Smetti di chiamare la tua azienda una “famiglia”

 Smetti di chiamare la tua azienda una “famiglia”

Tutti noi siamo alle prese con l’organizzazione della cena aziendale di Natale.

Oltre al menù e al luogo, che rispetti le norme di sicurezza e distanziamento, stiamo ragionando sui messaggi che come imprenditori, imprenditrici e manager daremo con il brindisi.

Forse pensi che dare il messaggio a chi lavora con te “siamo una famiglia” sia una buona cosa.

Ti invito a rifletterci.

È vero, “famiglia” descrive un nucleo di persone solidali l’uno con l’altro. Eppure anche in famiglia non funziona sempre così. Lo sanno bene le PMI di proprietà e gestite da soci che sono anche parenti. Non è tutto rose e fiori.

Ma dare il messaggio ai tuoi team di lavoro che “siamo una famiglia” può incoraggiare dinamiche malsane, in cui le linee personali e professionali si confondono. Ci si aspetta lealtà eterna, le persone si sentono “date per scontate”.

Invece

  1. “Gioco di Squadra” funziona sempre. Vuoi valorizzare e stimolare comportamenti di cooperazione e “complicità” nella ricerca delle soluzioni, incoraggiare la fiducia, il rispetto e il “piacere “di lavorare insieme? Nella nostra azienda, come in una squadra, i ruoli sono definiti, non si gioca improvvisando. C’è l’allenatore che dà l’imprinting e il ritmo. Tutti sono impostati con un metodo di allenamento e di gioco, di cui i giocatori sono consapevoli. Chiari gli obiettivi di breve, fare goal, di medio, vincere il campionato;
  2. stabilisci e rispetta i confini fra il tempo professionale e quello personale. Il tempo libero, ad esempio, in vacanza, è previsto e rispettato;
  3. allena al cambiamento, prevedi di sostenere con la formazione – specialistica, ma anche di comportamento organizzativo e gestionale – lo sviluppo e la crescita professionale di chi lavora con te;
  4. fai che imparino dagli errori, senza criminalizzare chi ha sbagliato, ma cercando la soluzione per non fare più lo stesso errore;
  5. premia i successi dei tuoi team di lavoro durante tutto l’anno, con riconoscimenti economici ed emozionali. Un bonus, un permesso straordinario, un corso di formazione desiderato e non previsto, un brindisi in sala mensa o in reparto, un applauso pubblico. Quando abbiamo acquisito un nuovo cliente. A chi ha espresso una nuova idea o ha risolto una criticità.

Gesti che, fatti durante l’anno, valgono più di un messaggio “paternalistico” e di circostanza al brindisi di Natale.

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