S&P Global PMI: a febbraio, la crescita dell’eurozona accelera al valore più alto in nove mesi

 S&P Global PMI: a febbraio, la crescita dell’eurozona accelera al valore più alto in nove mesi

Grazie alla migliorata prestazione economica del settore terziario ed al ritorno alla crescita della produzione manifatturiera, la crescita dell’attività dell’eurozona di febbraio è accelerata al valore più alto in nove mesi. L’aumento della domanda, la ripresa della catena di fornitura, la riduzione degli ordini inevasi e il rialzo dell’ottimismo hanno sostenuto tale accelerazione. Finora, i dati ci descrivono un primo trimestre in fase di espansione, con l’occupazione in continua crescita.

Nel frattempo, l’inflazione dei costi continua a rallentare, soprattutto nel settore manifatturiero. Pur restando particolarmente alto, soprattutto nei servizi a causa dell’incremento dei salari, il tasso complessivo dei prezzi di vendita è tuttavia rallentato ai minimi in 16 mesi, segnalando un’ulteriore moderazione della pressione sui prezzi.

L’Indice ‘Flash’ destagionalizzato S&P Global PMI® Composito della Produzione dell’Eurozona, basato su circa l’85% delle risposte finali, ha segnato a febbraio il quarto aumento mensile consecutivo, salendo a 52.3 da 50.3 di gennaio, mostrando quindi la più forte espansione dell’attività economica dallo scorso maggio.

Il rialzo di febbraio è stato guidato dal terziario, settore in cui l’attività economica è aumentata per il secondo mese consecutivo, ed il cui indice è salito a 53.0 da 50.8, segnando la più forte espansione da giugno scorso. Allo stesso tempo, il manifatturiero ha messo a segno un modesto incremento, con l’indice di produzione industriale salito da 48.9 a 50.4 e mostrando la prima espansione da marzo scorso.

Il cambiamento chiave del settore terziario è stato il ritorno alla crescita dell’attività dei servizi finanziari, con l’attività immobiliare che però è rimasta in calo, ma anche la rinascita del settore del turismo e delle attività ricreative. Dopo sette mesi di contrazione, i trasporti si sono stabilizzati, i servizi industriali hanno acquisito slancio e quelli informatici hanno indicato un’impennata.

Nel manifatturiero, il settore chimico, della plastica e delle risorse di base continuano a rimanere le principali aree di debolezza, mentre prodotti alimentari e bevande, articoli per la casa e prodotti industriali hanno mostrato un’ulteriore ripresa. Anche il mercato dell’auto continua a risalire dalla crisi dello scorso anno.

All’interno dell’eurozona, sia Francia che Germania sono tornate in espansione per la prima volta rispettivamente da ottobre e giugno. Il PMI composito della Francia è salito da 49.1 a 51.6, anche se con una crescita confinata solo nel settore dei servizi. Allo stesso tempo, raggiungendo 51.1, l’indice PMI composito della Germania è salito leggermente da 49.9, indicando la seconda crescita mensile consecutiva del settore terziario e la prima espansione della produzione manifatturiera dallo scorso maggio.

Il resto dell’eurozona è stato tuttavia quello che ha riportato la prestazione più forte, con un indice composito che da 51.4 è salito al picco in nove mesi di 53.9, grazie alla crescita generalizzata del manifatturiero e del terziario.

L’accelerazione dell’espansione economica complessiva dell’eurozona è stata alimentata dal primo ma modesto aumento dei nuovi ordini da maggio scorso, a sua volta legato al più intenso rialzo della domanda di servizi in nove mesi e, allo stesso tempo, al calo minore. seppure accentuato, di nuovi ordini di beni manifatturieri.

L’incremento della produzione è stato anche favorito dalla continua riduzione del livello di ordini inevasi, soprattutto nel manifatturiero. Quest’ultimo calo delle commesse in giacenza è stato però il minore in sei mesi, a causa del recente miglioramento del flusso di nuovi ordini.

Nel manifatturiero, la nuova espansione della produzione è stata spesso associata al miglioramento della catena di fornitura, con la prima riduzione dei tempi medi di consegna da gennaio 2020 e al tasso più alto da maggio 2009. In Germania si è osservato un miglioramento particolarmente netto della prestazione dei fornitori, con i dati d’indagine hanno indicato una riduzione record dei tempi di consegna.

