già collaborato come docente per Exportiamo Academy, 24ore Business School, Università di Bologna, Università di Trento, Università Internazionale di Roma, Ninja Academy.
È l’unico consulente di BPER Banca per l’Export Digitale.
Fa parte della commissione UNI per la definizione della normativa relativa alla professione dell’Export Manager e del Digital Export Manager.
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