S&P Global PMI®: a gennaio cala ancora l’attività edile

 S&P Global PMI®: a gennaio cala ancora l’attività edile

Ad inizio del 2023 il settore edile italiano ha continuato a contrarsi. L’attività totale e i nuovi ordini hanno entrambi continuato a ridursi, con i dati raccolti che hanno attribuito ciò alla debolezza della domanda e all’attuale incertezza che gira attorno allo schema governativo del superbonus. Di conseguenza l’attività di acquisto è stata ridotta ad un tasso più veloce.

Detto questo, nel corso del mese sono stati evidenti degli sviluppi positivi, con la crescita del livello occupazionale e una notevole espansione dell’ottimismo. L’inflazione dei prezzi di acquisto è crollata al livello minimo in oltre due anni.

L’indice principale S&P Global PMI® del Settore Edilizio Italiano (PMI®) – che monitora le variazioni su base mensile della produzione totale del settore – a gennaio e per il secondo mese consecutivo, è rimasto al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0. Attestandosi su 48.2, in salita da 47.0 di dicembre, ad inizio anno l’indice ha mostrato una modesta contrazione dell’attività, che è stata inoltre minore rispetto alla precedente indagine. I dati settoriali hanno rivelato contrazioni più lente dell’attività edile non residenziale e residenziale, mentre il sottosettore dell’ingegneria civile ha di nuovo riportato una crescita. In quest’ultimo caso, l’espansione di gennaio è stata la terza consecutiva su base mensile, con l’ultima che però è stata la migliore da marzo 2022.

Detto questo, l’attività edile complessiva è stata ancora limitata dalla contrazione dei nuovi ordini. L’indagine di gennaio ha segnalato il quinto calo degli ultimi sette mesi, con evidenti segnali di debolezza della domanda e carenza di nuovi appalti disponibili nel mercato. L’incertezza riguardante lo schema governativo del superbonus ha aggiunto pressioni al ribasso alle vendite che hanno portato ad un notevole ridimensionamento dell’attività di acquisto. Gli ultimi dati hanno indicato la maggiore riduzione degli acquisti da aprile 2020, che ha a sua volta causato una minore pressione sui fornitori e aiuta quindi a capire meglio l’allungamento più debole dei tempi medi di consegna dei fornitori in oltre due anni.

Detto ciò, le aziende campione hanno riportato come in alcuni casi abbiano continuano a persistere i disagi sulla catena di distribuzione, segnalando a gennaio la continua carenza di materiale presso i propri fornitori.

Sul fronte dei prezzi, l’inflazione dei prezzi ha mantenuto la sua recente tendenza al ribasso. In generale, i costi di acquisto hanno indicato l’aumento minore dalla fine del 2020. Gli oneri sostenuti dalle imprese edili italiane hanno però continuato a salire, ad un livello storicamente elevato e per il trentaduesimo mese consecutivo. Le aziende hanno notato che i prezzi sostenuti per il materiale edile sono rimasti sostenuti.

Le aziende stanno sperando che l’inflazione continui l’attuale traiettoria al ribasso per i prossimi 12 mesi. Ciò aiuterebbe una migliore stabilità del mercato e una nuova crescita dei nuovi ordini per i progetti edili italiani. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato inoltre citato come fonte di crescita potenziale del prossimo anno. In generale, l’ottimismo sulle previsioni di conseguenza è risultato sensibilmente maggiore ad inizio anno e ha raggiunto il livello massimo in otto mesi.

Commento

Paul Smith, Economics Director presso S&P Global Market Intelligence ha dichiarato: “I dati PMI di gennaio hanno mostrato un nuovo mese di contrazione dell’attività del settore edile, con la relativa prestazione compromessa ancora una volta dal crollo dei nuovi ordini. L’attuale incertezza sullo schema del superbonus e il mercato della domanda generalmente più debole hanno pesato sulle vendite con una conseguente minore opportunità di appalti per le imprese edili. Le aziende del settore edile sono rimaste quindi comprensibilmente caute riguardo agli acquisti, riducendoli al livello maggiore dai tempi del declino costretto dalle restrizioni Covid-19 nella primavera del 2020. Sperando in una riduzione dei prezzi di acquisto, le aziende hanno però segnalato prospettive per il futuro più positive, con un livello di ottimismo che a gennaio è salito al valore maggiore in otto mesi.”

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