La migliore prestazione dei fornitori è stata generalmente collegata alle minori carenze di materiale che, oltre a facilitare una maggiore produzione, hanno contribuito a ridurre la pressione sui costi industriali, aumentati solo modestamente nel mese di febbraio e al tasso più lento da settembre 2020. Il rallentamento dell’inflazione dei costi manifatturieri è stato spesso collegato alla minore richiesta di fattori produttivi, con un nuovo forte calo dell’attività di acquisto delle imprese nel mese di febbraio, poiché il settore ha continuato a concentrarsi sulla riduzione delle scorte.

Al contrario, le aziende del settore terziario hanno segnalato un nuovo forte rialzo dei costi medi, indicando un aumento del tasso di inflazione di febbraio, tra i più elevati nella storia dell’indagine, che però si è mantenuto inferiore ai picchi dello scorso anno.

I prezzi medi di vendita di beni e servizi continuano nel frattempo ad aumentare vertiginosamente sia nel manifatturiero che nel terziario, poiché le aziende stanno cercando di trasferire i costi maggiori, inclusi gli aumenti salariali, sui clienti finali. Tuttavia, in entrambi i casi il tasso di incremento è diminuito rispetto a gennaio, in particolare l’inflazione dei prezzi di vendita del manifatturiero è scesa ai minimi in due anni. Tale riduzione su base mensile ha indicato il minore aumento generale di prezzi di vendita di beni e servizi da ottobre 2021.

Se il rialzo del flusso dei nuovi ordini ha incoraggiato nuove assunzioni, segnando a febbraio un aumento dei posti di lavoro sia nel settore manifatturiero che terziario, il tasso di creazione occupazionale è diminuito leggermente rispetto al picco in tre mesi di gennaio ed ha continuato a mantenersi inferiore ai valori toccati lo scorso anno. Sulla più lenta crescita degli organici pesa la carenza di manodopera ma spesso anche l’incertezza delle prospettive economiche future.

A febbraio, l’ottimismo sulle aspettative di attività nei prossimi dodici mesi ha indicato numeri in aumento, toccando il valore massimo in un anno, ma questo appare in linea con la media di lungo termine dell’indagine. Tuttavia, rispetto allo scorso anno, la fiducia è notevolmente migliorata sia nel manifatturiero che nel terziario, con le aziende campione che lo hanno attribuito alle minori preoccupazioni di una forte recessione, ai minori timori sui rifornimenti energetici e sui prezzi, ma anche ai segnali di un’inflazione in calo e di un maggior numero di richieste da parte dei clienti.

Commento

Commentando i dati del PMI flash, Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence ha dichiarato: “A febbraio, l’attività economica in tutta l’eurozona è cresciuta molto più velocemente di quanto previsto, e ha raggiunto il valore più alto in nove mesi grazie alla rinascita dell’attività del settore dei servizi e alla ripresa dell’economia del manifatturiero. Il PMI di febbraio è rimasto generalmente in linea con un tasso di crescita trimestrale del PIL appena inferiore allo 0.3%. L’espansione è stata sostenuta dal maggiore ottimismo, dovuto allo svanire dei timori di una possibile recessione e dall’inflazione che pare abbia già raggiunto il picco. Il settore manifatturiero è stato inoltre favorito dal notevole miglioramento dei tempi medi di consegna dei fornitori. I ritardi nelle consegne provocati dalla pandemia che hanno vessato le fabbriche negli ultimi due anni hanno adesso dato spazio a tempi medi di consegna più veloci. Questa variazione ha di conseguenza trasferito il potere sui prezzi dai fornitori ai responsabili degli acquisti, riducendo quindi l’inflazione dei prezzi alla produzione. Tuttavia, sebbene a febbraio le pressioni inflazionistiche continuano a ridursi, l’indagine accenna ad una persistente tendenza ad aumentare i prezzi da parte del terziario, collegata in parte alla crescita salariale più elevata, che preoccuperà i responsabili delle politiche della BCE. La combinazione tra l’espansione più veloce e la pressione dei prezzi particolarmente elevata incoraggerà ovviamente la preferenza di ulteriori inasprimenti della politica monetaria nei mesi futuri.”

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